Terza puntata di quattro appuntamenti dedicati all’educare nell’era digitale. Proseguiamo assieme a mamma Antonella l’approfondimento sulle opportunità e i rischi del digitale.

Buona lettura!

 

Eccomi arrivata alla terza parte del mio articolo su di un tema molto complesso ma sul quale vale sicuramente la pena soffermarsi a riflettere. Per chi avesse perso le puntate precedenti, di seguito il link della prima e seconda parte. Il libro al quale faccio riferimento è “VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI. Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli?” di Alberto Pellai e Barbara Tamborini.

“Dieci buone ragioni per aspettare i 14 anni”

Questo, dal mio punto di vista, è il capitolo centrale del libro; quello che dovrebbe portarci come genitori a considerare la possibilità di rimandare il più possibile l’uso personale di dispositivi digitali collegati alla rete da parte dei nostri figli.

Riporto pertanto di seguito una sintesi che spero possa essere utile (i virgolettati in corsivo e in grassetto riprendono alcune frasi del libro).

– La prima ragione,

secondo gli autori, è che l’uso di uno smartphone (o quant’altro)  da parte di un bambino o di un preadolescente “non risponde al principio della fase specificità” . In quella fascia d’età, infatti, la giovane mente non ha ancora le competenze emotive e cognitive per gestire il mondo dell’online in autonomia, e soprattutto di affrontarne i possibili effetti collaterali. E questo anche se apparentemente sono più bravi degli adulti a navigare in rete…

– La seconda ragione

è che l’uso precoce della tecnologia “riduce le probabilità di successo scolastico”. Questa affermazione sembra in aperto contrasto con la spinta verso la digitalizzazione che si sta verificando negli ultimi anni nel mondo della scuola. In realtà l’integrazione della didattica con le nuove tecnologie, non può prescindere dalla relazione studente-docente, che rimane il motore principale dell’apprendimento. Inoltre:

“Ci sono evidenze scientifiche che ci dicono quanto il rendimento scolastico sia inversamente proporzionale all’età di ingresso dello smartphone personale nella vita di un minore”

Un cellulare o un videogioco, infatti, hanno un potere “distraente” molto forte e possono causare una diminuzione dell’attenzione e della concentrazione, nonchè un aumento dell’impulsività e dell’irrequietezza…

opportunità e rischi del digitale

-Terza ragione:

il digitale “interferisce con il normale sviluppo della mente in età evolutiva”. Come abbiamo visto precedentemente, trascorrere la maggior parte del tempo libero di fronte ad uno schermo, attiva sempre di più il cervello emotivo e disattiva il cervello cognitivo, in particolare la corteccia prefrontale. E se questa non matura adeguatamente, potrebbero non svilupparsi funzioni mentali complesse e necessarie alla vita adulta come la pianificazione, l’organizzazione del pensiero, la valutazione delle conseguenze delle proprie azioni ecc.

-Quarta ragione:

il digitale “impatta lo stato di salute organica dei nostri figli”. Basti pensare alla riduzione dell’attività motoria con il rischio conseguente di sovrappeso e obesità; oppure alla riduzione delle ore di sonno per chi rimane connesso alla rete fino a tardi; o ancora ai problemi di miopia infantile.

-La quinta ragione per valutare bene opportunità è rischi del digitale

riprende il concetto di “desensibilizzazione” (di cui ho parlato nella seconda parte del mio articolo) e riguarda proprio la riduzione delle competenze empatiche. L’empatia è una competenza fondamentale per l’essere umano ed è necessario allenarla attraverso le nostre relazioni quotidiane. Nelle cosiddette relazioni “virtuali” (vedi social e quant’altro) non c’è una reale connessione emotiva perchè non si riesce a sentire realmente l’altro…

“Chi cresce deve confrontarsi con molte esperienze reali così da allenare la capacità di decentrare il pensiero e di sentire le emozioni degli altri”

opportunità e rischi del digitale

-La sesta ragione

è collegata alla precedente e riprende quanto detto nel paragrafo “Baby-sitter elettronica” del mio precedente articolo, in riferimento al depistaggio delle emozioni negative…

