Per molti homeschooler questo tempo di pandemia non ha cambiato molto: la vita famigliare continua ad essere ad alto contatto, l’apprendimento continua ad avvenire al di fuori dalle mura dell’aula, la didattica è ancora ad personam come lo era prima, i tempi ed i ritmi della giornata sono sempre stati e restano flessibili e personali.
Tuttavia, qualcosa è venuto meno che, a seconda delle età può avere una rilevanza più o meno grande: la vita al di fuori dell’ambiente domestico. Infatti solitamente si organizzano viaggi, uscite nel parco, laboratori ed attività all’aperto, in gruppo. In questo momento storico tutto ciò non è possibile.
Ecco perché abbiamo ritenuto utile una riflessione sulla didattica, sul metodo, la metodologia, lo studio.
La didattica è la procedura di trasmissione delle conoscenze all’interno di un riferimento spazio-temporale
Il metodo ha in sé il vivere. Tenere un diario di bordo è già un metodo.
La metodologia è il logos (discorso) che ci sta dietro.
Siamo nel tempo del “dentro”
Esiste il tempo del “fuori”, (metafora) dove si raccolgono i pomodori, e il tempo del “dentro”, in cui avviene la rielaborazione, la lavorazione e si fa la passata, o il sugo, o l’insalata.
Quello che stiamo vivendo adesso è il tempo del “dentro”.
E’ un’occasione favorevole alla rielaborazione di alcuni stimoli recepiti in precedenza.
Un esempio: oggi molti musei propongono la visita virtuale. Se li abbiamo già visitati, potremmo trovare bello rivisitarli virtualmente: ciò offrirà sicuramente un punto di vista diverso e magari potrà consentire di approfondire alcuni aspetti, che la prima volta sono sfuggiti.
Ma anche in casa ci sono tante informazioni e tante attività sono possibili: fare i biscotti, il pane, l’orto. Questo è il dato che poi potrà essere rielaborato.
La tranquillità della vita in casa sostiene lo sgorgare delle passioni e degli interessi dei bambini. Se si sta in ascolto e in osservazione, viene fuori qualcosa di fantastico.
Anche in questo momento storico noi tutti abbiamo i pennelli e il telo bianco su cui dipingere; a tutte le età, tutti noi, anche adesso possiamo dipingere la nostra quotidianità.
Metodo scientifico e metodo artistico-analogico
L’homeschooler è come il ricercatore che coglie gli stimoli che gli vengono dall’esterno e li rielabora. E’ una specie di metodo scientifico: il bambino entra in contatto con le cose e ha l’opportunità di approfondirle (il momento dello studio). E’ il metodo della ricerca scientifica, combinato con quella artistica.
L’apprendimento in istruzione parentale ha in sé non solo la dinamica della ricerca scientifica, ma anche quella della ricerca artistica, per analogia: riesce a far cogliere quegli aspetti della realtà che possiamo ricondurre al concetto di poesia, di essenza delle cose.
Qui sta la ricchezza della situazione in cui apprendono gli homeschooler: nel poter applicare il metodo scientifico ma anche quello analogico. Ciò consente al ragazzo di cogliere la natura della realtà sotto più aspetti (naturalistico, sensoriale, storico, la bellezza e la potenza artistica della forma, del colore e dei rapporti che riesce a stabilire con gli altri elementi). Altrimenti questa stratificazione della realtà sfugge perché si ha la fretta di concentrarsi su un aspetto specifico.
Apprendimento è tempo
L’approccio analogico ha come ingrediente fondamentale il tempo. A scuola, l’insegnante ha fretta, l’attività didattica è necessariamente condizionata dal fattore cronologico. Nella comprensione di questo dato, il tempo vissuto in un altro modo dà la possibilità di un lavoro diverso.
Ecco perché gli alunni DSA fioriscono in homeschooling e anche con la didattica a distanza: hanno un altro tempo e altri spazi.
La dislessia, la disgrafia e la discalculia, sono disturbi. Se il bambino manifesta dei disturbi seguendo un percorso, perché non provare un’altra strada? L’homeschooling e la scuola sono due percorsi diversi.
Lo spazio e il tempo sono dimensioni create dall’uomo, ma rischiano talvolta di diventare delle gabbie.
Età e stili di apprendimento
Annalisa: “Se guardi tuo figlio, vedi che fino ai tre anni tocca, mette tutto in bocca, ecc, e solo dopo mostra un maggior interesse ai libri.
E’ fondamentale osservare come siamo e come funzioniamo. Sono le nostre esperienze che ci portano a dire che l’apprendimento avviene nella realtà, prima all’esterno (il tempo del “fuori”) e poi è elaborato all’interno (il tempo del “dentro”), attraverso gli oggetti, e che apprendiamo al massimo grado le cose che impariamo con interesse e piacere/divertimento.” La scuola (schola) è vita.
