Più che valutare, registriamo i progressi.
I voti sono metri di giudizio che non possono esprimere la complessità del processo apprenditivo.
Il 10 preso da Alberto è sempre diverso dal 10 preso da Giovanni perché, seppure gli obiettivi didattici sono stati raggiunti da entrambi, non possiamo sapere cosa sta dietro al processo che ha generato quel risultato.
Quando s’insegna, possiamo saper cosa immettiamo all’interno della lezione, possiamo registrare che cosa ci arriva, ma ci rimane oscuro l’intervallo tra la lezione e il risultato.
Il risultato non ci dice nulla della fatica emotiva, della concentrazione, della rielaborazione che è avvenuta all’interno, e questi sono dati importanti per non livellare il potenziale umano a un prodotto scritto o orale.
Allora, cosa più importante del risultato è sempre il percorso svolto e i progressi raggiunti.
Bibliografia:
- Edwards. I cento linguaggi dei bambini. Edizioni Junior 2016
Giuditta Mastrototaro. Nascere e crescere alla luce dell’educazione empatica. Streetlib 2015
Haward Gardner. Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento. Erikson 2017
Maria Montessori. Come educare il potenziale umano. Garzanti 2018
Steiner. Arte dell’educare arte del vivere. Fondamenti di pedagogia. Ed. R. Steiner 2006.