[…] Anna racconta la sua esperienza di genitore che volentieri fa da insegnante a suo figlio. […]
Leonardo nel pomeriggio va a lezione privata di inglese e di musica. «Alla fine di ciascun anno scolastico Leonardo sostiene un esame, c’è chi non lo fa. La situazione legislativa in tal senso è un po’ nebulosa e in via di evoluzione. Ci sono delle circolari che chiedono ai genitori che praticano l’istruzione famigliare di far sostenere l’esame ai propri figli. Nostro figlio ha sostenuto un esame scritto e orale di tre ore, è andato bene. Certo che per i bambini è un vero stress sostenere questi esami tutti gli anni e che riguardano materie scolastiche quando magari il percorso formativo del bambino è completamente diverso, non così rigido e standard. Sarebbe meglio invece di fare un esame, ideare un confronto più aperto. In tutto il mondo vi sono bravi studenti universitari ex homeschooler che hanno prima sostenuto gli esami da privatisti per accedere alle diverse facoltà. Per tutti quei genitori che volessero praticare l’insegnamento parentale, ricordo che è importante inviare ogni anno una lettera alla propria scuola di riferimento in cui si comunica la scelta dell’istruzione famigliare».
Anna e Leonardo, generalmente la mattina si dedicano allo studio delle materie classiche, per esempio matematica, italiano, scrittura, poi «il resto della giornata è più spontaneo, ci sono momenti in cui approfondiamo la storia e la geografia» spiega Anna, che prosegue: «Molto dipende dalla giornata, se siamo fuori tutto il giorno, Leonardo apprende ugualmente interagendo con il mondo che lo circonda». È questa un’educazione più libera, più intensamente vissuta, non per questo meno completa, con modalità diverse. «Andiamo avanti così con la fiducia che nostro figlio continui ad apprendere sempre più cose sul mondo che lo circonda, nutrendosi del suo ambiente».
Il materiale didattico prevede l’uso del PC oltre quaderni e libri. «Certo Internet è pieno di risorse ma fondamentale è anche la biblioteca, dove facciamo incetta di volumi. Abbiamo anche i libri scolastici dell’anno corrente». Leonardo non è costretto a caricarsi sulle spalle lo zaino pieno zeppo di testi, come fanno la maggior parte dei suoi coetanei, anche se c’è chi dice che senza la scuola un ragazzino/a homeschooler rischia di restare isolato/a, senza amici. Non è questo il caso di Leonardo, che è «un bambino socievole, chiacchierone, ha da sempre manifestato la voglia di conoscere persone nuove, soprattutto bambini che frequenta anche durante i corsi pomeridiani, tra i quali quello di arte marziale brasiliana. A Bergamo abbiamo una fantastica rete di genitori, siamo circa una quarantina di famiglie che simpatizzano o praticano l’homeschooling. Alcune hanno figli in età prescolare che non frequentano la scuola materna. Ci ritroviamo nei parchi, nei musei, facciamo passeggiate nella natura, ora stiamo organizzando un laboratorio alla Riserva naturale Oasi WWF di Valpredina. Leonardo ha molti amici, anche se non sono compagni di scuola, e frequenta gli scout con profitto».
Mentre dialoghiamo con Anna, suo figlio sta giocando con un suo amichetto. Leonardo è un bambino felice, quando Anna gli chiede se vuole tornare a scuola, lui risponde no, perché preferisce andare avanti così. «Leonardo è un bambino sereno, entusiasta. La cosa importante è poter scegliere». […]
Alessandra Stoppini.
Ecco l’articolo originale: http://www.santalessandro.org/2017/05/homeschooling-la-scuola-a-casa-per-coltivare-i-talenti-fin-da-piccoli-la-storia-di-una-famiglia-di-trescore-balneario/