E’ interessante vedere come i ragazzini si appassionano alle cose, anche in questo tempo di pandemia. Homeschooling è un modo di vivere i propri figli in una maniera molto diversa, con un’intensità diversa; è un altro modo di percepirsi come esseri viventi.
Teniamo presente l’età del bambino: lo sviluppo dell’intelligenza muove dal fare, dal costruire, dallo sperimentare. Il piccolo di tre anni segue la vita con i genitori. Se vede artigiani al lavoro e qualcuno ha la pazienza di mostrargli e di spiegargli le cose, ben venga.
Dall’esperienza sensoriale nasce la curiosità per la realtà; non possiamo avere la spiegazione a tutto, ma il desiderio di cercarla è la molla per l’apprendimento.
Poi, ad un certo punto della loro crescita, i figli chiedono di studiare. E noi come genitori abbiamo il compito di osservarli, stare con loro, viverli, vedere e sostenerli. Non possiamo negare la possibilità di studiare perché facciamo homeschooling. La parte teorica ci vuole perché è un bisogno. L’approccio all’apprendimento cambia, diventa crescita.
E’ necessaria molta pazienza con i ragazzi grandicelli, soprattutto in questo tempo di pandemia: hanno il desiderio di incontrare altre persone, di mostrare la propria autonomia, ma le condizioni esterne non lo permettono.
Apprendere e comprendere: prender dentro e prendere con/insieme. I due processi sono collegati. E lì costruisci il progetto famigliare, nel cammino della vita con i tuoi figli.
Descolarizzarsi e trovare nuove strade
Una cosa che dobbiamo fare, oltre a darci una metodologia, è descolarizzarci. E in questo i nostri figli sono in grado di farci cambiare completamente visione, di aprirci ad altre possibilità. Il mondo dell’apprendimento, visto da un’altra ottica, diventa qualcosa di completamente diverso.
Morena: “Abbandonando l’idea di dover proporre, preparare schede, stampare il programma, si comincia ad intravedere la strada, che consiste nel muoversi nel rispetto di ciò che si sente, nel sostenere e nell’affiancare, anziché nel trasmettere insegnamenti.”
Homeschooling è rispetto per la personalità del bambino.
Apprendimento, istruzione, insegnamento
C’è un’idea dell’homeschooling in cui l’apprendimento diventa istruzione e sembra che si possa fare solo attraverso materiali “precotti”, predefiniti: il corso online, il laboratorio, magari finalizzati a conseguire il voto per l’accesso alla classe successiva. La ricchezza del nostro percorso non sta lì. E’ una differenza fondamentale.
Annalisa: “E’ quello che ho fatto con i miei figli: immaginavo di dover scolarizzare i loro interessi; ero terrorizzata di non riuscire a trovare le parole giuste, i metodi giusti per diventare la brava maestra per i miei figli. La scoperta è arrivata dai miei figli stessi: l’apprendimento è un desiderio spontaneo di conoscenza dell’ambiente. L’importante è lasciarsi andare. Ed è lì che ho cominciato a tenere un “diario di bordo”, in cui registravo le attività/scoperte quotidiane. Inizialmente erano magari cose banali, ma adesso lo trovo estremamente utile: il diario di bordo aiuta a osservare e può venire incontro nel dialogo con i DS e per l’accertamento fatto su di me.
Nonostante i nostri difetti, ci si rende conto che si deve semplificare (cominciando a condividere quello che si sa, e poi semmai imparando insieme).”
Claudia: “Il risultato che vedo con mia figlia è molto bello. Sono grata della sua intraprendenza, della sua voglia di imparare, del suo senso di responsabilità e voglia di fare (portare a termine un progetto). Al di fuori vedo giovani stanchi, stufi: hanno troppo da fare, la libertà per loro è dire “non fatemi più sapere niente, non ne voglio più sapere”.
Non voglio competere con la scuola, ma cerco qualcosa di diverso. Il rapporto con i miei figli è molto diverso, per il fatto di poter passare del tempo con loro. Voglio imparare, aiutare i miei figli a fiorire, voglio stare con loro.”
Scuola e istruzione parentale,
La libertà non è liberismo, né anarchia, ma realizzare ciò che si sente, nel rispetto di se stesso e dell’altro.
L’istruzione parentale e la scuola sono due percorsi possibili, che non si escludono a vicenda. Ecco perché non c’è contraddizione fra essere docente e fare istruzione parentale, fra fare scuola e fare homeschooling. E l’istituzione scolastica non potrà non riflettere, nel tempo post-pandemia, sulle innovazioni e l’evoluzione avviate in queste settimane.
Perché non condividere il nostro vissuto?
Resoconto a cura di Nunzia Vezzola
Sul canale you tube di LAIF la registrazione della serata è pubblicata a questo link
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