LAIF prende posizione ufficialmente sul caso della famiglia Bellunese impegnata sul piano legale e il 19 luglio 2019 chiede una rettifica al Direttore del quotidiano che ne aveva pubblicato la notizia.
Qui sotto il testo del comunicato inviato da LAIF, che sta all’origine dell’articolo apparso il 21 luglio 2019 sullo stesso organo di informazione.
Spett.le Direttore de Il Gazzettino,
Nella veste di Presidente di LAIF (L’Associazione Istruzione famigliare) le chiedo la rettifica degli articoli a firma Olivia Bonetti pubblicati il 18/07/2019 su Il Gazzettino inerenti le vicissitudini della famiglia di Borgo Valbelluna che ha scelto l’istruzione parentale per il proprio figlio.
In particolare, le chiedo di precisare che l’istruzione parentale in Italia è un diritto costituzionale, quindi è pienamente legale, che è un tema distinto dalla questione vaccini e che all’”asilo” non esiste obbligo scolastico.
A tal proposito, sottopongo alla sua attenzione alcune considerazioni in merito:
- L’istruzione parentale è radicata nell’essenza e nella natura dei concetti di essere umano, di famiglia e comunità. Ha radici profonde nella storia di tutte le civiltà e, in tempi più recenti, ha trovato struttura legislativa nella carta dei diritti dell’uomo, in quella dei diritti del fanciullo e nella Costituzione italiana (si vedano almeno gli artt. 30 e 33 della Costituzione).
L’istruzione parentale è pienamente e solennemente legale in Italia. - La costituzione attribuisce in primis alla famiglia la responsabilità dell’educazione e dell’istruzione della prole (art. 30), ovvero le conferisce lo status di istituzione primaria sulla quale fa ricadere l’onere di questa funzione determinante per il presente ed il futuro della società. Questa circostanza dovrebbe essere riconosciuta e rispettata in ogni relazione amministrativa con lo Stato.
- Istruzione parentale/vaccini, sono due cose diverse: la prima è senza dubbi legale, esiste in termini amministrativi da tempi ben antecedenti la questione dei vaccini ed è portatrice di tematiche più ampie e complesse. Le famiglie che la scelgono non possono e non devono temere limitazioni delle loro funzioni a causa della scelta medesima.
- Istruzione parentale non è no school, ma una forma innovativa di apprendimento e di educazione; con la scuola cerchiamo il dialogo.
- Oramai l’istruzione parentale non può essere gestita solamente con uno sguardo superficiale e burocratico/amministrativo ma richiede un approccio serio, circostanziato, rispettoso e profondo; la posta in gioco è molto alta. Richiamo solo i risultati drammatici delle ultime prove INVALSI diffusi in questi giorni dagli organi di informazione. Noi non proponiamo soluzioni, ma esperienze positive, o molto positive.
- Alle famiglie che fanno istruzione parentale va riconosciuta piena dignità e sostegno per una scelta di responsabilità genitoriale perseguita con coerenza civile e con la profondità di un impegno che la coinvolge in un atto di grande razionalità ed amore.
Per concludere, vorrei ringraziarla dell’attenzione che ha voluto prestare a questa vicenda, che rivela profili di grandissima portata e, per certi aspetti, di forte gravità. Sulle spalle di questa famiglia, che ha fatto una scelta di alta responsabilità umana e civile, si stanno inverando alcune delle contraddizioni e delle problematiche cruciali della nostra contemporaneità, sia sul piano sociale che culturale.
Rimango disponibile per eventuali ulteriori contributi e le porgo i miei
Cordiali saluti.
Sergio Leali, Presidente LAIF
L’articolo è apparso il 21 luglio 2019 sullo stesso quotidiano; lo trovate a questo link.