
L’incontro fra famiglie in accertamento del 14 giugno 2022 ha rivelato un panorama molto variegato di situazioni e storie. Con qualche costante.
La serata era riservata alle famiglie che avevano portato ad uno stadio avanzato una dialettica con il dirigente scolastico di una scuola statale al fine di ottenere una verifica del dovere di istruzione diversa dall’esame standard, di tipo scolastico, organizzato per materie, suddiviso in prove scritte e prove orali, ecc.
Cerco di fare una rapida sintesi delle testimonianze raccolte, rispettando la riservatezza sulle identità dei partecipanti (le parti fra “” sono citazioni testuali dei presenti). Tornerò a breve sul tema.
Vista la quantità di argomenti, ho organizzato le informazioni come riportato qui sotto:
Accertamento?
Alcuni numeri della serata
Qualche analogia fra i racconti
Accertamento: un panorama diversificato …..
Il piano normativo, amministrativo e burocratico, oltre che didattico-educativo
L’umano al centro
Dialogo e oltre
I consigli delle famiglie in accertamento
Nuove sfide
Accertamento?
E’ risaputo che il termine “accertamento del dovere di istruzione” non è esplicitamente riportato nella normativa vigente, ma è il frutto della riflessione sviluppatasi all’interno di LAIF, prendendo le mosse da una lettura sistemica delle norme, alla luce di un percorso logico, mosso dalla natura più profonda dell’istruzione parentale. La legge nazionale infatti, invocando la personalizzazione dei percorsi, affida alla professionalità dei docenti ed all’autonomia delle Istituzioni scolastiche la responsabilità di gestire delle forme di verifica che siano prima di tutto formative.
La normativa non si rappresenta con una pregnanza assoluta, probabilmente rispecchiando una percezione non ben definita del fenomeno istruzione parentale da parte del legislatore. In questo spazio di “non finito” si apre l’opportunità di far emergere letture sostenibili e coerenti con la sostanza vera del fenomeno.
Come si è visto anche in queste esperienze, detti spazi presentano qualche limite , ma sono significativi e, laddove si intravedono circostanze positive, val la pena lavorare in tal senso.
Ogni anno ci sono genitori che ci credono, si impegnano e talvolta riescono ad offrire ai propri figli l’opportunità di una verifica rispettosa del percorso di istruzione intrapreso.
Le famiglie per le quali è stato pensato l’incontro del 14 giugno 2022 erano tutte impegnate in un percorso di “accertamento del dovere di istruzione” in una scuola pubblica, in luogo dell’”esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva”.
Accertamento del dovere di istruzione vs. esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva
Cosa si intende esattamente per accertamento? Tento di seguito una breve definizione:
- “esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva” = esame di tipo scolastico, strutturato e organizzato per materie, con prove diverse (ad esempio scritte, orali, pratiche, ecc.), distribuite su più momenti della giornata o della settimana e strutturato a partire da contenuti, suddivisi per discipline scolastiche, troppo spesso identici a quelli sviluppati nelle aule; l’”esame” dà diritto all’idoneità alla classe successiva.
- “accertamento” = verifica informale, non necessariamente suddivisa per materie, concordata con una scuola statale; l’”accertamento” non è volto alla verifica degli stessi contenuti/abilità di chi frequenta la classe corrispondente, ma soltanto ad accertare il fatto che l’homeschooler sia effettivamente protagonista di un processo di apprendimento adeguato per la sua età e per le sue caratteristiche, in linea con le Indicazioni nazionali per il curricolo, ovvero, ad accertare che i genitori stiano effettivamente facendo ciò che hanno scritto nella dichiarazione iniziale (“provvedere all’istruzione del proprio figlio”); l’”accertamento” tiene a riferimento il progetto didattico-educativo della famiglia e le Indicazioni nazionali per il curricolo e può svolgersi sotto forma di gioco, di presentazione di un manufatto/lap-book/materiale realizzato dal ragazzo, o in altro modo, a seconda degli accordi scuola-famiglia. L’accertamento non sfocia necessariamente in un’idoneità alla classe successiva.
