Si è conclusa la seconda edizione della rassegna “visioni, le comunità dell’apprendimento”.

I contributi pervenuti  sono di particolare interesse e forniscono uno spaccato significativo di quali siano alcune delle aspirazioni che muovono la volontà e gli entusiasmi di delle famiglie.
Come spesso accade, le visioni dei bambini portano con sé spunti di riflessione da non tralasciare, introducono punti di vista che noi adulti tendiamo ad accantonare.

La prefigurazione di possibili realtà è esercizio impegnativo di immaginazione, dove le vicende che stiamo vivendo sono la sponda da cui rimbalza l’inquietudine e al contempo la necessità  di un avanzamento.

I contributi dei  bambini hanno evidenziato come una comunità dell’apprendimento presupponga un modo di abitare in questa terra e sotto questo cielo. Hanno colto, con l’essenzialità che li caratterizza, la complessità della posta in gioco. Hanno ravvisato che la questione non è ristretta nel recinto delle cose che si possono  imparare o che possono essere insegnate, ma sta nella qualità della presa esistenziale che si può mettere in atto seguendo un certo percorso.

E’ oltremodo interessante l’emergere con chiara evidenza di come l’apprendimento sia un momento di espressione di un bisogno rinnovato di rapporto con la natura, intesa sia come contesto in cui l’essere umano è inserito, sia come entità  con una connotazione antropica specifica di noi umani.

Anche in questa  seconda edizione della rassegna, si sono raccolte schegge di  un racconto nuovo che si sta generando nel corpo vivo della società, ad opera di soggetti che con lucida responsabilità, hanno trovato la strada per sperimentare dei modi nuovi di interpretare il rapporto con loro stessi, con il prossimo, e con l’habitat.

Si possono intravedere, nelle espressioni giunte a LAIF, le inflorescenze di un’ecologia dell’esistenza che avanza concretamente delle ipotesi rispondenti a rinnovate aspirazioni di più equilibrati rapporti  tra gli esseri.

E’ realistico pensare che la lettura o la fruizione degli elaborati, da parte di soggetti che, per vari motivi sono lontani da queste inquiete acque del pensiero, porti a benevole  considerazioni di “visionarietà”, appunto; ma la cosa che più li sorprenderebbe sarebbe la verifica che questi racconti in tanti casi sono già atti, cose concrete, quotidianità; in apprezzabile misura.

Come in una sorta di calma esaltazione delle idee, alcune famiglie hanno individuato orizzonti “altri” ed hanno trovato modo di mettere in pratica ciò che potrebbe sembrare impossibile ponendosi in una visione nuova e proponendo un campo di osservazione e di verifica critica, quanto mai utile in un’ottica di avanzamento e modernità.

Come dei novelli Robinson Crosue, ci si è messi a ricostruire, ricomponendo strutture, ripercorrendo pratiche, ripescando talvolta ed in altre volte creando “oggetti” e concetti.

Apparati inadeguati andranno ad infrangersi sugli scogli, spinti da un mare sempre più in burrasca. In ogni settore della nostra civiltà vi sono segni di fortissime infiammazioni, nel contempo escono con forza positiva forti aspirazioni al cambiamento. Come tanti han detto, dalle più alte figure di saggezza a quelle più umili ed autentiche in rappresentanza del buon senso di tanta gente comune ed attenta ai fatti della vita, l’apprendimento è l’azione più potente ed efficace che determina il cambiamento.

Immaginare, costruire una visione è apprendimento, è l’avvio di una metamorfosi che ad esso necessariamente si intreccia.

Qui si trovano i contributi pervenuti per la seconda edizione e quelli della prima edizione.

A questo link si trova il resoconto della prima edizione della rassegna.

Visioni, si è conclusa la seconda edizione

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