Molti chiedono “Come si fa a praticare l’istruzione parentale?” In realtà, non c’è una modalità uguale per tutti, ma la condivisione di esperienze è un modo meraviglioso per comprendere meglio questa scelta. Ecco una sentita testimonianza di una famiglia che ha scelto l’istruzione famigliare. E’ stata raccolta durante la serata del 18 giugno 2020, Domande e risposte sull’istruzione parentale”.

Premessa:

La narrazione dell’esperienza delle famiglie che hanno intrapreso da anni e quindi, nel tempo, consolidato il percorso di istruzione famigliare è, a nostro avviso, molto importante, poiché può essere spunto di riflessione e di supporto a chi si sta avviando verso questa impegnativa scelta… meravigliosamente impegnativa, dov’è necessario cambiare ottica, punto di vista, entrare in un’altra visione, non certo di opposizione a quella istituzionale.

È semplicemente un altro percorso che può convergere con altri approcci, altri modelli, altre modalità d’apprendimento

Contributo di Giulia Pecis Cavagna, mamma per 8 anni in istruzione famigliare

La mia narrazione partirà dall’oggi: nostra figlia sta frequentando, dopo 8 anni in istruzione famigliare, il liceo linguistico statale.

Al termine della licenza media le abbiamo chiesto come volesse procedere e considerato che le lingue sono state e sono la sua passione più spiccata, la scelta è caduta sul liceo linguistico che ha frequentato senza difficoltà e tanto meno la famigerata “socializzazione” è stato un problema.

L’esperienza dell’istruzione famigliare è stata molto bella ed ha arricchito la relazione in famiglia.

All’inizio, ovviamente, ci sono domande e incertezze ed è normale, fanno parte del cammino.

Questi momenti si affrontano condividendo i dubbi e le perplessità con altri genitori (anche grazie all’Associazione) e per questo non ci si sente soli, leggendo e studiando.

Siamo partiti facendo, letteralmente, “scuola a casa”, poi ci siamo accorti che non era il fine della nostra scelta, che stava emergendo sempre più la richiesta e il desiderio, da parte di nostra figlia, di apprendere, esplorare, creare, conoscere ed altro ancora in modo naturale, fantasioso e giocoso e soprattutto partendo dall’esperienza.

Il primo passo è stato dunque quello di superare le NOSTRE paure, i NOSTRI timori, pregiudizi, schemi e rigidità, a maggior ragione essendo insegnanti.

In seguito, abbiamo colto ciò che emergeva dalla curiosità, dall’interesse, dal modo di porsi di nostra figlia e da lì, partire per costruire il percorso.

Abbiamo poi cercato altre famiglie in istruzione famigliare, letto e studiato libri che parlavano dell’homeschooling.

Abbiamo incontrato e ci siamo confrontati con Dirigenti ed insegnanti aperti e disponibili e al termine del quinto anno nostra figlia ha sostenuto l’esame di idoneità.

E poi abbiamo proseguito per altri tre anni, fino all’esame di licenza media, sostenuto nel giugno 2019.

La nostra esperienza ci ha insegnato quanto sia importante essere profondamente consapevoli della scelta, fin dall’inizio, consapevolezza che matura nel tempo e ciò dà la serenità necessaria per affrontare anche i colloqui con i Dirigenti; inoltre il ruolo di LAIF, a nostro avviso, è molto importante poiché è un supporto che chiarisce, spiega e accompagna i genitori nel percorso.

Il dirigente potrebbe dimostrare delle perplessità iniziali, anche comprensibili, dal suo punto di vista, teniamo ben presente che l’istruzione famigliare è costituzionalmente riconosciuta.

La decisione di proseguire “le medie” in istruzione parentale ha fatto nascere altre domande e riflessioni…anche perché insegno in tale ordine di scuola e l’approccio cambia, ancora oggi il legame al programma è forte, nonostante le Indicazioni Ministeriali del 2012 diano, appunto, indicazioni.

A tal proposito l’Associazione ha ritenuto importante organizzare serate per conoscere ed approfondire le Indicazioni Ministeriali.

Nel triennio, per fare un esempio, abbiamo organizzato, con altre famiglie, lo studio delle lingue straniere: ho conosciuto un’insegnante madre lingua e nostra figlia, insieme ad altri 3-4 homeschooler che venivano a casa nostra, hanno imparato l’inglese . Poi si approfondiva la conoscenza attraverso video, film, spettacoli teatrali e tutto ciò che poteva arricchirne lo studio.

