Abbiamo intrapreso una collaborazione con organismi e personalità d’Oltralpe per sostenere la loro azione di contrasto nei confronti di una legge liberticida proposta da Macron.

In quest’ottica, abbiamo tradotto la Tribune di André Stern e aderito alla petizione organizzata in Francia contro la proposta Macron.

Dall’associazione francese di famiglie homeschooler Les enfants d’abord,  abbiamo ricevuto i due seguenti comunicati stampa e volentieri li abbiamo divulgati ai mezzi di informazione italiani, per contribuire alla sensibilizzazione sulla portata liberticida della proposta Macron:

 

Non abbiamo mancato di accompagnare il comunicato stampa con il commento che segue sulla proposta di Macron:

Il presidente della Repubblica di Francia, Emmanuel Macron, sta portando verso l’attuazione ciò che aveva esposto in un recente discorso e che aveva destato preoccupazione e sconcerto non solo nei confini della  nazione che rappresenta, ma in tutto il mondo dove si pratica l’homeschooling o l’instruction en famille, o comunque in tutti coloro che si affidano alle parole che campeggiavano alle spalle del Presidente mentre pronunciava la sua comunicazione: égalité, fraternité, liberté.

E’ stato lanciato un appello, da parte di diverse associazioni francesi, perché il governo  non dia corso a quanto annunciato, vale a dire la sostanziale abolizione della possibilità di praticare “l’instruction en famille” in Francia.  Un altro provvedimento annunciato è quello che introdurrebbe l’obbligo scolastico dai tre anni età.

LAIF (L’Associazione Istruzione Familiare, www.laifitalia.it), organismo italiano per la tutela e la promozione dell’homeschooling, appoggia con convinzione questa mobilitazione.

Secondo Macron, la motivazione è da vedere nella necessità di consolidare l’unità nazionale a fronte del pericolo del proliferare del fenomeno terroristico di matrice islamica.

Per contrastarlo, Macron avrebbe individuato la necessità di una forte azione educativa per sostenere la radice fortemente laica della cultura e della politica francese.

Questi provvedimenti, non solo non sono forieri di alcun risultato positivo rispetto all’affermazione della laicità e dei tre principi fondamentali; nemmeno sono suscettibili di depotenziare il terrorismo di qualsiasi matrice. Ma al di là di questo tema che naturalmente richiede maggiore e migliore attenzione, sono da segnalare alcuni aspetti che è assai pericoloso, per la “liberté, fraternité, égalité” lasciar correre.

Il presidente afferma senza il minimo pudore che potrebbe derivare da una convinzione profonda e sostanziale dei valori “rivoluzionari” a cui dice di rifarsi, che la scuola in uno Stato ha il compito di formare un determinato tipo di cittadino con canoni delineati e precettivi.

Non serve una memoria a lunga gittata per cogliere le assonanze con l’investimento politico-culturale che coinvolse le scuole nel ventennio cruciale e tremendo del secolo passato.

Per lo meno in Italia, la Costituzione in questo campo ha voluto e saputo pronunciarsi in maniera forte in un articolo fondante per la civiltà, il numero 33: “le arti e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica individua le linee generali dell’istruzione”.

La conseguenza politica di tale enunciato è di portata enorme rispetto all’ordine sociale ed al pieno sviluppo della persona (art. 3, Costituzione). Il riconoscimento della cittadinanza politico-culturale di molteplici  ceppi è garanzia di gioco sostenibile dei contrasti, inevitabili, in un clima di riconoscimento reciproco.

L’istruzione parentale/homescooling (in Francia “l’instruction en famille”), trova in questo articolo un suo fondamento.

Le affermazioni  e la proposta di Macron, e del milieu che lo esprime, vanno in senso ostinatamente contrario e in questa direzione danno spallate dolorose alla fraternità, che significa riconoscimento di una prossimità e di un’uguaglianza oltre che di un godimento vissuto e lasciato vivere di libertà.

Le parole scritte alle spalle del Presidente mentre pronunciava il discorso si sono via via sbiadite.

Il programma di attrarre forzatamente sotto un’egida definita e “religiosamente” caratterizza da una rigida volontà formativa di Stato è ulteriormente sottolineato dall’introduzione dell’obbligo scolastico a partire dai tre anni.

Si dice obbligo scolastico, ovvero l’unica istruzione ed educazione deve essere quella impartita dall’ amministrazione statale o da chi per essa.

Si noti la differenza concettuale con il nostro ordinamento che si fonda su un altro articolo della Costituzione grandemente antiautoritaristico: l’art. 34 ..L’istruzione è obbligatoria ….. L’istruzione è obbligatoria, non la scuola è obbligatoria. Anche in Italia in verità, spesso anche in ambienti amministrativi si tende a far coincidere obbligo di istruzione con obbligo scolastico, ma la Costituzione è assai chiara anche in questo. Questo articolo è un’altra fondamenta dell’istruzione familiare.

