Mamma Antonella condivide con noi alcune riflessioni sul “valore educativo dell’utopia”, ispirata da un libro che ha trovato per caso in biblioteca… Ha così potuto notare che “l’apprendimento incidentale funziona alla grande anche con noi adulti!”
In uno dei miei precedenti articoli vi avevo parlato del famoso libro scritto da Gianni Rodari “La grammatica della fantasia-Introduzione all’arte di inventare storie”.
In questo geniale libretto, utile a mio avviso sia agli insegnanti che ai genitori, si parla tra l’altro del “valore educativo dell’utopia”. Questo concetto mi ha incuriosito e mi ha spinto ad approfondire..
Così mi sono trovata quasi per caso tra le mani un altro libro che parla di Rodari e di come rileggere i suoi racconti insieme ai bambini. Questo libro si chiama “La scintilla dell’utopia” ed è stato scritto nel 2020 da Alice Bigli, Ed. San Paolo.
Condivido pertanto alcune riflessioni su questo tema che mi sembrano importanti anche per noi genitori in istruzione parentale.
Il libro
Lo scopo principale dell’autrice è quello di proporre dei percorsi di lettura a partire dai grandi temi rodariani come la povertà, la guerra e la pace, le disuguaglianze, il potere e la democrazia, l’ottimismo e la fiducia nel futuro.
Come sottolinea ancora l’autrice, spesso si associa Rodari ad alcune storie e filastrocche molto famose e ci si dimentica che questo straordinario scrittore si rivolgeva non solo ai bambini ma anche agli adulti. Sebbene non abbia scritto testi sistematici di pedagogia, in realtà dalla sua opera letteraria emerge una profonda attenzione all’arte di educare.
E questa attenzione scaturiva principalmente dalla sua grande capacità di saper ascoltare e dialogare con i bambini… A tal proposito riporto una sua filastrocca che riassume molto bene l’essenza del suo pensiero pedagogico.
“Un signore maturo con un orecchio acerbo”
Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane, anzi, era maturato
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e potermi studiare il fenomeno per benino.
Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età
di quell’orecchio verde cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio,
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
E’ un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire.
Ascolto quello che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose…
Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno, sul diretto Capranica-Viterbo.
(in Parole per giocare, Manzuoli Editore, 1979)
Saper ascoltare e dialogare con i bambini
Una prima riflessione, dunque, riguarda sicuramente l’importanza di saper ASCOLTARE i bambini. Tutti noi lo sappiamo, da genitori e da educatori, ma nella pratica a volte è faticoso, oppure ce ne dimentichiamo e lasciamo prevalere il nostro ruolo di adulti che spiegano, indirizzano, correggono… forse riscoprendo il nostro “orecchio acerbo” saremo più capaci di ascoltare i nostri figli e di DIALOGARE davvero con loro!
Nel libro sopra citato, inoltre, si parla di lettura “dialogica” intesa come una modalità possibile di lettura adulto/bambino. Questa modalità è finalizzata ad instaurare un dialogo anche su temi più “impegnativi” come quelli rodariani a cui accennavo prima. Testualmente:
“Nella lettura dialogica l’adulto stimola il bambino a partecipare alla lettura condivisa di un libro, facendogli domande, espandendo le risposte e mettendo in relazione la storia del libro con l’esperienza del bambino” (Nati per leggere)
L’autrice fornisce all’interno del libro, una bibliografia ragionata e organizzata per temi quali povertà, migranti, disuguaglianze, lavoro, democrazia e libertà, guerra e pace, amicizia, visione dell’infanzia, diritti e regole, scuola ecc. Questa ricca bibliografia offre la possibilità di creare percorsi di lettura per tutti i gusti, a partire da alcuni testi di Rodari, per poi continuare con libri e albi illustrati di scrittori contemporanei.
“Coltivare un pensiero utopico”
Un’altra riflessione a mio avviso importante che scaturisce dalla lettura del libro di Alice Bigli, riguarda il concetto di “utopia”. Questo è di fatto il concetto centrale del libro stesso, così come viene inteso dallo stesso Rodari che parlava proprio del “valore educativo dell’utopia”.