L’esperienza diretta e concreta è sempre stato il punto di partenza, gli input e la focalizzazione arrivavano da nostra figlia e da altre famiglie con le quali abbiamo condiviso questa scelta e da lì si costruiva il percorso d’apprendimento anche attraverso le biblioteche, le mostre, i musei, laboratori, film, visite guidate…

Altro esempio: una mamma si era offerta per condurre un laboratorio di taglio e cucito….ed ecco il metro, il centimetro ed altri concetti matematici studiati partendo da un’entusiasmante esperienza concreta e poi ecco la necessità di calcolare!

Abbiamo potuto sperimentare come abbia affinato, nel tempo, la sua modalità di apprendimento e studio che rispecchiava via via il suo bisogno e desiderio di conoscere anche attraverso un lavoro più strutturato che l’ha portata a costruire quaderni, scegliere libri, prendere appunti e poi studiare

Altro esempio: a undici anni (prima media) dopo la visione del film “Joyeux Noel” (in italiano, in inglese e poi in francese) è scaturita la curiosità di capire cosa è accaduto durante la prima guerra mondiale. Non ci siamo posti il problema se fosse o meno nel programma di prima media, questo era l’interesse , l’abbiamo colto ed affrontato… si è posta delle domande e da lì siamo partiti!

E cosi abbiamo proceduto per tutto il triennio, al termine del quale ha affrontato le prove Invalsi e l’esame di Stato.

Questa esperienza, come insegnante, mi ha aperto tante possibilità, è cambiata la prospettiva, la didattica: all’inizio la forma mentis da insegnante la portavo a casa, adesso il percorso di istruzione famigliare e l’arricchimento che ne è scaturito lo porto a scuola.

Inoltre ho approfondito tematiche pedagogiche, filosofiche e psicologiche legate alle modalità di apprendimento alla luce delle nuove scoperte delle neuroscienze che confermano come si possa insegnare non necessariamente dietro ad una cattedra e apprendere dietro ad un banco!

Alla solita domanda: “E la socializzazione ?”

innanzitutto vorrei rispondere con un’altra domanda: cosa vuol dire socializzazione? E’ stare nel sociale, nella collettività? La collettività è formata da persone della stessa età?

La collettività porta alla relazione, quindi stare con i più piccoli, con i più grandi, con i nonni, zii…

Molto bella è stata anche la condivisione con le altre famiglie.

Molto importante è stato osservare e partecipare direttamente all’evoluzione cognitiva, emotiva e relazionale di nostra figlia: fino agli 8/9 anni c’è stato un percorso, poi, per natura, arriva la richiesta di altro.

Si può dire che è uno SGUARDO COMPLETAMENTE DIVERSO VERSO

L’EVOLUZIONE E LA CRESCITA DEI NOSTRI FIGLI.

Per concludere vorrei evidenziare la difficoltà che ha affrontato nostra figlia nel passaggio alle superiori: la gestione emotiva delle verifiche e delle valutazioni . Questo è stato il punto più difficile, il resto è sempre andato bene, anzi l’approccio alla didattica a distanza è stato facilitato dalle conoscenze pregresse.

Credo sia bene dire che è UN’ESPERIENZA IMPEGNATIVA, è un percorso dove è normale incontrare difficoltà, ma sottolineo… MERAVIGLIOSAMENTE impegnativo.

Giulia Pecis Cavagna, mamma homeschooler per 8 anni, vicepresidente LAIF, insegnante

A questo link potete trovare il video completo della serata

Altri articoli sull’apprendimento in famiglia nella pratica qui

Condivisione di esperienze: Giulia Pecis Cavagna ci racconta…

2 pensieri su “Condivisione di esperienze: Giulia Pecis Cavagna ci racconta…

  • 13 Settembre 2020, 01:27 alle
    Permalink

    Salve, ho un figlio di 13 anni che ha sempre frequentato la scuola pubblica. Vista l’attuale situazione…mi chiedevo se potesse essere possibile non mandarlo a scuola ma farli seguire il programma da casa seguito da me. Purtroppo ho letto che chi si occupa dell’istruzione dei figli deve essere abilitato all’insegnamento o possedere una laurea in lettere o matematica. È così? Vi ringrazio anticipatamente per il vostro aiuto.
    Un saluto
    Francesca Tolomei

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    • Sergio Leali
      13 Settembre 2020, 11:22 alle
      Permalink

      Ciao Francesca,
      No, l’informazione che riporti è errata.
      Non solo non è necessaria l’abilitazione all’insegnamento per fare istruzione parentale, ma nemmeno esiste la prescrizione di questo o quel titolo di studio.
      Ti rimando alla domanda sui requisiti necessari per la pratica dell’istruzione parentale a questo link: https://www.laifitalia.it/faq/.
      Un saluto.

      Rispondi

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