Gli homeschooler/unschooler non sono contro la scuola.
Esiste infatti la possibilità ed il desiderio di trovare delle forme di cooperazione fra gli unschooler (o homeschooler) e la scuola; anche se queste non sono sempre facili da realizzare.
Riportiamo con piacere il racconto di un tentativo di collaborazione fra una famiglia unschooler e la scuola del paese. L’abbiamo scoperta intervistando la mamma (Marta) e il figlio (Matteo, 9 anni), che ringraziamo sentitamente per la loro testimonianza.
LAIF: Marta, com’è nata questa esperienza di condivisione?
Marta: Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con la nostra Dirigente Scolastica e con sorpresa e piacere avevamo ricevuto un invito a partecipare ad un incontro didattico organizzato dalla scuola. Tutto era nato da un colloquio tenutosi in inverno, durante il quale era affiorato l’interesse di Matteo per lo stile giornalistico. La DS, nei panni di un prestigiatore che tira fuori il coniglio bianco dal cilindro magico, ci aveva proposto di visitare la redazione de “il Mattino di Padova”con una classe della scuola. Offerta che non abbiamo esitato ad accettare. Così, la mattina del 15 giugno scorso, ci siamo trovati con ventiquattro bambini e due maestre per vedere come si lavora alla creazione di un quotidiano.
LAIF: Matteo, ci puoi raccontare com’è andata la visita?
Matteo: Io e la Mamma eravamo partiti in bicicletta da casa, mentre gli altri bambini sono arrivati davanti alla redazione con il pullman della scuola.
Una volta entrati negli uffici siamo andati nella sala riunioni dove ci ha accolti una giornalista molto simpatica che ci ha spiegato come viene stampato un giornale e ci ha mostrato la prima edizione del Mattino di Padova, che risale al 1978.
La nostra guida aveva chiesto di presentarci ma nessuno aveva coraggio di iniziare, così io ho alzato la mano e ho detto che non ero parte della classe perché faccio istruzione parentale. La giornalista è rimasta venti secondi con la bocca aperta dallo stupore, balbettando che era una notizia interessantissima, degna di un approfondimento. Le maestre però sono intervenute velocemente e hanno dirottato l’attenzione della giornalista sugli alunni, lasciando cadere la cosa.
Abbiamo guardato un filmato di quindici minuti che spiegava come i giornalisti vanno a caccia di notizie e abbiamo visto i macchinari che stampano. Potevamo vederli solo nel video perché la stampa viene effettuata di notte e in un posto lontano dalla redazione.
Successivamente c’è stato il tempo per fare delle domande alla nostra guida. Qualcuno chiedeva di conoscere di più riguardo alle foto che vengono stampate, altri erano curiosi di sentire se il Mattino collaborasse col telegiornale, un altro bambino voleva sapere se la carta del giornale fosse riciclata e io ho chiesto come fanno a separare l’inchiostro dalla carta quando la riciclano. Ad alcune domande sono intervenuti a rispondere il vicedirettore e l’amministratore delegato. I quesiti però erano pochi, così siamo andati a vedere la redazione.
I giornalisti erano quasi tutti fuori in cerca di notizie, così abbiamo circondato la persona che si occupa delle informazioni sul web. Ci ha mostrato un video sportivo, articoli caricati al computer, alcune foto e il loro canale YouTube, Facebook nonché il sito del giornale.
A questo punto gli alunni erano tutti stanchi e non riuscivano più a stare attenti, così siamo tornati nella sala riunioni dove abbiamo fatto merenda e la mattina è finita col regalo ad ognuno del giornale del 15 giugno.
LAIF: cosa ti ha colpito di più di questa visita?
Matteo: la cosa più bella è stata la visita alla redazione. Mi sono reso conto che dietro ad un articolo c’è il lavoro di una persona, che controlla tutto il nostro territorio per darci delle informazioni sempre aggiornate. Vedere i giornalisti all’opera è stato interessante e da adesso in poi, quando leggerò qualche articolo, mi ricorderò dell’impegno che serve per creare una notizia.
LAIF: come siete stati accolti al giornale?
Matteo: la giornalista che ci ha accolti era un persona tranquilla e simpatica. Ho notato che è molto preparata ed interessata a conoscere i bambini e questo mi è piaciuto molto.
LAIF: ti piacerebbe fare il giornalista o lavorare in una redazione di un quotidiano?
Matteo: qualche mese fa pensavo che mi sarebbe piaciuto fare il giornalista perché amo raccontare la sequenza degli avvenimenti ma poi ho cambiato idea sul mio impiego futuro. Mi sento ancora troppo piccolo per sapere che lavoro vorrò fare da grande ma la cosa sicura è che non sarò rinchiuso in un ufficio, lavorando come dipendente. Preferisco il contatto con la natura o con gli animali e sarò solo io l’unico a gestire le mie giornate.
LAIF: come ti sei trovato a partecipare ad una gita scolastica?
Matteo: era la prima gita scolastica in assoluto alla quale partecipavo e non avevo aspettative. Ero semplicemente rilassato e curioso di vedere la redazione del giornale. Appena ci siamo incontrati con la classe, le maestre volevano farmi stare in fila per due dando la mano ad un alunno, ma io ho rifiutato. Non mi è piaciuto il modo in cui le maestre davano ordini alla classe e come cercavano di tenere sotto controllo le urla degli altri bambini.
LAIF: questa esperienza ti ha fatto venire voglia di andare a scuola?
Matteo: niente potrà farmi venire la voglia di andare a scuola, tanto meno questa esperienza. Conosco tanti bambini che vanno a scuola e sono sempre tristi, non possono giocare con me di pomeriggio perché devono fare i compiti o attività extra scolastiche, si arrabbiano spesso con i loro genitori e sono obbligati a fare tante cose che non vogliono. A me non piacciono il frastuono e gli schiamazzi, sto bene con pochi amici e voglio decidere io con chi condividere le mie giornate.
A cura di Nunzia Vezzola, con la collaborazione di Marta Bacco
Il Mattino di Padova accoglierà un gruppo homeschooler in visita alla redazione del quotidiano