Morena Franzin, referente LAIF per la provincia di Belluno, spiega perché sia possibile parlare di bambini che educano alla libertà.
Esattamente un anno fa, avevo sentito parlare di “EDUCARE (i bambini) ALLA LIBERTA” e questa frase continuava a ronzarmi in testa… qualcosa strideva. Mi ero detta che sembrava assurdo che gli adulti potessero insegnare ai bambini la libertà. Se ci pensiamo non ricordiamo neanche cosa sia, non abbiamo potuto sperimentarla appieno con un’educazione basata sulla scolarizzazione. Siamo infatti prigionieri da pregiudizi e credenze!
Oggi, per quanto mi riguarda, ho capito che dobbiamo portare più rispetto nei confronti dei bambini (se noi non lo portiamo a loro, loro non lo porteranno a noi). Lasciamo che siano loro ad aprirci gli occhi! Noi adulti dobbiamo essere “ri-educati alla libertà” dai bambini che sono ancora liberi! Non dico sia semplice, visto che siamo “bambini feriti” che, per la maggior parte, non sono stati ascoltati da piccoli. In molti casi, riproduciamo semplicemente quello che ci è stato insegnato. Alcuni reagiranno in modo diverso, cercando di ascoltare di più i propri bambini. Altri ancora, avendo avuto la fortuna di essere rispettati nelle loro scelte da piccoli, riusciranno a trasmettere questo dono ai loro figli.
Il mondo dell’apprendimento in effervescenza
In questo momento, c’è molta effervescenza nel mondo dell’istruzione (non solo in Italia). Molti adulti stanno notando che il sistema scolastico è traballante nella sua missione di preparazione al futuro, che abbassa la motivazione, appiana la creatività… Sono in molti dunque ad essere indaffarati a trovare nuove formule per imparare più facilmente, insegnare in modo divertente. In realtà i bambini sanno perfettamente come apprendere DA SOLI, attraverso il gioco e i loro interessi! Noi adulti pecchiamo sempre di presunzione nei confronti dei bambini, che secondo noi non possono imparare senza un adulto “specializzato” che insegni.
Chissà come mai, appena sono liberi, la prima cosa che fanno è “specializzarsi” nelle loro passioni, nei loro giochi preferiti, nei loro sport e ne sanno più di noi?
Piccola parentesi per chi pensa che i propri figli giocherebbero solo con i video giochi. Innanzitutto, quello che è vietato è sempre più allettante e poi, soprattutto, dopo una giornata passata sui libri a fare cose per loro spesso noiose, vanno ovviamente verso qualcosa che li porti lontano dal mondo reale. Verso qualcosa che li faccia sognare. Come dice André Stern, si apre una grande riflessione su come rendere il mondo reale più affascinante per loro, per farli sentire protagonisti e non marionette!
Se pensate che giocare non sia importante come studiare o lavorare, rimando a letture sul tema che elencherò al termine di questo scritto.
Facciamoci qualche domanda:
come mai, per far studiare programmi standard, materie divise tra loro (poco collegate alla realtà) e con un valore gerarchico dettato dalla società (perché suonare uno strumento dovrebbe essere meno importante della matematica?) c’è la necessità di obbligare, di mettere paura (del brutto voto, della punizione), imporre? Pensiamo ai compiti da fare nel pomeriggio o durante le vacanze: quali situazioni avete in famiglia? Tutti i bambini che si siedono felici di fare i compiti invece di essere liberi di giocare? Oppure adulti isterici perché non riescono a convincerli a farli?
Ovviamente, queste riflessioni possono servire da punto di partenza per chi desidera cambiare. Non immagino di certo che possano essere accettate così facilmente, sopratutto dopo tutti i condizionamenti che abbiamo ricevuto. Anche io, donna adulta scolarizzata, solo dopo 4 anni di homeschooling con i miei figli, inizio a vedere meglio e ad assimilare nel profondo le opportunità di questa sfida: elasticizzarsi, descolarizzarsi e scegliere strade poco comuni.
L’apprendimento naturale
Finalmente, sto scoprendo un altro pianeta dell’universo apprendimento che mi permette di guardare con altri occhi i miei figli e dare valore alle loro scelte, alle loro passioni.
Su questo pianeta, non c’è più l’idea dell’insegnamento dall’alto in basso, ma collaborazione e sostegno; non ci sono più assunzioni sterili di nozioni imposte che non interessano, ma entusiasmo per ciò che ci circonda, imparando in un solo argomento che incuriosisce una moltitudine di “materie” che si intrecciano e partecipano alla vita quotidiana!
Questo è l’apprendimento naturale: una delle sfaccettature poco conosciute del vasto universo dell’apprendimento. Sarebbe importante farla conoscere maggiormente, così da comprendere meglio tutti i bambini.
Buone riflessioni a tutti!
Letture sul tema:
- “Non sono mai andato a scuola, storia di un’infanzia felice” – “Jouer, Faisons confiance a nos enfants” – “Tous Enthousiastes!” di André Stern
- “Une éducation sans école” di Thierry Pardo
- “Lasciateli giocare” di Peter Gray
Morena Franzin, autrice del blog “Montagne azzurre”
Articolo già pubblicato parzialmente a questo link nella rubrica “Io faccio Homeschooling” del blog “Il bambino Naturale”.
Primo articolo collegato: “Sfide come opportunità”, pubblicato sul sito LAIF a questo link