Le condizioni
Spesso l’iter per raggiungere gli accordi con la scuola è lungo e impervio, ma, come si è dimostrato anche quest’anno, alcune famiglie hanno portato a buon fine questa esperienza.
Tuttavia il buon esito necessariamente implica che vi sia una convergenza di fattori favorevoli, tanti dei quali non dipendono dalle famiglie. Perciò è consigliabile muoversi in tempi anticipati, per poter, nell’eventualità di insorgenza di ostacoli smisurati, cambiare strada e cercare soluzioni praticabili. L’importante è che il giovane viva il momento della valutazione come positivo ed edificante; tutte le nostre azioni dovrebbero essere orientate in tal senso.
Alcuni numeri della serata:
- 11 presenze, ciascuna corrispondente ad una famiglia; alcuni assenti per cause di forza maggiore (motivi di salute, impegni vari o problemi di collegamento). Qualcuno ha dovuto scollegarsi prima della conclusione per motivi tecnici
- Due persone presenti fanno parte di un gruppo più ampio, dove anche altre famiglie (che non hanno partecipato alla riunione) hanno scelto la via dell’accertamento in luogo dell’esame scolastico
- Solo in una situazione l’accertamento si è svolto in una scuola paritaria. Altrimenti è sempre stato concordato con il dirigente dell’Istituto comprensivo di riferimento (che però non coincide in tutti i casi con quello del territorio di residenza)
- 2021 e 2022 gli anni in cui si sono svolti gli accertamenti in questione
- L’età dei ragazzini in accertamento varia da 6 a 14 anni; non ha partecipato nessuna famiglia con figli alle superiori (anche perché gli “esami” devono ancora svolgersi)
- 3 ore è la durata delle testimonianze e del confronto che ne è scaturito. Verso mezzanotte ci siamo detti “arrivederci”.
Qualche analogia fra i racconti
Le principali costanti nelle storie raccontate riguardano soprattutto due aspetti:
- La lunghezza e la fatica del lavoro dialettico con il Dirigente: alcuni hanno cominciato in settembre 2021, altri in novembre e la questione non si è risolta con una o due pec!
La primissima reazione della scuola di solito è stata il rifiuto, la contrapposizione. Poi si è assistito ad un ammorbidimento, di fronte alla bontà e autenticità delle argomentazioni proposte e sostenute con determinazione.
In un caso, la scuola è stata irremovibile. Non tutto dipende solo dalla famiglia! - La difficoltà per i docenti di passare dalla teoria alla pratica … il classico “fra il dire e il fare …”, come ha ben espresso un papà.
Ovvero: a parole, tutti d’accordo, tutto bene, tutto a posto, ma poi, durante il colloquio, gli insegnanti tendono a fare domande, in stile interrogazione.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio?
Quindi le mamme (grandissime!) in più di un caso, sono intervenute ed hanno ricordato, educatamente, che non si sta facendo un esame. In un caso, il dirigente si è scusato.
Accertamento: un panorama diversificato …
… geograficamente
Le regioni italiane coinvolte sono diverse e comprendono il sud, il nord ed anche un’isola.
… per età,
Abbiamo ricevuto testimonianze relative a classi diverse della primaria e della secondaria di primo grado. Particolarmente interessante è stato l’accertamento in sostituzione dell’esame di Stato (terza media).
… per storie
Sinergia
Alcune famiglie hanno lavorato in sinergia, dandosi una struttura associativa, suddividendosi i ruoli e le incombenze, nonché gli ambiti di approfondimento.
Tale organizzazione ha naturalmente richiesto l’impiego di energie, di tempo, notevole capacità di mediazione e pazienza. Ma ha anche costituito una risorsa preziosa. Ha fatto sì che il dirigente scolastico ed i docenti si confrontassero di volta in volta con persone competenti.
Il fatto di parlare/scrivere usando una terminologia e dei concetti propri del mondo della scuola e familiari agli insegnanti ed al D.S. può far capire che dietro c’è sostanza e non improvvisazione.
