Libri di testo in homeschooling?

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Le criticità dei libri di testo sono evidenti già all’interno del contesto scolastico, dove nel periodo delle adozioni si sviluppano discussioni di tipo ideologico-politico, sociologico, economico, solo per fare alcuni esempi.

Si pensi all’annosa questione economica che ha indotto il Ministero a stabilire dei tetti di spesa massima, cui le scuole devono attenersi. Diversi gruppi spontanei e associazioni di consumatori si sono attivati per avviare forme di prestito, riuso, e simili azioni volte ad alleggerire l’impatto sei libri di testo sul budget delle famiglie. Tuttavia, il rapido turnover di adozioni produceva l’effetto di un superamento anticipato dei vari testi e dell’improponibilità del loro riutilizzo. Ancora, il Ministero ha cercato di contenere il fenomeno.

Anche i problemi legati al peso ed al trasporto dei libri hanno determinato prese di posizioni a vari livelli.

Si pensi ancora al limite intrinseco di alcuni testi, come ad esempio quelli di geografia o di storia, così velocemente suscettibili di essere superati dagli eventi di un mondo in rapida evoluzione.
Oppure al limite evidente dei libri destinati all’apprendimento delle lingue, dove lo sviluppo delle competenze comunicative è giocoforza demandato a registrazioni asettiche e artificiali.
Senza contare la presenza di contenuti e informazioni non sempre pluralisti o imparziali in questi libri.

Per questi ed altri motivi, gli stessi docenti della scuola sono invitati ad integrare i libri di testo in adozione con materiali e sussidi di altro tipo, per favorire una formazione più completa, attiva e critica. Sono inoltre raccomandati i libri cosiddetti “misti”, cioè corredati da una parte digitale.
Ma, ahimé, talvolta questa si riduce alla mera riproduzione digitale del libro cartaceo e non rappresenta un’integrazione interattiva dello stesso.

Sommario

    Perché i libri scolastici non sono in sintonia con l’homeschooling?

    Ulteriori criticità

    La trasposizione all’homeschooling dell’uso di questi strumenti rischia non solo di portarsi dietro le criticità che li accompagnano ma addirittura di accentuarne la portata e di aggiungerne di nuove.

    Primo fra tutti, l’aspetto economico: chi è iscritto a scuola, ad esempio, ha diritto a contributi (la cosiddetta indennità di frequenza) a cui i non iscritti non sempre hanno accesso.

    Inoltre, la categoria “libri per studenti” è fittizia e artificiosa. Essi non hanno nulla a che vedere con l’autenticità di materiali che si possono trovare in grande quantità nella vita di tutti i giorni.
    I bambini/ragazzi hanno un rifiuto naturale per tutti i materiali “per piccoli” o “destinati all’apprendimento”1. Amano invece approcciare materiali autentici, vivi e veri, richiedono l’accesso al mondo dei grandi, quindi ai libri e alle fonti di informazione dei grandi.

    Ricordiamoci che i libri di testo non sono le fonti dirette della conoscenza, ma ne rappresentano un adattamento ad uso scolastico.

    Cosa dice la legge

    Il libro di testo presenta un percorso strutturato, pensato e diretto dagli adulti e rientra in quelle “trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invarianti pensati per individui medi” di cui alle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione 2012 (DECRETO 16 novembre 2012, n. 254) si legge che “non sono più adeguate”.
    Sono l’espressione di una modalità di fare istruzione che poco o nulla ha a che vedere con la personalizzazione dei percorsi auspicata dalle Indicazioni nazionali per il curricolo:

    Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato.

    L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente.

    Chi sceglie l’istruzione parentale non è tenuto ad usare alcun libro di testo, perché non è obbligato a seguire nessun “programma” predefinito ma deve seguire un percorso personale.

    Ci vengono in aiuto l’art. 33 della Costituzione, la definitiva abolizione dei programmi ministeriali, la personalizzazione dei percorsi di apprendimento auspicata dalle Indicazioni nazionali per il curricolo.

    Chi fa homeschooling non è nemmeno tenuto a rispettare una divisione del sapere in materie, che le Indicazioni nazionali definiscono “convenzionale” e di cui auspicano esplicitamente il superamento:

    Le discipline, così come noi le conosciamo, sono state storicamente separate l’una dall’altra da confini convenzionali che non hanno alcun riscontro con l’unitarietà tipica dei processi di apprendimento. Ogni persona, a scuola come nella vita, impara infatti attingendo liberamente dalla sua esperienza, dalle conoscenze o dalle discipline, elaborandole con un’attività continua e autonoma. Oggi, inoltre, le stesse fondamenta delle discipline sono caratterizzate da un’intrinseca complessità e da vaste aree di connessione che rendono improponibili rigide separazioni.” 
    “…una prospettiva complessa, volta cioè a superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d’insieme.”

    Le alternative possibili

    La famiglia in homeschooling si apre al contesto socio-culturale nel quale si trova e diviene con questo comunità educante.

    Chi fa homeschooling ha quindi a disposizione un’infinità di altri e svariati strumenti di apprendimento, decisamente più vivi, attuali e pluralisti dei libri di testo. E spesso anche più economici.
    Stiamo parlando di tutte le occasioni di apprendimento fornite dalla società, dall’ambiente in cui si vive, compreso naturalmente anche internet. Le biblioteche, i gruppi di volontariato, i dibattiti e gli incontri pubblici, le iniziative sul territorio, la natura, i musei e le mostre, i libri di lettura, le riviste, molti programmi radiofonici, i MOOC e i tutorial sono altrettante occasioni di apprendimento reale e concreto di tutte le conoscenze e delle competenze che servono nella vita reale.
    L’interazione attenta fra figli e genitori/comunità educante consentirà di cogliere le modalità più efficaci per rendere interessanti le varie tematiche per la/il giovane in apprendimento.
    A tal proposito, si vedano le risorse del sito, ma anche altri materiali su altri siti e blog. Sarà poi il bambino/ragazzo a scegliere e indicare gli strumenti di apprendimento che più gli si confanno.

    La possibilità di accedere alle fonti dirette della conoscenza rappresenta un ulteriore arricchimento. Consente infatti un’esperienza libera da mediazioni di terzi, da interpretazioni o da semplificazioni di vario genere.

    La ricerca delle fonti, la loro valutazione, selezione, interpretazione, comunque il libero accesso alle stesse rientrano fra gli obiettivi di apprendimento principali e sono parte dei traguardi nella maggior parte delle discipline scolastiche. Si tratta di quella competenza chiamata “imparare ad imparare” che oggi viene auspicata e valorizzata a tutti i livelli.

    Consideriamo anche che la disponibilità di fonti diverse consente una pluralità di punti di vista che arricchisce il pensiero e sviluppa la riflessione comparativa e lo spirito critico. Essa fornisce inoltre una rappresentazione più reale e articolata dei vari ambiti.

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    Foto di Pexels da Pixabay


    1. Holt J. (1990), Learning All the Time. How small children begin to read, write, count and investigate
      the world, without being taught
      , Hachette Books, New York ↩︎

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