All’interno del progetto “LAIF fa rete” intervistiamo Monica, mamma di tre bambini, scrive della sua esperienza di istruzione parentale nel blog “Esperienze Homeschooler” (http://esperienzehomeschooler.blogspot.com/)
Cominciamo da voi: vuoi raccontarci di quando avete scoperto la possibilità di fare homeschooling?
Per noi la scoperta di questa possibilità (regolamentata tra l’altro dalla costituzione) è avvenuta per caso. L’anno in cui il nostro primogenito sarebbe dovuto entrare a scuola, dunque iscritto entro i termini previsti, incontrammo i volontari (genitori come noi) che si occupavano di divulgare, attraverso volantini e informazioni, questa opportunità al banchetto di Controscuola con a capo Erika di Martino, ad una fiera del benessere (pensa un po’). Lo ricordo come se fosse ieri lo stupore e l’entusiasmo che provai.
Ero disperata al pensiero che non potessi essere io, noi, a scegliere insieme ai nostri figli, il percorso, le modalità, i tempi, del cammino di apprendimento.
La scelta di fare homeschooling vi mette mai in difficoltà?
Tante volte, soprattutto ora che i ragazzi sono grandi. Conciliare ciò che io mi sono prefissata con ciò che loro sono pronti a recepire o hanno voglia (non voglia) di affrontare. Devo fare i conti con la mia scolarizzazione ed è spesso molto dura perché imbriglia la spontaneità e mina il nostro rapporto. In tantissime occasioni mi ritrovo a non riuscire a “starci dentro” in questa modalità di imbrigliare e lasciare andare, imbrigliare e lasciare andare, ma sono consapevole che il problema è solo mio. Nonostante tutto sono fermamente convinta che l’homeschooling sia la strada giusta per noi, sento che sia la modalità migliore per accedere alla conoscenza in maniera profonda e per conoscere meglio se stessi.
Nel tuo blog racconti spesso delle vostre esperienze e dei temi che vi interessano; che cosa ti ispira a farlo?
Il mio blog è un puro diario di bordo. Ogni tanto mi capita di tornare indietro nei post e di provare un’immensa gioia, come quando si guardano vecchie foto di famiglia. Questa è la motivazione principale. Poi, non escludo il potenziale che racchiude nel rappresentare il nostro personalissimo “film” con la possibilità di poterlo riguardare ogni volta che ne avremo voglia. Spero anche possa essere una linea guida per il ripasso (non tenendo nessun quaderno). Se poi può essere di ispirazione per altre famiglie, anche solo per trovare lo spunto per elaborare poi le proprie attività, ne sono ovviamente felice e onorata.
Quali vantaggi porta vivere vicino ad una grande città per chi fa homeschooling?
Io credo moltissimo, dal mio punto di vista ovviamente. Seguo a mia volta altri blog di famiglie che si trovano in posti meravigliosi e a volte anche relativamente isolati che fanno esperienze magnifiche. Ma la mia anima cittadina, forse, mi spinge verso il polo di attrazione che è la città. Essa può offrire occasioni e opportunità che sarebbero difficili da trovare altrove, tipo musei, mostre, teatri, cinema, eventi… Poi credo anche che ci sia un tempo per tutto. Quando si hanno bambini piccoli è chiaro che sarebbe magnifico stare in campagna, all’aria aperta a contatto stretto con la natura; non che non sia importante negli anni successivi, ma personalmente sento il dovere (comprendo che possa non essere condiviso da tutti) di dare le migliori opportunità e soprattutto variegate ai miei figli nel periodo che racchiude, per esempio, l’adolescenza. Si tratta sempre di cercare di offrire più possibilità di scelta, è questo il concetto principale. Ciò non vuol dire che solo in grandi città questo possa avvenire, non fraintendetemi. Questa è la nostra esperienza personale.
Come vedi la presenza dell’associazione LAIF nell’Italia di oggi?
Una grande occasione per fare rete, di far parte di una famiglia che si allea perché vengano rispettati i propri diritti e le proprie scelte. Chi prende questa strada, soprattutto all’inizio, si trova spaesato e solo non soltanto verso il mondo, ma soprattutto verso le istituzioni che in questo momento storico non sono certamente alleate, se non in rare occasioni. Io credo sia importante che le persone comprendano che questa è una realtà, una realtà viva e pulsante come un cuore che batte all’unisono per tutti quelli che ci credono. L’associazione LAIF può dare il corpo a questo cuore e voce ai pensieri che racchiude.
“LAIF fa rete” è un progetto neonato. Come lo vedi? Cosa vorresti che diventasse?
Chiaramente in maniera positiva, c’è bisogno di confrontarsi, di sentirsi supportati a volte, anche di ricevere una pacca sulla spalla ogni tanto, che qualcuno ti dica che sei sulla strada giusta. Gli psicologi fanno sedute di gruppo tra di loro colleghi perché è necessario il confronto, è necessario avere a disposizione più punti di vista, condividere le proprie intuizioni… Ecco! Questo è importante: la condivisione. Vorrei che diventasse opportunità di confronto, di scambio, di crescita.
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