“Il ragazzo con la frequentazione dell’online subisce una sregolazione dei suoi stati emotivi e non acquisisce quelle competenze autoregolatorie che sono di cruciale importanza in questa fase della crescita”

– La settima ragione

riguarda il fatto che i dispositivi digitali collegati alla rete creano ansia e dipendenza. Le parole di questo quindicenne riportate nel libro sono drammaticamente emblematiche…

“Tu non puoi capire come ci si sente quando si gioca. Ti sembra di avere in mano tutta la potenza del mondo. Sei finalmente qualcuno e tutto ciò che conquisti dipende da te, dalle tue abilità, dalla capacità che hai di essere più bravo degli altri. Nella vita reale magari sei il più sfigato del mondo. Poi entri dentro un videogioco e li fai fuori tutti. Così finalmente ti senti di nuovo capace di fare qualcosa di buono, di avere un valore che non riesci a ottenere da nessun’altra parte.”

Due aspetti mi hanno colpito di questa testimonianza: la sensazione (fittizia) di essere potente, quasi invincibile, e la spinta continua verso la competizione. Forse però l’aspetto più inquietante riguarda il fatto che la competizione sfocia spesso in un’aggressività “virtuale” (li faccio fuori tutti) che può avere risvolti pericolosi nella realtà.

– L’ottava ragione

riguarda la diseducazione sessuale generata dal web. In particolare, la fruizione di filmati pornografici da parte dei ragazzi, anche se alimentata da una naturale curiosità tipica della loro età, può essere fuorviante oltre che pericolosa. Due sono i motivi riportati dagli autori:

1.” la slatentizzazione della sessualità in età precoce… li trova a gestire in modo maldestro questa dimensione nella loro quotidianità”

  1. “la convinzione che la sessualità serva a procurarsi un piacere senza fine, al di fuori del contesto relazionale, emotivo e intimo in cui essa dovrebbe verificarsi”

-La nona ragione

riguarda l’interferenza dei dispositivi elettronici con la quantità e la qualità del sonno. Dormire ci aiuta a stabilizzare gli apprendimenti e a riequilibrare le nostre emozioni. E questo è ancora più importante in età evolutiva perchè il sonno ha una funzione “protettiva” per i nostri ragazzi. Stare svegli fino a tardi per videogiocare, chattare o quant’altro, stimola eccessivamente la giovane mente che farà più fatica ad addormentarsi; anche la qualità del sonno ne risentirà, e al mattino il ragazzo sarà più stanco e meno predisposto ad affrontare situazioni di apprendimento.

opportunità e rischi del digitale

– La decima e ultima ragione

riguarda il fatto che l’uso dei dispositivi elettronici non aumenta il senso di protezione e sicurezza di un figlio. La pre-adolescenza (e l’adolescenza) è l’età della trasgressione e dell’assunzione del rischio. Come genitori potremmo pensare che un ragazzo sia più al sicuro in camera sua davanti ad uno schermo piuttosto che andando in giro fuori nella realtà. Ma come purtroppo è sotto gli occhi di tutti, la rete nasconde insidie e pericoli ancora maggiori…

E voi avete delle ulteriori buone ragioni per ridurre o limitare l’uso della tecnologia in famiglia? Se volete, scrivetelo nei commenti!

Alla prossima e ultima puntata di questo viaggio nelle opportunità e rischi del digitale!

Mamma Antonella

Mamma homeschooler, socia LAIF e autrice del blog “Percorsi di apprendimento”

 

Qui potete trovare i due primi articoli dedicati all’educare nell’era del digitale: opportunità e rischi:

Prima parte

Seconda parte

 

Ricordiamo che il sito LAIF è ricco di contributi da parte delle famiglie homeschooler!

Un’esempio: la rubrica “Homeschooling in pratica”

Ricordiamo anche il nostro Canale Youtube ricco di condivisioni e testimonianze raccolte durante le nostre serate aperte a tutti

 

 

Immagini: Licenze Creative Commons

 

“Educare nell’era digitale: opportunità e rischi” (terza parte)
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