Per poter sviluppare l’argomento enunciato nel titolo (cosa imparano gli homeschooler e come) è necessario delineare, pur se a grandi linee, i contenuti del concetto che chiamiamo apprendimento.
Partiamo con una riflessione generale:
1) Si impara sempre, in ogni contesto, in ogni momento della vita;
2) Si imparano (gli oggetti dell’apprendimento):
* nozioni (cosa serve per preparare una torta al limone – in che anno è scoppiata la guerra del golfo, ……)
* procedimenti (come si prepara la torta al limone di cui sopra, come si risolve un’equazione, ……)
* metodologie cognitive (per preparare la torta al limone è necessario predisporre l’occorrente in prima battuta e successivamente procedere per gradi; per studiare argomenti di diversa tipologia è possibile utilizzare schemi, mappe concettuali, parole chiave …)
Fermiamoci qui. Finora non appaiono differenze sostanziali fra ciò che può imparare un homeschooler e uno studente inserito in un contesto tradizionale di apprendimento.
La differenza è nel COME le due tipologie di soggetti imparano.
L’apprendimento, nella scuola tradizionale, è legato a programmi ministeriali che individuano per ogni classe di ogni ordine, COSA lo studente deve padroneggiare per poter accedere, previa valutazione, alla classe successiva IN UN TEMPO PRE-DETERMINATO.
In questo senso il docente è guida all’interno di un percorso predefinito che non permette sostanziali scostamenti dal piano annuale.
Potrà, certo, definire tempi e modalità, ma non potrà scostarsi più di tanto da quel piano di azione.
Non potrà concedere tempi enormemente dilatati né concedere agli interlocutori di mettere in discussione o selezionare gli argomenti da trattare.
Gli alunni dovranno accettare di essere mossi in una direzione prestabilita, senza poter in questo senso agire più di tanto un senso critico, autoreferenziale.
L’homeschooler questi confini non li ha: a lui è richiesta una competenza diversa. Deve saper cogliere gli stimoli forniti dall’ambiente in cui è inserito (famiglia/territorio/……) e muovere in prima persona verso una competenza sentita come utile per sé (il perché imparare), libero da vincoli temporali predefiniti.
Se è vero che l’interesse è fondamentale in un processo id apprendimento, allora l’homeschooler è sicuramente in una posizione ottimale rispetto ai suoi coetanei studenti tradizionali perché può sviluppare il suo sapere in direzione metacognitiva imparando ad esercitare il meglio della padronanza di una serie di consapevoli strategie che gli permetteranno di continuare ad imparare nel modo per lui più efficace.
Questo non farà di lui un “anarchico”. Non sarà solo in questo percorso.
Gli adulti intorno a lui potranno sostenerlo, motivarlo, accompagnarlo, anche suggerendo e consigliando.
“Come si dovrebbe fare a scuola”, si potrebbe eccepire. Certo. Ma libero da tempistiche e schemi pre-ordinati.
Assistiamo in questo periodo storico ad un aumento esponenziale del fenomeno dell’abbandono scolastico, per studenti dai 14 anni in su. …….
Forse, una riflessione profonda su questo dato dovrebbe essere fatta.
Né sembrano completamente esaustive le spiegazioni che vedono nella demotivazione dei giovani (unicamente) il rifiuto di uno sforzo, di un impegno ………….
È che, ne sono convinta: nessun apprendimento che sia davvero radicato nell’individuo, può prescindere dall’interesse per ciò che si impara e per il modo in cui questo avviene.
L’homeschooling si caratterizza fortemente per la presenza di alcuni fondamentali aspetti del processo di apprendimento:
1. La centralità dell’individuo rispetto al contenuto dell’apprendimento (e in questo senso la creatività del soggetto è stimolata al massimo)
2. L’assenza dell’aspetto valutativo della singola esperienza in termini tradizionali (voto)
3. L’assenza di una tempistica rigida nel conseguimento di un obiettivo formativo
4. La possibilità di utilizzare l’esperienza in modo decisamente maggiore rispetto ai suoi coetanei studenti tradizionali
5. La possibilità di vivere l’adulto di riferimento non come giudice ultimo del conseguimento di un risultato, ma come compagno effettivamente significativo anche perché, appunto, slegato dal ruolo di giudice.
Come sempre consapevole della non esaustività del mio scritto, ricordo come tali interventi debbano essere letti: pazientemente, senza alcuna pretesa di esaustività, come stimolo per lo sviluppo di una discussione ancora nella fase iniziale, almeno in Italia.
Loredana Lo Conte
Leggi l’articolo di Loredana Lo Conte su “Homeschooling e pedagogia”.
Molto sintetico, credo che sia stata una scelta editoriale, e quindi tralascia molti aspetti importanti, uno fra tutti la competenza docente delle singole discipline.
Dovendo sostenere un esame di Stato per il conseguimento della licenza/diploma, sarà necessario essere preparato in tutte le discipline, anche in quelle ritenute, a proprio giudizio, non importanti.
Ciao Linux,
Sì, è un articolo sintetico per scelta della pedagogista e docente che l’ha scritto.
Cosa intendi per “competenza docente nelle singole discipline”?
Riguardo al conseguimento di un diploma e ad un eventuale proseguimento degli studi a livello accademico, le statistiche e le indagini esistenti sull’homeschooling mostrano che gli homeschooler spesso ottengono risultati più che apprezzabili: https://www.nheri.org/homeschooling-research-studies-and-scholarship/, https://epaa.asu.edu/ojs/article/view/543.
Grazie per l’attenzione.
Saluti.
Nunzia