Se l’istruzione è obbligatoria e non la scuola, che rimane opportunamente un diritto, significa inequivocabilmente che possono e devono sussistere altre forme di istruzione diverse dalla scolarizzazione.

L’interpretazione corrente è che la libertà di scelta sia tra scuole pubbliche o private, ma questo oramai è superato dalla realtà in veloce divenire, ed è sempre più improprio far coincidere il concetto di istruzione con quello di scuola; non a caso prendono sempre più consistenza concetti quali:  apprendimento naturale, o informale, non formale, acquisizione di competenze.

Detto per inciso, le grandi criticità contemporanee scaturiscono da una società in cui l’istruzione e le educazioni sono  principalmente impartite in ambito scolastico!

Le carte fondamentali a livello  planetario ed europeo: quella dei diritti dell’uomo, quella dei diritti del fanciullo, dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, attribuiscono ai genitori il dovere/diritto di educare ed istruire i figli, chiamando le Nazioni a costruire i propri ordinamenti ponendo quanto in esse enunciato come struttura portante dell’intero sistema.

La Francia come l’Italia hanno aderito a queste Carte e le hanno fatte proprie, e quindi non possono contraddirle nella formulazione delle leggi attinenti.

Per rimanere in Italia, la Costituzione non dovrebbe lasciare dubbi: Art.30 “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti….”

L’anticipo dell’obbligo scolastico a tre anni, oltre ad essere per più motivi contrario alla legislazione fondamentale è contrario alle leggi naturali, biologiche ed umane della persona, producendo disequilibri, anche gravi, prima nella giovanissima persona e poi nell’adulto che in qualche modo diverrà.

Nella società attuale, francese, italiana, tedesca, americana ecc.. dove di fatto il rapporto genitori-figli si sbiadisce in età sempre più precoce, si possono chiaramente notare le debolezze nelle giovani persone che manifestano problemi rispetto alla propria identità ed  alla solidità della stessa, con quanto ne consegue a livello individuale e sociale.

Soggetti dall’identità “scricchiolante” presentano nel profondo chiusura, paure, ostilità. La percezione di un ulteriore grado di fragilità oltre quello naturale in una giovane o giovanissima esistenza, nell’ambito dei rapporti sociali,  può  scatenare violenza e/o intolleranza, o generare fenomeni di autodistruzione, ecc.

Laddove questi caratteri si intersecano nei molteplici piani di vita individuale e collettiva con forti squilibri o con l’esaltazione di alcuni aspetti identitari astratti, la miscela diventa esplosiva.

Certamente Macron ha competenze alte rispetto a questi temi, stupisce quindi la sua linea riguardo all’istruzione familiare (instruction en famille), per la quale non si riesce ad immaginare una ragion d’essere essenziale in merito al contrasto al terrorismo.

Ancora una volta l’anello debole del sistema viene colpito e fatto segno per l’espiazione di un demerito che non ha.  Infatti, sia per numeri che per realistica incidenza sugli assetti sociali, il fenomeno dell’homeschooling, non può dirsi determinante per alcunché.

I protagonisti dei recenti tragici fatti sono tutti giovani scolarizzati.

Quello che si può purtroppo prevedere, è che la ulteriore compressione e privazione delle “fraternité, égalité, liberté” produrrà frustrazioni e mancanza di dialogo ed educazione proprio rispetto a quei valori, con effetti, altrettanto prevedibilmente, non positivi.

Non pochi genitori italiani in istruzione parentale, temono che queste perturbazioni politico-culturali d’oltralpe scavalchino le montagne e si diffondano anche nel nostro Paese.

Possiamo pensare che questo sia un pericolo lontano, anche se non inesistente.

Un importante documento del MIUR: Le indicazioni nazionali per il curricolo del 2012, aggiornate nel 2018, pongono con palmare evidenza il campo del ragionamento. Infatti nel capitolo “Per una nuova cittadinanza” così è scritto: “Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite. Siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale. Non dobbiamo dimenticare che fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece può porsi il compito, più ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente.

La finalità è una cittadinanza che certo permane coesa e vincolata ai valori fondanti della tradizione nazionale, ma che può essere alimentata da una varietà di espressioni ed esperienze personali molto più ricca che in passato.”

Il fatto che la Francia, o per meglio dire il suo Presidente (speriamo), sia giunta a questa soglia di aridità culturale e politica non è certo un segno che fa ben sperare.

 

La proposta di Macron, nel frattempo, pare esser destinata a ridimensionarsi. Continuiamo a dare il nostro contributo, insieme.

Azione per sostenere l’homeschooling in Francia, contro la proposta Macron

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