Un aspetto sul quale si concentra il rapporto tra l’homeschoolig e la scuola, soprattutto in questo periodo dell’anno, è quello della valutazione.

Tale relazione, come ogni circostanza di confine, è il luogo concettuale dove si concentrano le comprensioni reciproche, o le incomprensioni.

Le dinamiche che con varie declinazioni si verificano sono primariamente legate alla assunzione più o meno piena della natura dei due fenomeni.

 

Scuola e homeschooling: due modalità con pari diritto di cittadinanza nel mondo dell’istruzione

Tentando di sintetizzare al massimo, si può dire che con  l’istruzione parentale si pongono le condizioni per valorizzare al meglio la categoria della personalizzazione, pur mirando ad un orizzonte condiviso collettivamente.
Con la scolarizzazione,  le condizioni sono più favorevoli per la sviluppo delle conoscenze e competenze convenzionalmente individuate.

Entrambe le modalità di apprendimento/istruzione hanno pari “cittadinanza” nell’ordinamento italiano.

Tale concezione sta prendendo crescente consistenza, e ciò favorisce lo scioglimento di nodi percettivi e  sostanziali, nell’ottica di un sistema dell’istruzione e dell’educazione effettivamente inclusivo.

Laddove includere è inteso come cooperazione solidale tra soggetti analogamente diversi, in un insieme comunitario finalizzato al bene comune, l’apprendimento/istruzione e l’educazione sono un bene comune primario al pari del nostro habitat; la scuola e l’homeschooling sono due soggetti con caratteristiche diverse che possono operare in modo sinergico al suo raggiungimento.

La “coltivazione” democratica e lo sviluppo del bene comune (apprendimento/istruzione ed educazione) nella nostra Costituzione sono  delineati  nell’art. 33:

 

(1)L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. 
(2)La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione...

 

Se, da parte degli homeschooler, talvolta può esserci una accentuata tensione a far prevalere i connotati del punto 1, sul versante della scuola talvolta possono emergere propensioni più afferenti al punto 2.

L’eccessivo distanziamento o travisamento, e  il complementare arroccamento sulle rispettive posizioni dà adito ad incomprensioni, se non a conflitti d’intenti e di pratiche.

La valutazione per il pieno sviluppo della persona

La parola valutazione nell’ambito dell’apprendimento/istruzione ed educazione ha “personalità” assai controversa.

Valutare comporta un atto di attribuzione di valore. Qual è il parametro rispetto al quale viene esercitata la funzione valutativa in questo fondamentale campo? E’ quello quantitativo delle conoscenze? O anche delle competenze? E’ quello dell’allineamento con gli standard tecnico-disciplinari?

Non è improprio pensare che sia l’apprendimento che l’educazione siano parte dell’intricato processo che potrebbe/dovrebbe portare l’individuo al pieno sviluppo della propria persona che gli consenta la effettiva partecipazione alla comunità, secondo le proprie possibilità e la propria scelta. Riferimenti imprescindibili a sostegno li troviamo ancora una volta nella Costituzione della Repubblica:

Art.3 “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli … che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti...all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Art.4 “ ….Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società

 

Altri snodi di valore sono incastonati  nelle Carte globali ed europee.

Quindi, se “oggetto” della valutazione è “la persona umana”, è molto delicato e impattante  per chiunque esprimere  delle quantificazioni.

La delicatezza  è tanto più accentuata, visto il soggetto al centro di questo processo: il fanciullo.

 

Valutazione come accertamento e validazione

In quanto ente pubblico di vigilanza sul diritto che ogni giovane ha di essere istruito, la scuola cosa  accerta?

Che vi sia un processo di apprendimento/istruzione effettivamente in atto e che lo stesso sia in ottemperanza al dettato costituzionale, in particolare all’art. 33 e con i punti del medesimo  richiamati sopra (“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione…”).

Questi esprimono la valenza della personalizzazione, della scelta genitoriale e della delineazione collettiva del patrimonio condiviso di conoscenze e competenze necessarie e sufficienti perché ogni individuo sviluppi la propria persona e la sua miglior qualità di cittadino.

“Le dinamiche dell’apprendimento si evolvono e si inverano in ogni individuo con delle particolarità e con analogie di carattere generale.

In istruzione parentale l’individuazione delle strade su cui procedere è in carico ai genitori che, tenendo in vista i presupposti richiamati sopra, articolano le attività e/o creano le condizioni perché gli apprendimenti si possano avviare e sviluppare, tendenzialmente con la trazione attiva dei figli. Questo porta a configurazioni singolarmente caratteristiche dei fenomeni di apprendimento degli homeschooler.

La scuola è chiamata a riconoscerle ed a validarle in quanto coerenti con i principi della personalizzazione e della rispondenza alle linee generali.”

 

Validare percorsi per valutare in modo formativo

Le recenti linee guida per la valutazione emanate dal Ministero, con il costante richiamo alle Indicazioni nazionali per la formazione del curricolo del 2012/2018, ed all’art. 1 del D.Lgs 62/2017, di cui recepiscono principi e declinazioni, danno un apporto innovativo alla prassi.

In questo documento si sottolinea “il valore formativo” del momento della valutazione.

E’ evidente che la ponderazione tra i due poli “personalizzazione” e “norme generali”non possa originare, se non in termini generali (La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione), dal corpus dell’istruzione scolastica.
Ritmi scanditi con una determinata metrica, contenuti, suddivisione in materie,  in ambito scolastico sono necessariamente organizzati in specifici modi che tengono conto dei dati fondamentali della contemporaneità/compresenza, della disponibilità lavorativa in rapporto alla consistenza numerica e sostanziale dell’utenza.
Tali connotati concorrono a delineare il paradigma scolastico.

Fruizione dello spazio e del tempo, spesso in maniera poco predefinita e cadenzata, avvio di apprendimenti non da scansioni precettive ma da “campi di esperienza”, approcciati ed esperiti con il desiderio e l’interesse insite nella tensione verso il sapere e l’essere che ogni giovane ha nelle sue disponibilità naturali, dipanarsi di apprendimenti che tendenzialmente si discostano dalla suddivisione disciplinare, verificarsi di apprendimenti informali o non formali, tutti questi sono alcuni caratteri dell’homeschooling.
Tali aspetti possono essere caratterizzanti quanto meno di alcuni approcci tra i più significativi dell’istruzione parentale.

“Questa “valutazione e autovalutazione”, per coerenza con quanto detto prima, deve avvenire sulla base del campi che sono stati legittimamente  frequentati, tra i molti possibili. In questo novero i campi prescritti, con specifiche modalità, nei contesti scolastici sono tra i possibili che i genitori eventualmente possono scegliere.”

Leggi l’approfondimento di Sergio Leali su Orizzonte scuola

Qui si trova la nostra rassegna stampa.

Valutazione come validazione in homeschooling

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