Autonomia e coordinamento
Altre famiglie sono arrivate all’accertamento in autonomia, intavolando un dialogo personale con il dirigente scolastico, fondato sulle proprie convinzioni, sui propri riferimenti pedagogici, le scelte, e sulle proprie caratteristiche come famiglia e su quelle dei loro figli, sulle loro storie …
I genitori hanno gestito direttamente tutte le fasi del processo dialettico: dal reperimento dei riferimenti normativi, pedagogico-didattici ed educativo-metodologici, alla strutturazione di un proprio progetto e di una strategia, alla richiesta del primo appuntamento, alla richiesta delle argomentazioni che sostengono le risposte del Dirigente, alla gestione del colloquio.
Qualcuno ha raccontato che fra mamma e papà si sono suddivisi i ruoli in base alle attitudini e/o competenze: lei si è dedicata allo studio e lui ha fatto leva sulle sue capacità empatiche nella relazione con l’istituto di riferimento.
Il destino
Era presente anche una mamma che l’accertamento lo voleva, l’ha chiesto e non l’ha ottenuto.
C’era pure una mamma che si era preparata nell’ottica di un esame e che invece, suo malgrado, ha ricevuto dalla scuola l’indicazione di non farlo “perché intanto non è obbligatorio e lo può fare l’anno prossimo”. Questo sulla base di una presunta “inadeguatezza” del “programma svolto” dal bambino, rispetto a quelli degli insegnanti della commissione.
… e approcci all’accertamento
C’è stato chi ha argomentato soprattutto a livello normativo, chi invece ha impostato la propria strategia sul piano pedagogico-didattico-educativo.
In un caso, il coordinamento con i docenti è arrivato fino a pensare insieme la prova di accertamento.
In tutti i casi, si sono uniti determinazione, rigore nel richiedere le informazioni dovute e gentilezza … “la rivoluzione gentile” è stato detto durante la serata.
Una mamma ha ben espresso la consapevolezza che è necessario andare in punta di piedi perché “si va a sconvolgere degli equilibri”. La scuola spesso non conosce il vero volto e la straordinaria ricchezza dell’istruzione parentale. La riduce alla banale riproposizione delle dinamiche e logiche scolastiche trasposta al di fuori dagli istituti. Come se cambiasse solo il “dove” e non anche il “come”, “cosa”, “quando”, “quanto”, “chi” ….
Di fronte ad una richiesta di non-esame, la reazione più probabile è quella della paura, della diffidenza. Il messaggio da far arrivare è che non c’è l’intenzione di sottrarsi al dialogo o al controllo, ma che si cerca la coerenza pedagogico-didattica, educativa e normativa.
Il piano normativo, amministrativo e burocratico, oltre che didattico-educativo
Una famiglia (dove il ragazzino di fatto ha sostenuto solo 2 esami di idoneità in tutti gli otto anni di istruzione parentale) si è studiata le normative e le FAQ sul sito di LAIF. Vi ha trovato le argomentazioni per sostenere la propria scelta di richiedere un semplice colloquio di accertamento del dovere di istruzione al posto del l’esame di terza media. Queste argomentazioni si articolavano in due punti principali:
- La valutazione deve avere valenza formativa, non solo perché ciò è stabilito dalla legge, ma anche perché altrimenti perde il suo senso
- Considerato che in istruzione parentale la “classe successiva” non c’è, che non si procede per classi scolastiche, i genitori non avevano intenzione di far sostenere l’esame di terza media a loro figlio per motivi pedagogici, né erano interessati ad ottenere l’idoneità alla classe successiva.
La scuola ha inizialmente negato una prova diversa dall’esame di Stato (terza media). La famiglia ha risposto, sempre per iscritto, chiedendo le motivazioni del diniego.
Quando è stato presentato il curriculum informale (progetto didattico-educativo famigliare), la scuola ha risposto che non andava bene. Con un’altra pec, i genitori hanno chiesto di indicare quali erano le leggi che impedivano alla scuola di accogliere il loro progetto.
Dopo un lungo andirivieni di comunicazioni fra la scuola e la famiglia, alla fine il curriculum informale andava bene e si è concordato un colloquio online di una mezz’oretta circa, esclusivamente basato sul progetto didattico-educativo famigliare, al posto dell’esame di terza media.
