Narciso: “Scienza vuol dire l’arte di distinguere. Ad esempio, trovare in ogni uomo le caratteristiche che lo distinguono dagli altri, vuol dire riconoscerlo.”
Boccadoro: “Beh. Uno ha le scarpe da contadino ed è un contadino, un altro ha una corona ed è un re. Queste sono differenze. Vengono però anche riconosciute dai bambini, senza la scienza.”
Narciso: “Se il contadino e il re però hanno vestiti uguali, il bambino non li distingue più.”
Boccadoro: “Neanche la scienza.”
Narciso: “Forse sì. Non è più intelligente del bambino, questo sia ammesso, ma è più paziente, non si ricorda soltanto le caratteristiche più superficiali.”
Boccadoro: “Questo lo fa anche ogni bambino intelligente. Riconoscerà il re dallo sguardo o dalla postura. E, detto fuori dai denti: voi sapienti siete presuntuosi, pensate sempre che noialtri siamo più stupidi. Si riesce a essere molto intelligenti anche senza tanta scienza.”
(Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro, Suhrkamp Verlag, Pag. 45-46)
“Soltanto ora percepisco, quante vie verso la conoscenza esistono e che la via dello spirito non è la sola e forse neanche la migliore.”
(Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro, Suhrkamp Verlag, Pag. 298)
“L’uomo è veramente stato predestinato a vivere una vita regolata, dove le ore e le attività vengono annunciate dalle campane? L’uomo è veramente stato predestinato a studiare Aristotele e Tommaso d’Aquino, a sapere il Greco, a uccidere i propri sensi e a scappare dal mondo?”
(Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro, Suhrkamp Verlag, Pag. 305-306)
(Tradotto dal Tedesco da Marco Leali)
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