In questo periodo molto intenso per l’istruzione in Italia, LAIF sta rilasciando alcune interviste a giornali interessati all’aumentato interesse da parte delle famiglie per l’istruzione parentale.
In questo articolo, il presidente Sergio Leali e la referente di zona per la provincia di Belluno, Morena Franzin, hanno risposto alle domande del Gazzettino che desiderava farsi un’idea della situazione in Provincia.
Il titolo “E sessanta bimbi bellunesi non andranno in classe” rappresenta il numero approssimativo di bambini/ragazzi che praticheranno quest’anno l’homeschooling in Provincia di Belluno. In questo numero sono già compresi homeschoolers che vivono questa esperienza già da anni, oltre ai nuovi arrivati. La situazione attuale sta dando la spinta a molte altre famiglie che ci pensavano da prima, per intraprendere questa strada. Anche in Provincia di Belluno si è creata una rete di famiglie che condividono le loro esperienze e organizzano momenti di gioco, attività didattiche, laboratori, incontri…!
In questa occasione, è stato importante sottolineare che scegliere l’istruzione parentale dev’essere una decisione da prendere dopo aver raccolto informazioni e studiato al meglio ciò che rappresenta questa possibilità di istruire i propri figli.
LAIF, grazie al contributo dei soci volontari, sta dando con grande dedizione, sostegno e informazioni attendibili a molte famiglie che sono attratte da questa possibilità. Si tratta inoltre di evidenziare che questa è un’opportunità per i genitori di intraprende un percorso più personalizzato per i propri figli e questo è uno degli aspetti più importanti dell’istruzione parentale.
Il presidente ha ricordato che fare questa scelta solo a causa della situazione attuale è molto limitante, ma sarà in ogni caso una scoperta di un nuovo modo di vivere l’apprendimento in famiglia e in comunità.
Ricordando che l’istruzione parentale è una scelta molto apprezzata e valorizzata anche all’estero, il presidente ha sottolineato l’importanza data nell’istruzione famigliare del dedicare ai propri figli “tempo buono e non il residuale di fine giornata”.