Una scuola amica: in quanti speriamo di trovarne una con la quale rapportarci nel nostro percorso di homeschooling?
Tra le domande più frequenti che ci poniamo quando pensiamo, a coronamento finale del percorso in istruzione parentale, c’è proprio il dove rivolgersi per avere un accertamento rispettoso e in linea con quanto fatto.
La risposta non è sempre così facile e così immediata.
Quando ci si pongono queste domande, sarebbe bello poter attingere ad un elenco di istituti già testati, dove ci aspettiamo (da genitori) di vivere una esperienza positiva e appagante. Magari qui e lì si trova anche una qualche lista già stilata, ma siamo certi che sia la lista giusta?
Anzitutto cosa intendiamo per scuola amica?
Chi fa istruzione parentale sa bene cosa cerca in una scuola perché sia amica. Chi cerca una scuola amica è perché già visualizza nella sua mente il momento degli esami annuali, quelli che daranno l’idoneità all’anno successivo.
C’è un legame dunque tra l’esame e la scuola amica.
L’esame, per chi fa istruzione parentale, è il momento di più stretto contatto con l’istituzione, è il momento dell’accertamento, è la prova del nove in cui si cimentano i bambini/ragazzi dando prova del loro percorso di apprendimento.
Il momento degli esami è il momento in cui noi genitori invece non di rado ci sentiamo soppesati. È il momento dove il lavoro fatto con la nostra prole sembri passare al vaglio del sistema burocratico.
Forse è il momento che ci dà più ansia in assoluto e l’idea di poter contare su una scuola che ci supporti, che ci sostenga, che accolga e comprenda il lavoro svolto e le nostre scelte, è quanto ognuno di noi si augura di incontrare lungo il suo percorso. Ed è in quel momento che ci fa luccicare gli occhi il pensiero di potersi affidare ad una scuola aperta e che sia amica appunto.
Esiste per davvero una scuola amica?
“Certo, c’è chi racconta di conoscenti che han fatto esami meravigliosi in quel dato istituto. Però poi quando ci confrontiamo con altri e scopriamo che in quella stessa sede, hanno trovato un ambiente osteggiante e nient’affatto accogliente… Beh, le nostre certezze crollano.”
Nella nostra estenuante ricerca di una scuola a cui affidarci nel momento valutativo, alla fine scegliamo quella che sembrerebbe essere la soluzione giusta e proprio in quella che ci è apparsa come la meglio recensita però, quando viviamo la nostra esperienza, può succedere di rimaner delusi.
Ma può anche accadere che, non trovando di meglio, decidiamo di affidarci alla scuola viciniore, quella di competenza territoriale, e alla fine inaspettatamente magari portiamo pure a casa un risultato per niente male.
Perché allora ci affanniamo a cercare una scuola amica?
Le ragioni son tante e diverse da persona a persona. Spesso si vogliono tutelare i bambini da esperienze non sempre piacevoli, si vorrebbe evitare che gli stessi potessero sentirsi indagati, non rispettati per il percorso fatto, non valutati per il lavoro effettivamente svolto e magari che non si tenga in considerazione gli obiettivi raggiunti e ci si limiti piuttosto a valutare il curriculum scolastico uguale per tutti.
Di certo chi cerca una scuola amica non cerca un semplice esamificio, una sorta di via facilitata.
Chi fa homeschooling non vuole agevolazioni, vuole solo che il lavoro fatto con i loro bambini venga riconosciuto per quello che è, per il suo valore di crescita individuale e collettiva.
E nel valutare il percorso di chi fa homeschooling non si può avere come parametro il solo programma di una determinata classe. La valutazione deve mirare a valutare che quel bambino abbia ricevuto un tipo di istruzione tale da potersi dire che abbia raggiunto gli obiettivi ministeriali e attenendosi alle competenze europee per il curricolo, tale da poter sviluppare tutto il suo potenziale.
Esiste quindi una scuola definibile friendly?
Sì, certo che esiste! Ogni scuola diventa accogliente nell’esatto momento in cui instaura un dialogo e una fiducia reciproca tali da garantire a tutti i bambini (che siano o meno in istruzione parentale) il miglior percorso possibile.
Una scuola che accoglie è in grado di supportare il nostro percorso senza porre ostacoli, è una scuola dove l’interesse del minore viene prima di qualsiasi altro interesse di parte. Nella scuola amica l’esame non è quell’unica scadenza annuale a cui si riduce la verifica, ma è il momento in cui ha compimento quella sistematica valutazione del percorso fatto ex articoli 1 e 23 D.L. n°62 del 13 aprile 2017.
Nella scuola amica la comunicazione avviene attraverso il dialogo (dal greco διάλογος: dià “attraverso” e logos “discorso”).
Il dialogo con le istituzioni deve essere finalizzato al rispetto dei bambini anzitutto e del tipo di percorso da loro seguito.
L’esame finale non valuta il lavoro e l’impegno del genitore neppure quando si sceglie di intraprendere un percorso di istruzione più naturale e non programmato. Non è neanche il momento in cui viene messo in discussione il ruolo genitoriale o giudicata la sua scelta.
Non è neppure il momento in cui la scuola deve rivendicare oltre misura il proprio ruolo istituzionale con l’intento di stigmatizzare indebitamente la scelta genitoriale.
La valutazione è solo una fase del processo di crescita in divenire e si dovrebbe perciò collocare nell’ambito del dialogo tra famiglia ed istituzione. Dialogo volto al benessere dei bambini e al loro diritto di essere rispettati nella loro unicità e nella loro alta funzione sociale. Va quindi riconosciuta l’unicità di un percorso intrapreso responsabilmente, seppur fuori dagli schemi.
Qualora mancassero le premesse per instaurare questo dialogo, non è detto che si debba instaurare unicamente e per forza con la scuola di competenza territoriale.
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Qui trovi la risposta alla domanda Perché LAIF non fornisce elenchi di “scuole amiche” in vista dell’esame?