Come ci capita spesso di precisare, non c’è un unico modo di praticare l’istruzione parentale e le numerose condivisioni di esperienze delle famiglie confermano la varietà degli approcci, che a loro volta sono sempre in evoluzione.

Condividiamo di seguito la testimonianza di Annalisa Vincenzi, mamma homeschooler che con il suo contributo durante la serata “Domande e risposte sull’istruzione parentale” del 18 giugno 2020, ha toccato il cuore a molte persone.

Ecco il suo racconto:

Mi sono avvicinata all’istruzione parentale non da molto tempo. La mia figlia più grande ha solo 6 anni e dovrebbe iniziare a frequentare la prima elementare a settembre 2020. Ovviamente questo non accadrà perché a gennaio abbiamo presentato la dichiarazione di istruzione parentale.

Il lavoro più impegnativo è quello che svolgo costantemente su me stessa. Devo abbandonare tutte le strutture mentali con le quali, io scolarizzata, sono cresciuta. Devo abbandonare la convinzione che l’apprendimento debba e possa avvenire solo se strutturato come lo si trova a scuola. Siamo abituati a pensare che l’istruzione debba necessariamente coinvolgere alcune conoscenze o materie.

Io seguo un apprendimento libero, cercando di assecondare le curiosità e gli interessi di mia figlia. Questo si traduce spesso nel dare risposte anche prive di una sequenza temporale o logica coerente con quelle normalmente riscontrate nelle classi scolastiche, può capitare, cioè di parlare prima di medioevo e poi di egiziani o dinosauri.

Seguendo questo percorso d’istruzione, difficilmente mi capita di non dare una risposta a mia figlia perché inadatta alla sua età o alla sua “preparazione”. Si risponde, calibrando il linguaggio alla sua età, ogni volta che si conosce la risposta. E quando non la si conosce, la risposta viene cercata e trovata insieme.

Nell’istruire mia figlia quello che è il mio obiettivo primario è l’assecondare i suoi interessi, perché i bambini sanno esattamente cosa serve loro conoscere per essere felici. E non è importante che noi adulti si sappia e capisca il perché una cosa li stimoli e una altra no.

 

E la felicità, anche futura di mia figlia è il vero obiettivo. Vorrei che mia figlia potesse essere una adulta che, come ho la fortuna di essere io, si alzi la mattina felice di fare ciò che fa. Ma per aiutarla a comprendere cosa la rende felice è necessario, più che una cultura scolastica universitaria, un ambiente stimolante. Un ambiente vario che le permetta di sperimentare, conoscere. Mi impegno a fornirle opportunità per capire cosa le piace e le interessa. Quindi, più che domandarmi se sono abbastanza “preparata” per sostenere l’istruzione di mi figlia, mi interrogo sulla mia capacità di favorire l’incontro tra mia mia figlia e molteplici e differenti esperienze. Cerco di suscitare il lei curiosità, perché’ la curiosità è la chiave per sviluppare le intelligenze e le conoscenze.

Nel tentativo di fare ciò mi trovo a fare cose che non facevo prima, andare nei musei o passeggiare nella natura. Ma faccio anche cose che non ho amato fare io perché non è detto che lei amerà ciò che ho amato io o viceversa.

E fare tutto questo con e per lei mi permette di crescere con lei, o con l’altro mio figlio, che ha solo 4 anni, ma che è incuriosito da tante cose. Mi obbliga ad imparare e mi permette anche di insegnare loro l’umiltà. Perché quando non so qualcosa non simulo, non divago, ma ammetto di non sapere. Poi, spesso insieme a loro, cerco la risposta e la spiegazione. Così per i miei figli sarà normale il non sapere tutto, ma sapranno che tutto si può imparare, con impegno e volontà.

Poi, arriverà il momento di prendere contatto con la scuola e mi presenterò con un diario di bordo, un portfolio nel quale descriverò mia figlia, le sue curiosità. Nel quale elencherò le attività svolte, i luoghi visitati, le esperienze vissute. Lo strutturerò in modo da ricondurre il tutto a quelle che sono le indicazioni del MIUR, ma nel rispetto del percorso intrapreso dalla mia bambina.

Annalisa

 

Link al video della testimonianza di Annalisa, estratto dalla serata “Domande e risposte sull’istruzione parentale”

Altri articoli sull’istruzione parentale in pratica qui

 

 

Annalisa condivide con noi le sue esperienze

Un pensiero su “Annalisa condivide con noi le sue esperienze

  • 13 Settembre 2020, 22:28 alle
    Permalink

    Grazie mi è molto utile leggerti in questo momento di scelta verso l homeschooling…

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *