Egitto, 18 febbraio 2020

Egitto, martedì 18 febbraio 2020.

 

La nostra famiglia è partita per un viaggio speciale.  Vi raccontiamo tutto in una serie di 9 articoli, in cui ognuno di noi trascrive le proprie avventure, le impressioni e le riflessioni.  Ci presentiamo:  siamo mamma Phoebe e papà Marco, i tre bambini Beniamino, Teodoro e Donatello e il nonno Elio.
Se non avete ancora letto la prima parte del nostro viaggio, potete rimediare seguendo il link:  https://www.laifitalia.it/2020/03/09/egitto-2/
In questa seconda tappa visitiamo la riva dei morti a Luxor, la riva occidentale del Nilo, dove ci sono tante tombe e templi funerari.
Siete pronti?  Si parte!!

 

 

Ci siamo svegliati alle 6.00 e dopo aver fatto una colazione abbondante siamo partiti con un pullman per visitare nuovi posti dell’Egitto:  i colossi di Memnon, la valle delle regine, il tempio di Hatchepsut e la valle dei re.  Abbiamo anche fatto tappa presso la fabbrica di alabastro.

 

I colossi di Memnon, detti anche di Memnone, sono in realtà statue di Amenofi III.

Perché vengono chiamate di Memnone?  Ecco la storia:
Una leggenda greca dice che nella guerra di Troia Achille aveva ucciso un giovane di nome Memnone (anche noto come Memnon) e sua madre Eos (la dea dell’alba) si dice che piangesse tutte le mattine, lamentandosi per la morte del figlio.
Quando i greci arrivarono in Egitto e videro l’antica statua, notarono che ogni mattina c’era della rugiada sulle foglie ai suoi piedi e sentirono una sorta di lamento continuo.  Pensarono quindi che quello era il posto dove era seppellito Memnone, che la rugiada fosse le lacrime di sua madre e il lamento la voce della dea.  In realtà il lamento era il vento che passava in un buco fra le pietre della statua.  Come è facile sbagliarsi!

I colossi di Memnon sono molto alti (18 metri) ed erano una volta posti davanti ad un gigantesco tempio funerario, che è stato distrutto.

La sosta che abbiamo fatto era solo una sosta fotografica, ma il panorama era sorprendente.

 

 

 

Alla valle delle regine abbiamo visto tre tombe:  quella della regina Titi, quella di Amonherkhepeshef (figlio di Ramesses III) e del suo fratellino, e un’altra tomba di cui non ricordiamo il nome del proprietario.

Abbiamo visto anche altre tombe, però in quelle non si poteva entrare, perché sopra c’erano delle travi di metallo, per evitare che le persone ci cadano dentro.  Infatti scendono giù formando un buco verticale, molto profondo.

 

 

 

 

La guida ci ha poi portato ad un laboratorio di artigiani dove lavoravano degli egiziani, fabbricando dei vasi e delle statuette con calcare, alabastro, basalto nero e altre pietre locali di questa zona dell’Egitto.

Qui ci hanno spiegato come lavoravano e cosa lavoravano e poi abbiamo visto il mercato dove c’erano tutti i loro prodotti, incluse le statuette di pietra che diventano luminose quando si spegne la luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tempio di Hatchepsut è un grande tempio funerario di questo faraone donna.  È stato costruito nella località di Al-Deir Al-Bahari, esattamente di fronte al tempio di Karnak (in linea d’aria) e in una valletta molto suggestiva, con monti che circondano in modo molto pittoresco.

Ci sono tante statue nel tempio di Hatchepsut e ci sono anche delle colonne con davanti delle statue.  Ci sono tre terrazze nel tempio e nella più alta c’è il sancta sanctorum, il santuario vero e proprio.  Al secondo piano c’è una parte del tempio dedicata alla dea Hator, la dea dell’amore, della musica e della bellezza, e un’altra cappella dedicata ad Anubi, il dio della mummificazione, incaricato di pesare le anime dei morti.

 

 

 

La valle dei re è poco più distante, proseguendo verso nord.  Qui ci sono le tombe dei faraoni a partire dalla XVII dinastia fino all’arrivo degli Assiri, intorno all’anno 600 a. C..

In questo luogo abbiamo visto tre tombe:  prima quella di Ramesses IV, poi quella di Ramesses IX e infine quella di Merenptah.  Queste tombe sono a forma di corridoio con in fondo la camera del sarcofago.  Sono molto decorate con pitture e incisioni e tanti geroglifici.  Alcune sono quasi orizzontali, altre sono oblique e scendono molto in profondità.

Dentro le tombe la temperatura era più fresca rispetto all’esterno, ma si respirava con un pochino di difficoltà, per via degli spazi ristretti e affollati di turisti.

 

Dopo aver visitato tutti questi posti siamo tornati alla motonave per pranzare e prepararci per un nuovo viaggio, quello sul fiume.

Lentamente la nave è partita verso sud, abbandonando Luxor e costeggiando le rive che erano piene di palme, di canneti e banani. Abbiamo visto anche un treno che andava molto vicino al Nilo.  I treni vanno su delle rotaie che sono più strette di quelle che ci sono in Italia.

Abbiamo poi attraversato una città di nome Esna, dove c’è una chiusa sul fiume Nilo.  Noi entravamo con un’altra nave in uno spazio, dell’acqua veniva pompata dal Nilo e il livello dell’acqua nello spazio si alzava di sette metri.  Poi si apriva il portellone davanti e le due navi passavano.

 

 

 

 

 

Alla fine di questa lunga giornata ci riposiamo ben benino, domani ci aspetta un’altra bella giornata ricca di avventure e scoperte interessanti.

 

E ora la parola ai viaggiatori.

Beniamino:  Stamattina la nostra guida ci ha detto un indovinello proprio divertente:  Qual’è l’animale che non dorme mai?  Il Mai-a-letto!

Teodoro:  Mi sono piaciute tanto tutte le statuette, soprattutto quelle degli dei.  C’erano tante statuette di Anubi, Thot e di Hator.

Elio:  Abbiamo visto i pomodori a essiccare a febbraio.  Abbiamo sceneggiato la dinastia di Thutmoses I, II, III.  È stata una bella esperienza divertente.  Beniamino era Thutmoses II e il nonno era Thutmoses III, che a 4 anni ha spostato Hatchepsut (che ne aveva 31).

Marco:  La campagna mi è piaciuta.  I colossi si Memnon, fanno un effetto strano, abbandonati in mezzo alla campagna.  È stato molto bello viaggiare e mangiare col paesaggio.  Molto simpatici gli artigiani che cantavano e facevano dei bei lavori.  Ho fatto una esperienza di contrattazione per comprare un souvenir.

Donatello:  C’erano tanti pullman, tanti asini, tanti camion.  Abbiamo visto le trombe (tombe), altre persone, tante navi da crociera e abbiamo mangiato tante cose.

Phoebe: Nella valle dei re, nella stanza in fondo alla terza tomba che stavamo visitando, improvvisamente si è spenta la luce.  Fortunatamente tutti i visitatori hanno acceso una luce con il telefonino e siamo usciti sani e salvi!

 

Ci vediamo fra qualche giorno per la prossima tappa del nostro viaggio!
Per leggere altre storie di viaggi, seguite il link:  https://www.laifitalia.it/category/news/racconti-di-viaggio/

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