Il quotidiano Veronasera ha pubblicato la replica di LAIF al sindaco di Verona, Federico Sboarina.
Nella conferenza stampa del 27 gennaio 2022, quest’ultimo avrebbe infatti espresso preoccupazione per l’aumento dei ragazzi in istruzione parentale: 119 in tutto nella città di Verona.
Dal 10 gennaio ad oggi gli iscritti alla scuola parentale sono aumentati di 32 unità, 17 dei quali solo negli ultimi due giorni. Un numero di studenti che, rispetto alle annate pre Covid, è sette volte tanto per gli alunni della primaria (ad oggi sono 215) e quadruplicato per le medie (112). Minore l’incidenza alle superiori, dove tuttavia il rapporto tra gli attuali 24 iscritti in città e i 70 complessivi a livello provinciale nel 2018/19 rendono la cifra del fenomeno.
Tra Verona e provincia, la scuola parentale conta in tutto 351 alunni (il 18 gennaio erano 334).
A noi la cosa non stupisce: a gennaio infatti le famiglie homeschooler sono tenute, per legge, a presentare l’eventuale rinnovo tramite la dichiarazione di istruzione parentale. Ciò giustifica il rapido aumento nel giro di pochi giorni.
La cosa che invece ci preoccupa, come associazione, è piuttosto la volontà espressa dal sindaco, dall’assessore all’istruzione Maria Daniela Maellare e dalla dirigente scolastica Nicoletta Morbioli (referente del gruppo di lavoro sull’istruzione parentale dell’ufficio scolastico provinciale). Essi avrebbero l’intenzione di apportare delle modifiche alle linee guida per uniformarle “e, laddove necessario, di intervenire con azioni mirate“.
Per questi motivi LAIF ha inviato una replica al quotidiano, una risposta al Sindaco ed alle altre figure intervenute nella conferenza stampa suddetta.
L’istruzione parentale, nasce molto prima della pandemia, i problemi della scuola, delle famiglie, del sistema dell’istruzione e delle educazioni erano già acuti prima del 2019. Inquadrare l’homeschooling come la preoccupazione in sé, ammantarlo delle pelli del capro espiatorio, allontana di molto la risoluzione dei problemi del sistema. …
Si sta parlando di genitori che, messi di fronte ad un innegabile disagio percepito dai loro figli, a prescindere da quale sia la causa che lo genera, lo accolgono, ne prendono atto e si impegnano per risolverlo. Come può, l’azione amorosa, progettuale, attiva ed efficace di un genitore essere definita “preoccupante”? Si sta parlando di genitori che fanno i genitori, che si occupano e preoccupano della prole.
Interveniamo a sostenere ed argomentare la scelta dell’istruzione parentale per favorire una visione diversa del fenomeno, perché sempre più persone lo conoscano e ne colgano il grande valore umano, civico e sociale.
Nasconderlo non sarebbe corretto, né per le famiglie homeschooler, né per le istituzioni che si trovano ad avere a che fare con qualcosa che non capiscono fino in fondo.
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Credits: foto di Gianna