Egitto, giovedì 20 febbraio 2020.
La nostra famiglia è partita per un viaggio speciale. Vi raccontiamo tutto in una serie di 9 articoli, in cui ognuno di noi trascrive le proprie avventure, le impressioni e le riflessioni. Ci presentiamo: siamo mamma Phoebe e papà Marco, i tre bambini Beniamino, Teodoro e Donatello e il nonno Elio.
Se non avete ancora letto il resto del nostro racconto, ecco dove trovarlo: prima parte – seconda parte – terza parte.
In questa quarta tappa visitiamo alcuni posti caratteristici della città di Aswan.
Siete pronti? Si parte!!
Quella mattina ci siamo svegliati alle 6.30, abbiamo fatto colazione e poi siamo usciti per andare verso la grande diga di Aswan, nell’Egitto del sud. Con un autobus abbiamo prima attraversato la vecchia diga e poi abbiamo raggiunto quella nuova.
In questo punto del Nilo infatti ci sono due dighe: quella vecchia ai suoi tempi era la più alta del mondo (una cinquantina di metri), mentre quella nuova, che è stata costruita poco più a sud, è alta un centinaio di metri ed è ora la seconda diga più alta del mondo. La grande diga ha formato un gigantesco lago artificiale, chiamato lago Nasser (in onore del Presidente egiziano che la fece costruire), che è lungo 500 km di cui 150 in Sudan. La media larghezza è di 12 km. Pensate che ci sono voluti 6 anni affinché si riempisse!
Dalla diga di Nasser con il pullman siamo tornati indietro e poi abbiamo preso un taxi d’acqua per raggiungere un piccolo tempio tolemaico, che si trova su una piccola isola, nella parte del Nilo che sta tra le due dighe.
Questo è il tempio di Philae, dedicato a Iside, la dea della vita e della magia.
Questo tempio ha una storia particolare. Infatti, dopo che fu costruita la vecchia diga, in quella regione il livello dell’acqua iniziava ad alzarsi, ma per fortuna una squadra dell’Unesco proveniente da Roma tagliò il tempio in tanti blocchi, ognuno con un numero sopra, e lo ricostruì su un’altra isola poco più in là, al riparo dall’acqua.
Il tempio un tempo assomigliava molto a quello di Edfu, ma i sovrani che vennero dopo Tolomeo III (che aveva fatto costruire il tempo) fecero molte aggiunte.
Sui lati dell’ingresso ci sono anche delle scritte lasciate dai soldati di Napoleone Bonaparte. Anche loro sono stati in Egitto!
Mentre visitavamo, abbiamo trovato un piccolo passaggio con un po’ di finestre. Qui vicino c’è una parte tutta dedicata a Bes, il Dio nano protettore dei bambini e del focolare domestico.
Su questa graziosa isola c’è anche un piccolo mercato.
Tornati sulla terraferma, arriviamo al palazzo statale delle essenze e dei profumi, dove si fabbricano anche ampolle di vetro.
Qui abbiamo visto degli oggetti che si usano per diffondere per la casa i profumi e abbiamo avuto anche la fortuna di vedere un uomo che costruiva una ampolla, con il vetro e il fuoco.
In una comoda sala con divani, abbiamo sorseggiato carcadé freddo e abbiamo odorato e provato le essenze prodotte con piante e fiori dell’Egitto.
In questa lunga mattinata abbiamo visitato ancora un luogo: il luogo dove c’è l’obelisco incompiuto.
L’obelisco incompiuto doveva essere l’obelisco più alto del mondo, ma, mentre lo stavano tagliando, si spezzò in più punti, quindi lo lasciarono lì. Questo obelisco è ubicato in una cava di granito, che è ora in disuso, perché è ritenuto un luogo archeologico.
Da questa visita abbiamo potuto osservare come gli obelischi venivano intagliati direttamente nella montagna e poi trasportati fino al Nilo, su dei rulli di diorite (una roccia durissima molto usata nell’antico Egitto).
Questa operazione di trasporto verso il Nilo veniva effettuata quando il fiume straripava, per fare meno tragitto. Gli egizi, infatti sfruttavano la corrente del Nilo per trasportare le rocce e gli obelischi verso nord, verso le altre città del loro regno. Il calcare di Luxor ad esempio non poteva essere trasportato ad Aswan, ma solo verso il delta del Nilo.
Dopo pranzo, salpiamo con un altro taxi d’acqua e arriviamo a Kitchener Island, l’isola comunemente chiamata “giardino botanico”, perché è interamente occupata dal giardino botanico.
Intorno alla fine del 1800, Lord Kitchener ricevette in dono questa isola come ricompensa per il suo lavoro nell’esercito ed egli ci piantò tantissime piante tropicali, che aveva raccolto nei suoi viaggi.
Su quest’isola c’è anche il museo della coltivazione, dove sui muri sono appesi dei fogli con un erbario molto ricco. Per ogni pianta c’è la foglia, il frutto, il seme e la sua classificazione. Qui si trova anche un plastico dell’isola intera. L’isola è a forma di pesce ed è coperta di verde da cima a fondo.
Alla fine di questa lunga giornata ci riposiamo ben benino. Domani ci aspetta un’altra bella giornata ricca di avventure e scoperte interessanti.
E ora la parola ai viaggiatori.
Marco: È stato molto bello osservare le isole in mezzo ai bracci del Nilo, su cui ci sono molti luoghi interessanti.
Beniamino: Per andare all’obelisco incompiuto, c’era un percorso ma io cercavo sempre di non usarlo e mi arrampicavo sulle rocce; così anche per scendere.
Donatello: Durante il pomeriggio io e il nonno siamo stati sulla motonave. Ho visto la barca a motore che andava all’indietro. Il volante delle barche è il timone.
Teodoro: Mi sono stupito di quanto era grande il lago Nasser, sembrava quasi un mare! Sull’altro lato della diga abbiamo visto tantissime turbine, che sembravano delle torri con un ponte inclinato con in fondo una parte a punta.
Elio: Sull’isola di Philae c’era una colonia di gatti belli e carini. Il pomeriggio ho dormito con Donatello. Mi è piaciuto molto l’obelisco incompiuto.
Phoebe: È stato molto interessante sentire la spiegazione per l’uso delle essenze profumate al palazzo statale dei profumi. È stato molto rilassante navigare sulle barchette a motore e passeggiare nel giardino botanico. Abbiamo anche visto un cormorano, delle garzette bianche e un piccolo coccodrillo. La nostra guida ci ha mostrato la mimosa pudica, una pianta che si chiude quando viene toccata. Quante belle cose che si vedono in Egitto!
Ci vediamo fra qualche giorno per la prossima tappa del nostro viaggio!