Diario di bordo di Matteo Bulgari
Marocco, 20-23 gennaio 2019, prosegue il racconto di viaggio di Matteo iniziato l’11 gennaio 2019.
Da domenica 20 a mercoledì 23 gennaio
In questi giorni non ho fatto molte cose. Un paio di giorni li ho passati a casa perché Roby (detto Alberto) non stava bene.
Domenica è stata, secondo me, la giornata più bella passata in Marocco. Con Ayub (il barista dove vado a giocare a Fortnite) siamo andati a cercare un skatepark con il taxi. Siamo arrivati e abbiamo incontrato un ragazzo canadese, Andrew, che da gentiluomo mi ha prestato la sua BMX e mi ha fatto girare per lo skatepark. Mi sono divertito moltissimo e mi è piaciuto perché c’era una mega ramp.
Andrew si è unito al gruppo per raggiungere una spiaggia fantastica. Lui è un ragazzo che lavora e vive in Canada e che, come me, ama la BMX. Il suo papà ha origini italiane, dal Veneto. Quindi qualche parola in italiano la diceva. Ci ha spiegato che ogni anno, per tre mesi consecutivi, parte da casa con zaino in spalla e va in vacanza senza avere una meta precisa. Per lui l’importante è essere solo per conoscere tantissime persone (come noi) e trovare un skatepark. Così il viaggio fino alla spiaggia è stato divertente.
La spiaggia che ho trovato era parzialmente rocciosa e le onde si infrangevano sugli scogli, vicino a dove facevo merenda con tutto il nuovo gruppo: un siciliano, due bresciani, un canadese di origine italo-scozzese e un marocchino che parla inglese perché sogna di poter girare l’Europa. Un gruppo fuori dal normale, direi.
La parte invece con la sabbia aveva un sacco di barche azzurre e due cammelli che riposavano sdraiati.
Mi è piaciuto il fatto che le case erano proprio vicinissimo al mare.
Tornando dalla spiaggia ci siamo fermati al mercato più grande di Agadir. Abbiamo mangiato molto bene e tantissimo pagando veramente poco: Tajine di pesce e verdure e pesce fritto impanato.
Il mercato era grande, incasinato e pieno di negozi uguali che facevano competizione. Non assomigliava ai mercati di Marrakech. Ho bevuto un succo al melograno (il mio frutto preferito) e sono tornato a casa.
Martedì sono andato in spiaggia, sempre con l’autobus (detto atobis), quella vicino al porto di Agadir. La giornata è stata intensa perché ho fatto tantissime capriole dal muretto sulla spiaggia. E la mamma nemmeno mi ha fatto una foto (vergogna). Il sole era veramente caldo, quasi da farsi un bagno. Sono entrato solo fino alle ginocchia e ho raccolto sassi veramente belli dal lungo mare.
Oggi, mercoledì, sono stato a casa di Aissa e delle sue figlie. Qui c’erano anche i suoi nipoti: 4 bambine di varie età e un bambino, Abdullah, che aveva una faccia da tremendo.
Ci hanno accolto con un po’ di timidezza scappando via ogni volta che li guardavamo. Poi però hanno preso confidenza e abbiamo fatto merenda insieme (che mi è piaciuta moltissimo).
Ho provato, con l’aiuto di Selma, la bambina più grande, a scrivere il mio nome in arabo. Non ho avuto difficoltà perché copiavo quello che Selma ha scritto.
La lingua araba sembra fatta a segni invece che lettere. Loro iniziano a scrivere da destra verso sinistra (praticamente al contrario rispetto a noi). E’ stato strano ma non impossibile.
Non mi sto divertendo moltissimo perché non ci sono i miei amici e i miei fratelli.
Alcune giornate sono un poco noiose (ad esempio quelle passate a Marrakech perché era piena di gente e tutti spingevano e i motorini passavano in parte senza attenzione). Altre giornate invece sono state divertenti, come quando sono andato al mare, a Tiznit o allo skatepark.
Insomma, non vedo l’ora di tornare a casa.
DAL PUNTO DI VISTA DELLA MAMMA
Le giornate sono imprevedibili, serene e affaccendate.
Matteo si sta abituando alla nuova situazione: non chiede più pasta alla bolognese o McDonald. I sapori della cucina del luogo gli sono sempre più famigliari. In ogni caso gli manca molto la sua quotidianità. Fa fatica a legare con altri bambini e gli mancano gli amici, i fratelli, la playstation. Lo capisco anche se a me tutto questo non manca (a parte gli altri miei figli ovviamente).
Per Matteo è la prima esperienza di viaggio all’estero, peraltro per così tanto tempo. Gli ho spiegato che le novità dell’esperienza che sta vivendo saranno utili per vedere e vivere la sua realtà in modo diverso, quando torneremo. Per apprezzare ciò che ha e per poter vivere con quello che davvero è importante, evitando il superfluo.
Una famosa canzone dice “quando devi partire per un lungo viaggio, porta con te la voglia di non tornare più”. Matteo è ancora molto lontano da tutto questo.