Da zero a mille

Nella nostra esperienza di istruzione parentale ci ha sorpresi scoprire un tipo di apprendimento che va da zero a mille, dove non tutto è strutturato ma pare rivelarsi improvvisamente: un tipo di apprendimento che non troverebbe spazio in altri contesti. Parola di mamma Maria!

Da zero a mille, ma in che senso?

Nel nostro percorso di istruzione parentale abbiamo sperimentato diversi approcci prima di raggiungere quello per noi ideale. Un po’ come tutti siamo partiti da ciò che fino a quel momento ci dava maggior sicurezza: riproporre a casa quanto ci ha tramandato la scuola, in fondo è  quanto abbiamo vissuto per tutta la nostra intera esistenza da studenti.

Non importa quali siano state le ragioni che abbiano spinto alla scelta dell’istruzione parentale, che sono tra le più svariate e personali, tutti noi genitori in homeschooling, a meno che non ci fossimo già preparati anticipatamente ad un determinato approccio, la prima cosa che sperimentiamo è quella di riproporre la scuola a casa.

Per alcuni questo approccio è l’ideale e sarà seguito, magari personalizzandolo alle proprie esigenze, per tutto il percorso in istruzione parentale. Qualche altro pur stabilendo un proprio personalissimo percorso finirà per seguire i programmi suggeriti dai libri di testo o si ispireranno alle diverse pedagogie e relativi metodi didattici. C’è chi sceglie un approccio più o meno strutturato e chi no e magari qualcuno, come noi gradualmente evolve verso un tipo di apprendimento più libero e spontaneo.

Che vuol dire da zero a mille?

Ci sono, nella fase del progetto di istruzione, momenti di ozio. Periodi periodi più o meno lunghi in cui pare che il bambino non si stia impegnando in niente, periodi che spesso seguono ad altri in cui si semina tantissimo e non si vedono i frutti. Periodi che a volte mettono ansia in chi li guarda in un’ottica di rendimento e di risultati. Il tempo e l’esperienza che ne è scaturita a seguito, ci ha aiutati a comprenderne la grande importanza e utilità.

Mai scoraggiarsi

La cosa importante è non smettere di seminare anche quando siamo presi da uno scoramento senza fine, abbiate fiducia che un giorno, quasi in maniera improvvisa e inaspettata ecco che spuntano le piantine, quando oramai pensavi che i semi fossero andati perduti, ti sorprendi nel vedere la padronanza con cui ha imparato quelle tabelline che sembravano così ostiche, ti accorgerai che semplicemente osservandole ha scoperto le proprietà della moltiplicazione e tutt’ insieme comincerà a volerti dire fino allo sfinimento la tabellina del 12, del 13, del 24…

Un giorno succederà che, dopo aver visionato per mesi film, cartoni tutti rigorosamente in lingua originale, con tanto di pop corn e proiezione degna dei migliori cinema, lo troverai allo specchio che parlerà da solo in una lingua sconosciuta e entusiasta ti chiederà: “giochiamo a parlare in inglese?”

E che dire magari di quel giorno in cui, dopo qualche annetto che non prendeva più lezioni di piano, perché apparentemente poco ricettivo, ti chiederà di voler imparare a suonare la chitarra e qualche lezione dopo riprenderà da solo a suonare il pianoforte come se lo suonasse da sempre?

Chi, vivendo questa arricchente esperienza di fiducia, non si è trovato a vivere una meraviglia del genere?

Partire da zero con un obiettivo  e inaspettatamente trovarsi a mille, senza accorgersi da spettatore di quell’evoluzione graduale che è avvenuta nel percorso che il bambino ha interiorizzato e fatto suo. Eppure è avvenuto!

Riappropriarsi del tempo

Da genitore in istruzione parentale non di rado mi domando se questo tipo di esperienza apprenditiva sia attualmente considerata un valore da perseguire e auspicarsi. Da genitore descolarizzato mi ritrovo di frequente a pensare quale altro percorso possa essere così personalizzato da offrire ai bambini questa interiorizzazione e questi lunghi tempi di incubazione nell’apprendere.

In un epoca di mordi e fuggi, dove tutto è fast, dove si studia per il voto, per l’interrogazione, per conseguire un titolo accademico, dove non ci si concede neanche del tempo libero, del tempo per interiorizzare… cosa resta alla fine di tutta quella valanga di informazioni che sono servite solo per rispondere ad uno scopo imminente? Se non proprio zero, direi davvero molto poco.

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Qui trovi Riflessioni sull’apprendimento.

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