accesso

Rendere possibile l’accesso agli ambienti, alle situazioni, alle persone, ai gruppi è ciò che sono chiamati a fare tutti i genitori, soprattutto quelli di ragazzini in homeschooling.

Nel mio articolo “Riflessioni a partire dalle opere di John Holt“, già pubblicato sul blog del “bambino naturale”, ho evidenziato alcuni aspetti di questo approccio all’educazione e all’istruzione.

Molti genitori temono l’homeschooling perché non si ritengono in grado di insegnare ai propri figli. Quando invece l’insegnamento non è affatto necessario.
Altri hanno intrapreso questo percorso fuori dalla scuola e si affrettano ad organizzare attività, corsi, laboratori, scuole parentali. Anche questo non sono non è utile, ma potrebbe rivelarsi un ostacolo all’apprendimento naturale del bambino. Almeno secondo John Holt, uno dei più grandi teorizzatori dell’apprendimento autoguidato in famiglia (unschooling).

Egli spiega che “ciò che gli adulti possono fare per i bambini è rendere sempre più accessibile e trasparente il mondo e la gente in esso. La parola chiave è accesso: alla gente, alle esperienze, ai posti in cui lavoriamo, a quelli in cui andiamo – città, Paesi, strade, edifici”¹.

I ragazzini sono predisposti ad imparare naturalmente nella vita, nel contatto con gli altri esseri. Gli adulti hanno la responsabilità di accompagnarli in questo viaggio di scoperta, offrendo continuamente situazioni quotidiane favorevoli all’apprendimento.

 

¹ Tutte le parti tra virgolette in questo articolo sono citazioni tratte da: John Holt, Learning all the time, Da Capo Edizioni, 1989, pag. 127.

Credits: foto di Marta

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