Abbiamo tradotto un testo di Karen Kern su alcune recenti scoperte scientifiche sui meccanismi dell’apprendimento.
Come mostrano i nuovi studi di neuroscienza[1], di psicologia dell’apprendimento[2] e della teoria dei sistemi[3], lo sviluppo del cervello umano in ogni singola persona e l’apprendimento sono una questione individuale al massimo grado.
Il cervello di ogni essere umano costruisce strutture proprie attraverso le esperienze fatte fin dalla gravidanza.
A partire dalla nascita, queste esperienze vengono elaborate in nuove strutture proprie attraverso la relazione con l’ambiente e i “rapporti vissuti”.
Le informazioni vengono collegate e costruite con il sapere già presente. Ciò avviene con molta maggiore facilità se per ciascun nuovo tema esistono già un sapere e delle esperienze preesistenti, ai quali esso può agganciarsi. Se le informazioni non trovano nulla cui aggrapparsi, possono finire dimenticate altrettanto velocemente di quando non esiste alcun interesse per questa tematica o abilità.
La paura e la svalutazione non solo rappresentano un ostacolo all’apprendimento, ma la loro persistenza può portare a dei blocchi, ad un’autostima negativa, a traumi o altro.
Le scoperte della ricerca neurologica sull’apprendimento permanente (lifelong learning) mostrano anche che non è necessario elaborare un certo sapere predeterminato in un periodo dato, cioè negli anni giovanili, dato che si ha tutta la vita per potersene appropriare.
Interesse e entusiasmo per un argomento sono diventati le parole chiave dei neurobiologi. Se una persona si interessa e entusiasma per un tema, questo si ricorda più a lungo e si inserisce anche meglio nelle strutture disponibili. Ciò significa che l’apprendimento può essere veramente significativo e di lunga durata solo se è un processo autoguidato [determinato cioè dalla persona in apprendimento]. Nella pratica però agli studenti non si concede nemmeno il diritto alla condivisione della scelta dei temi del loro apprendimento.
[…] “All’inizio degli anni 70 la commissione Faure dell’UNESCO ha stabilito che l’apprendimento informale rappresenta il 70 % di tutti i processi di apprendimento umani.”[4] Chiunque segua lo sviluppo di un essere umano giovane dalla nascita fino agli anni della scuola lo può osservare chiaramente. Naturalmente l’apprendimento avviene nello scambio con l’ambiente, ma l’iniziativa per lo sviluppo di ciò che in quel momento è attualmente importante per il/la giovane, procede da quest’ultimo/a.
Molti genitori registrano una grossa rottura con l’ingresso nella scuola. L’esperto in scienza dell’educazione prof. Günther Dohmen lo esprime così nel suo scritto (pubblicato nel 2001 dal ministero dell’Istruzione e la Ricerca tedesco) sull’”apprendimento informale”: “I bambini che ancora vogliono conoscere tutto ciò che succede nel loro ambiente e stressano continuamente gli adulti con i loro “perché?”, nella maggior parte dei casi perdono la loro curiosità nei primi anni di scuola. E lasciano la scuola spesso ingozzati di risposte a domande che non hanno mai posto, che non li interesseranno mai nella vita e che non saranno loro nemmeno utili.”
Karen Kern, Plädoyer für einen Paradigmenwechsel in der Bildung,
in: „Selbstbestimmte und selbstorganisierte Bildung versus Sculpflicht“, Band 1,
Tagungsband zum Kolloquium vom 18. Juli 2014 in Gießen, Herausgeber: Matthias Kern,
Tologo Verlag, 2016
Traduzione dal Tedesco di Nunzia Vezzola
[1] Hermann Ulrich, Neurodidaktik: Grundlagen und Vorschläge für gehirngerechtes Lehren und Lernen, Beltz, 2009
Steffen Annika, Leben ist Gehirnsache: Was bewirkt das Lernen auf neurologischer Ebene?, Staatsexamenarbeit, Bachelor + Master Publishing, 2013
Roth Gerhard, Das Gehirn und seine Wirklichkeit, Suhrkamp, 1996
[2] Hüther Gerhard, Jedes Kind ist hochbegabt: Die angeborenen Talente unserer Kinder und was wir aus ihnen machen, Knaus, 2013
Largo Remo, Lernen geht anders. Bildung und Erziehung vom Kinde her denken, Edition Körber Stiftung, 2010
[3] Watzlawick Paul, Wie wirklich ist die Wirklichkeit?, Piper, 1992
[4] Overwien Bernd, Internationale Sichtweisen auf “informelles Lernen” am Übergang zum 21. Jahrhundert, pag. 2, In: „Ganztagsbildung in der Wissensgesellschaft“, 2004.
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Credits: foto di Sergio Leali