Sullo sfondo dell’articolo de “Il Domani”, le restrizioni nella Francia di Macron e l’emergenza legata al Covid-19.
Le tre interviste ad altrettante famiglie associate LAIF portano in primo piano testimonianze di apprendimento autonomo a misura di bambino.
Sono il frutto di una visione positiva dell’infanzia, accompagnata da anni di studio, di impegno e di esperienza.
Sono l’esito di un nuovo stile di vita.
Si sostanziano in un’assunzione di responsabilità incondizionata.
Una mamma ha intrapreso la strada dell’istruzione parentale da circa un anno: è nella fase conoscitivo-organizzativa. Un’altra ha un’esperienza più lunga e la terza, insegnante, ha vissuto nel tempo un’evoluzione complessiva a diversi livelli.
“L’istruzione parentale può avvenire con diversi metodi. C’è chi segue il metodo Montessori, chi quello di Steiner, chi usa la tecnologia, chi si affida a tutor esterni e chi preferisce basarsi solo su forze familiari. In quest’ultima categoria rientra l’unschooling, ossia l’apprendimento totalmente spontaneo da parte del bambino. «Per mia figlia Isabella di 6 anni ho optato per l’unschooling e, come in un villaggio, abbiamo coinvolto nonni, zii e amici che si prestano a farle scoprire la musica, a portarla al museo o al parco», racconta Annalisa Vincenzi, 47 anni, residente a Cuveglio (Varese).”
“«Chi sceglie l’educazione parentale deve farlo con senso di responsabilità – avverte Piffero – Non deve essere una fuga dalla scuola per sottrarsi ai rischi del Covid-19 o a delusioni scolastiche, ma una vera scelta. È un’occasione anche per i genitori. Grazie a questa esperienza mi sono messa all’altezza dei bambini e ho visto il mondo in maniera diversa ritrovando vecchie passioni come il rispetto per l’ambiente». ”
L’articolo integrale de “Il Domani” si trova a questo link.
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