Non tutte le ciambelle escono col buco
Un’altra mamma ha invece testimoniato di aver incontrato un dirigente estremamente rigido e irremovibile che non aveva nemmeno letto il progetto didattico-educativo della famiglia, quindi non aveva idea di cosa si stesse parlando!
Ecco le sue parole: “Non potevo permettermi di spendere centinaia di euro per l’esame presso una scuola paritaria, quindi mi sono ritrovata ad aprile senza una scuola d’esame. Mi restava poco tempo e così ho deciso di chiedere alla scuola vigilante. Ho scritto, con una semplice mail, le mie intenzioni al dirigente scolastico e dopo qualche ora mi ha contattato la vicepreside, alla quale ho chiesto di poter parlare direttamente con il dirigente scolastico. Ho ricevuto la sua telefonata il giorno dopo e in questa occasione si è dimostrato riluttante alla mia proposta d’incontrarsi. Successivamente a varie PEC, tra cui la richiesta d’accertamento, lui ci ha chiesto delucidazioni in merito e noi abbiamo chiesto con una PEC un incontro per spiegargli tutto. Fin dal primo incontro si è dimostrato, e si è autodichiarato, “persona chiusa e strettamente legato alle Leggi”.”
Il risultato quindi non è stato l’accertamento (almeno non quest’anno), ma un avvicinamento fra le due posizioni. Questa è la premessa fondamentale per un dialogo più fruttifero.
L’umano al centro
Consapevole della ricchezza dell’esperienza dell’homeschooling, una mamma ha deciso di “coinvolgere il dirigente scolastico nel processo di crescita” che stava interessando tutta la famiglia, genitori compresi, dopo la scelta dell’istruzione parentale.
Ha deciso di far capire al D.S. che si doveva guardare al bene comune e che anche lui poteva fare qualcosa per contribuire allo sviluppo del ragazzo.
Ed ha avuto la fortuna di incontrare una persona aperta e sensibile.
L’idea di creare un ambiente idoneo ed accogliente è venuta dal dirigente, come anche quella di una prova online.
Per l’anno successivo, la scuola ha fatto sapere che era opportuno che il ragazzino sostenesse un esame di idoneità classico. La famiglia ha accettato serenamente, nell’ottica della collaborazione e del dialogo.
La mamma aveva infatti capito di dover riconoscere ed accettare anche i limiti della scuola, che aveva già fatto un’eccezione rispetto ai propri standard.
Dialogo e oltre
Un gruppo di genitori ha preso le mosse da due perplessità:
- la loro, che si chiedevano che senso ha l’esame in un percorso caratterizzato da un approccio prettamente informale; la sensazione era quella di una sostanziale estraneità dell’esame rispetto alle loro scelte educativo-pedagogiche e quindi di un sostanziale non-riconoscimento del valore dell’esame stesso
- la perplessità del dirigente che ha comunicato loro di non avere le risorse per valutare adeguatamente i bambini.
I genitori si sono sentiti di cercare di riempire di senso una norma che altrimenti rischia di ridurre l’esame ad una pura formalità. La speranza che li ha animati era quella di rendere tale momento un’occasione di arricchimento. Per questo motivo hanno investito più sugli aspetti pedagogici, sul dialogo e il riconoscimento reciproco.
Il lavoro preparatorio
Grazie all’accoglienza del dirigente ed al desiderio di imparare dei docenti, si è avviato un processo di apertura ed avvicinamento. I genitori hanno costituito un’équipe pedagogica, portavoce di tutte le famiglie, che aveva il compito di interfacciarsi con la commissione formata dagli operatori della scuola.
E’ stato condiviso un progetto, in due momenti dell’anno sono stati presentati portfoli molto articolati, sono stati fatti tre “incontri di osservazione reciproca fra i bambini e la commissione”, intervallati da ulteriori incontri fra l’équipe pedagogica e la commissione.
… il lavoro durante tutto l’anno
I momenti con i ragazzini sono avvenuti non solo in tempi diversi, ma anche in luoghi diversificati: il “campo-base” del gruppo, il giardino della scuola …
Hanno cominciato a settembre ed alla fine sono arrivati a proporre (loro, i genitori) le attività per l’accertamento: un gioco che consenta ai bambini di esprimere le proprie abilità e competenze (come potrebbe essere la caccia al tesoro, ad esempio) magari integrato da un racconto sotto una qualche forma, elaborato o altro.