Il termine “utopia”, nell’accezione comune, sembra assumere quasi sempre un significato negativo quando associato a qualcosa di irrealizzabile e quindi potremmo dire illusorio. In questo senso “coltivare un pensiero utopico” sembrerebbe inutile se non addirittura dannoso..
Perchè allora Rodari parla del valore educativo dell’utopia? Leggiamo ancora una volta le sue paole:
“..bisogna che il bambino faccia provvista di ottimismo e di fiducia, per sfidare la vita. E poi non trascuriamo il valore educativo dell’utopia. Se non sperassimo, a dispetto di tutto, in un mondo migliore, chi ce lo farebbe fare di andare dal dentista?” (da “La grammatica della fantasia”)
Nel pensiero rodariano, dunque, l’utopia acquista un significato positivo nella misura in cui permette al bambino (e anche all’adulto) di immaginare un mondo diverso, un’alternativa possibilmente migliore a ciò che già esiste. Il passo successivo sarebbe quello di provare a realizzare ciò che si è immaginato, con gli strumenti che si hanno a disposizione..
(Nel caso della nostra famiglia, solo qualche anno fa pensare di scegliere l’istruzione parentale era quasi un’utopia! Poi è diventata una realtà nella misura in cui come genitori abbiamo immaginato e poi realizzato qualcosa di “diverso” per nostro figlio..come hanno fatto tante altre famiglie!)
Dall’utopia alla realtà: il valore educativo dell’utopia
Scrive ancora la Bigli nel suo libro:
“Rodari propone ai bambini una spinta continua all’utopia intesa come passaggio obbligato dall’accettazione passiva del mondo, alla capacità di criticarlo, all’impegno di trasformarlo”.
Ecco, questo aspetto mi sembra molto importante anche per noi genitori che abbiamo scelto di assumerci la responsabilità di istruire i nostri figli.
A volte è difficile affrontare insieme a loro alcuni “grandi” temi di attualità, ma non per questo bisogna rinunciare… leggere insieme dei libri (o albi illustrati) in modo “dialogico” può essere una strada per ASCOLTARE i bambini e lasciarsi interrogare dalle loro domande. Non sempre è necessario dare risposte “giuste” o immediate; i bambini amano fare domande anche semplicemente per il gusto di farle. E soprattutto per loro è importante sapere che c’è qualcuno pronto in ogni momento ad ACCOGLIERE le loro domande. Ogni domanda, inoltre, può aprire un percorso di ricerca che coinvolge tutta la famiglia ed essere uno stimolo per apprendimenti futuri!
Concludo riportando ancora una volta le parole della Bigli:
“Gianni Rodari sembra mettere in fila gli ingredienti per coltivare un pensiero utopico nei bambini. Il primo…è inevitabilmente la presa di coscienza, pur graduale e comunicata in modo adeguato, del fatto che non viviamo in un mondo giusto. Senza capacità di vedere l’ingiustizia non può scattare nessuno slancio per un futuro diverso. A questa capacità di vedere l’errore nel reale, nel presente, andranno mescolati la capacità dello slancio fantastico, il pensiero divergente…A tutto questo dovranno aggiungersi l’ottimismo, la fiducia nel futuro e dunque nell’infanzia, il desiderio di modificare l’approccio ad essa degli educatori che se ne occupano, come insegnanti e genitori.”
Mi sembra un bel programma, coltivare in noi “la scintilla dell’utopia”… e non dimenticarci del nostro orecchio acerbo, come quel signore sul diretto Capranica-Viterbo!
Grazie Rodari!
Mamma Antonella
Mamma homeschooler, socia LAIF e autrice del blog “Percorsi di apprendimento”
Conoscere Gianni Rodari: alcuni spunti si possono trovare in uno dei numerosi siti dedicati
Per chi desidera leggere altri contributi di mamma Antonella, li trovate a questo link
Molti altri spunti di riflessione sull’apprendimento, nella sezione “Riflessioni sull’apprendimento” del sito LAIF
Uh! Che delizia che sono i testi di Rodari! Grazie Antonella per condividerli con tutti noi in questa pagina. Non resisto però a proporre un cambiamento nella storia: E se il signore del treno , crescendo non fosse diventato tutto acerbo con solo un’ orecchio maturo?
È una bella variante della filastrocca! Rodari ne sarebbe sicuramente contento!!