Oggi vi racconterò di un’esperienza indimenticabile che mi ha permesso di conoscere meglio le api e me stesso!
Qualche settimana fa, quando le temperature erano un po’ più calde, senza che niente fosse stato programmato, abbiamo avuto un’occasione unica nel suo genere: conoscere da vicino le api! Unica perché è nato tutto spontaneamente e abbiamo scoperto tante cose interessanti!
LO SAPEVI CHE
si possono accarezzare le api?
La storia inizia così: quel pomeriggio eravamo andati in montagna con altri amici di avventura homeschooling. Noi ragazzi siamo andati a fare un giro nel bosco, poi quando siamo tornati alla casera di un amico abbiamo deciso di andare a funghi lì vicino. Solo che invece dei funghi, abbiamo scoperto che c’erano degli alveari curati da un apicoltore!
Il signore che se ne occupa ci ha chiesto se volevamo vedere come vivono le api nelle arnie (strutture dove vivono le famiglie di api che segue l’apicoltore). Ovviamente abbiamo detto di sì! Prima di tutto, ci ha detto che dovevamo essere molto calmi prima di avvicinarci (per fortuna non eravamo numerosi) e di parlare a bassa voce per non spaventare le api.
Poi, ci ha avvisati di non andare davanti agli alveari dove arrivava il sole, altrimenti il rischio di essere punti era più alto. Dovevamo stare dietro alle arnie, vicino alla siepe. Il signore, aveva spruzzato un po’ di fumo per calmare le api, ma ha detto che ne usa pochissimo e ha iniziato ad aprire le arnie, tirando fuori i favi.
Ci ha spiegato che su ogni favo possono esserci più di 2000 api.
Ogni favo raggruppa delle celle esagonali a base di cera d’api che loro stesse costruiscono per contenere le larve e per immagazzinare il miele.
Curiosità: l’espressione “a nido d’ape” è proprio per ricordare che una realizzazione ha una struttura come il favo delle api, con le celle esagonali.
Ci ha ricordato anche quali sono le differenze principali tra l’ape regina e le altre, le api operaie. Oltre ad una differenza ben visibile, visto che l’ape regina è la più grande di tutte, ha anche le ali divaricate per muoversi in maniera più veloce all’interno dell’alveare. Lei non lavora come le altre e vive molto più a lungo. Inoltre, non lascia mai il nido, contrariamente alle altre che volano alla ricerca del polline. Lei è l’unica ape in grado di procreare e per questo motivo è l’unica madre nella colonia.
Abbiamo cercato l’ape regina su tutti i favi e abbiamo fatto due volte il giro, senza successo! Non l’abbiamo trovata, probabilmente si era nascosta molto bene e comunque non è semplice vederla, sono così tante!
Abbiamo anche visto nascere una piccola ape, che è uscita dalla sua cella! Sembrava già grande, non si vede molto la differenza a prima vista con un’ape adulta, da quello che ho notato.
Il momento più emozionante però è stato quando l’apicoltore ci ha chiesto se volevamo accarezzare le api! Devo dire che per me è stato bellissimo, anche se fa un po’ strano pensare di poterlo fare senza farsi pungere. Io, 4 anni fa, mi ero fatto pungere dalle api e anche di recente, andando in bicicletta, dunque non ero proprio tranquillo, ma mi fidavo dell’apicoltore e delle sue api.
Il signore ci ha preso la mano, ci ha detto di respirare con calma, di immaginare che stavamo accarezzando una piuma e così abbiamo fatto.
Abbiamo accarezzato con la mano un tappeto di api!!
Peccato che non abbia foto di quel momento, però chi era presente (anche mia mamma) ha detto che valeva la pena vivere quel momento pienamente e non pensare ad andare di corsa a prendere il cellulare o la macchina fotografica per fare foto!
Poi, nel mio caso, un’ape mi è salita sulla mano e l’apicoltore mi ha aiutato a stare tranquillo per lasciarla passeggiare sul mio braccio.
Mi ha spiegato allora, che se non prendiamo paura e non scacciamo le api in malo modo, magari picchiandole con la mano, non ci pungono.
Anche quando pungono, siamo noi ad iniettarci il veleno se diamo una botta all’ape che ci ha punto. Invece, se la mandiamo via delicatamente, possiamo togliere il pungiglione e evitare che continui ad iniettare il veleno. Infatti, il pungiglione è come un “clistere” che pulsa e ci inietta il veleno a colpetti. In tutto, ci spiegava che ci vogliono circa 5 minuti per iniettare tutto il veleno, abbiamo 2 minuti per toglierlo prima che ci sia parecchio veleno e la puntura non disturbi troppo.
Abbiamo anche potuto assaggiare il miele fresco direttamente dal favo. Per me il miele così è molto buono, più delicato di quello che mangiamo dal barattolo! Soprattutto perché io mangio il miele sulle biscottate e me ne intendo di miele! (Ma dai, sto scherzando!) Era molto più speciale e sofisticato!
Alla fine, l’apicoltore ci ha spiegato come fanno le api a comunicare tra loro di giorno e di notte. Di giorno, si basano sul sole e fanno una specie di danza, “la danza delle api”, che comunica alle altre api dove si trovano i fiori ricchi di polline o nettare che hanno scoperto durante i loro voli di ricognizione.
Di notte, non avendo il sole come punto di riferimento, o per esempio all’interno dell’alveare, comunicano con la posizione del loro corpo e grazie agli odori che producono da speciali ghiandole. I Ferormoni o Feromoni sono come dei messaggi chimici e sono odori impercettibili per l’uomo.
La persona che ci ha accolto ci ha permesso di vivere un’esperienza unica perché, come mi ha spiegato mia mamma, lui ha un approccio molto speciale nella cura delle sue api (e non solo): le sue conoscenze si basano su concetti e studi di antroposofia (dal filosofo R. Steiner) e del mondo della biodinamica (per essere in sintonia con la natura e la terra). Il Sig. Gilberto spiega che le api sono legate alla terra e sentono quando qualcuno si avvicina con amore. Questo approccio è molto importante per poter vivere un’esperienza così speciale!
E’ stata un’avventura indimenticabile in particolare per me, perché anni fa pensavo di essere allergico alle punture delle api ed ero finito anche in pronto soccorso!
Invece, questa volta, il destino ha voluto che conoscessi meglio le api e potessi capirle meglio per averne meno paura! Lo rifarei altre mille volte!
A parte tutte le informazioni interessantissime che ci ha spiegato il sig. Gilberto, la cosa più importante è stata questa esperienza che mi ha aiutato ad andare oltre i pregiudizi e le mie paure! Questa avventura che ho vissuto rimarrà sempre nella mia memoria!
E’ stato un incontro veramente speciale! Grazie Gilberto e grazie per avermi permesso di sconfiggere la mia paura delle api!
Gregory, undicenne in istruzione parentale
Ciao Gregory,
Grazie per l’articolo scritto
molto bene e correttamente
Paolinelli Jacopo
Grazie che hai letto il mio articolo!