Un ulteriore aspetto interessante è che poi, alla fine, questo percorso si è rivelato troppo faticoso per gli insegnanti.
E’ inoltre emerso ancora una volta lo scollamento fra le buone intenzioni del dirigente scolastico e l’approccio dei docenti (che ricorrono spesso e volentieri alle schede) e/o il loro metro di giudizio, che resta di impronta scolastica.
I consigli delle famiglie in accertamento
Una mamma ha raccontato di essersi trovata in una situazione difficile per eccesso di fiducia: aveva demandato le varie incombenze alla scuola parentale cui faceva riferimento, ma poi ha scoperto che alcuni documenti mancavano perché non erano mai stati presentati alla scuola.
Il suo suggerimento è perciò di non delegare gli aspetti amministrativi.
Un’altra mamma sottolinea l’importanza di comunicare con la scuola per iscritto, in modo da poter sempre dimostrare tutto lo scambio intercorso.
Un genitore raccomanda di essere sinceri, aperti e fermi. Qualcun altro sottolinea: “Nel momento in cui tu sei autentico e credibile, la scuola non può chiudersi”.
Un’altra mamma osserva: “Senza argomentazioni solide, l’empatia e la gentilezza non sono sufficienti. Dopo l’ultimo esame, nostro figlio ha rifiutato tutto ciò che era scolastico. Perciò, quello che ci ha sostenuti nel percorso è stata la volontà di nostro figlio.” In questi casi, si sa che si sta proteggendo il ragazzino dalle interferenze nel suo percorso di sviluppo dei propri talenti.
Riportiamo qui le parole testuali di un suggerimento stimolante, rivolto anche a chi fa l’esame: “Consiglierei vivamente ai genitori di riportare le proprie impressioni dell’esame o accertamento al dirigente scolastico per dargli la possibilità di comprendere se il suo operato è andato a buon fine o anche per evidenziare delle criticità della scuola che possono essere spunto per migliorare!
Io sono stata molto contenta di averlo fatto.
Se non riportiamo un feedback come può la scuola comprendere se ha agito nel modo più corretto verso il bambino? Abbiamo visto quanta diffidenza c’è e quanto è impreparata la scuola ad affrontare “il candidato”….quindi, ritornare dal preside a raccontare la propria esperienza e ad ascoltare anche la sua penso sia un confronto che debba essere coltivato.
“Lasciamo dei semi” ricordo queste tue parole … ecco lasciamoli anche dopo l’esame!”
Nuove sfide
Appurato quindi che un approccio diverso alla verifica del dovere di istruzione è possibile e che la richiesta deve partire dalle famiglie (anche se non dipende solo da loro), restano molti aspetti di problematicità e diversi fronti su cui continuare ad impegnarci, sia come associazione che come singoli genitori che vogliono fare massa critica.
E’ necessario trovare il modo per sostenere concretamente le famiglie che si impegnano in questo senso, eventualmente facendo rete. Non abbiamo mai smesso di produrre materiale informativo, stiamo facendo incontri con dirigenti, docenti, ecc. Entrando nel terzo settore speriamo di poter implementare queste attività e di essere ancor più incisivi.
Le famiglie presenti alla serata hanno espresso l’intenzione di mettere a disposizione dei soci LAIF le comunicazioni che hanno scambiato con le rispettive scuole, perché altre famiglie possano trarre beneficio dalle loro esperienze.
Si dovrà capire come uscire dalla dinamica che porta i docenti a concepire l’accertamento come interrogazione. Una mamma (non presente purtroppo per motivi di salute) aveva parlato di corsi per i docenti … In questo LAIF potrà avere un ruolo non secondario.
Altri spunti di riflessione sull’accertamento:
-
Proposta di una modalità di accertamento coerente con il percorso di apprendimento
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“Aprire porte dove ci sono muri” – alla ricerca di un dialogo
Il nostro canale Youtube contiene diversi contributi, anche se non compaiono fra i primissimi risultati.
Anche nelle nostre domande e risposte frequenti il tema è stato abbondantemente trattato.