Abbiamo il piacere di condividere la ricetta di mamma Ornella, entusiasta dell’esperienza d’esame dei propri figli.

Buongiorno, condivido con tutti voi la mia testimonianza d’esame che definirei STREPITOSA e anche tanto fortunata leggendo di esperienze dove i nostri piccoli homeschoolers sono purtroppo stati maltrattati pur uscendone vincenti.

Ricetta del nostro esame

Innanzitutto, ho scelto questo titolo pensando all’estate, ai vari ingredienti che ci sono in una ricetta.

  • Il “nostro” esame perché abbiamo capito che può essere molto diverso l’uno dall’altro, anche all’interno della stessa scuola e a seconda delle persone.
  • Conoscenza: perché c’era una conoscenza di base della normativa da parte della scuola che era ben informata sull’istruzione parentale e sapevano che dovevano tenere conto del progetto didattico educativo.
  • Accoglienza: perché pur essendosi svolto in modo tradizionale, l’esame è stato speciale per il fatto che gli insegnanti sono stati accoglienti, anche con i ragazzi.
  • Un pizzico di fortuna: l’ho inserito perché anche se si dice che non dovrebbe essere la fortuna a determinare lo svolgimento dell’esame, al momento è ancora così nella situazione attuale italiana. Sarebbe ipocrita negarlo, anche sentendo le varie testimonianze raccontate da amiche, a volte veramente dolorose per i ragazzi, ho sentito di essere stata fortunata. Come dicevo loro mi sento quasi in colpa, perché ci sono state veramente brutte esperienze.

La base della ricetta: una scuola ben informata

Primo anno di homeschooling con figlio in prima elementare e figlia in prima media.

Abbiamo scelto una scuola pubblica (esame gratuito) che non conoscevo. Già nello zoom pre-esame ebbi sensazioni positive dalla dirigente perché ferrata sull’argomento.

In particolare, disse di fronte all’ansia delle mamme sul programma:

– vi ricordo che siamo noi a dover leggere i vostri programmi e non il contrario

– il colloquio non è un interrogatorio ma si tratta di una “conversazione olistica globale e coerente con il percorso fatto”

– se vogliono portare i progetti multidisciplinari sono accolti ben volentieri, ma solo se questo fa loro piacere.Talvolta vediamo che è sentito come un obbligo anche quello, quindi sappiate che non è necessario, ma se i ragazzi vogliono portarlo è ovviamente anche un modo per rompere il ghiaccio e sentirsi a proprio agio.

Per la prima elementare

Con tali premesse, l’esame di prima elementare è stato: il primo giorno 4 schede di italiano e 4 di matematica.

All’orale, il giorno seguente, siamo entrati anche noi genitori e il bimbo è stato interrogato per 30 minuti durante i quali ha potuto mostrare il lavoro svolto (dal lupetto realizzato con la tecnica a strappo, al giornalino degli homeschoolers e tanto altro).

Le insegnanti, con entusiasmo, vedevano il materiale traendo spunto anche per se stesse, interrogando (i giorni della settimana, i mesi, le stagioni). Soprattutto, in modo quasi commovente, insegnando durante l’esame: per esempio sul disegno della sua manina fatta in primavera, hanno chiesto di mettere la mano sopra per mostrargli quanto il tempo era passato e quanto ora sia più grande.

Per la prima media

La figlia di prima media ha fatto: il primo giorno uno scritto di italiano che lascia ampio spazio alla scrittura, alla fantasia e alle emozioni ovvero “la descrizione di un amico”.

Il secondo giorno: il compito di matematica che credo essere stato, da quanto mi è stato riferito da lei e dalla sua amica, “giusto” nel senso nè troppo facile nè troppo complicato ( mcm, MCD, problemi).

Il terzo giorno: uno scritto di inglese, con esercizi e comprensione del testo.

L’ ultimo giorno: all’orale era di fronte a una commissione di 11 professori distanti, pertanto le hanno fatto presente che poteva togliere la mascherina.

Sono partiti dal suo progetto “il viaggio” dal quale traevano spunto per le domande (tante!) ma tutte con l’intento di conoscerla e interrogarla senza la volontà di metterla in difficoltà.

Quando è rimasto poco tempo, poiché aveva dei disegni da mostrare, le hanno chiesto di scegliere lei stessa solo 2 tra essi che la rappresentavano di più e spiegare il perché li aveva scelti (a parere mio questa proposta denota grande intelligenza perché permette di verificare diverse competenze).

Non ho ancora gli attestati di idoneità ma sicuramente ci siamo sentiti accolti per la conoscenza del mondo homeschooler dalla parte di chi esaminava.

Ringraziamenti

I ringraziamenti sono tanti: a Nunzia e Sergio di LAIF con il primo zoom (agosto 2020) dove in una decina di noi cercavamo di capire se i figli andavano ritirati o meno; a Morena che con pacatezza mi ha sempre spiegato tutto consigliandomi anche sul ritiro del bimbo il 13 settembre, quando insieme ad Andrea e Tiziana ci avevano chiesto di non aspettare l’ultimo giorno; ad Alessia che mi ha trasmesso la voglia di condividere; a Simona mamma homeschooler veterana che mi ha dato la sicurezza per fare scelte coraggiose con un aiuto in presenza vitale; nonché a tutte le carovaniere perché ogni loro spunto o riflessione è un seme che accolgo per crescere insieme ai miei figli.

Mamma Ornella dal Veneto

Troverete altre testimonianze della rubrica voci di LAIF a questo link

Ricetta del nostro esame: conoscenza, accoglienza e un pizzico di fortuna

Un pensiero su “Ricetta del nostro esame: conoscenza, accoglienza e un pizzico di fortuna

  • 9 Luglio 2021, 08:05 alle
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    Meravigliosa testimonianza… grazie Ornella ♥️

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