Ecco una bellissima testimonianza da parte di mamma Antonella che ha partecipato con suo figlio ad una “gita di classe speciale”. Vediamo come si è svolta questa avventura con “un homeschooler in classe”!
Premessa
L’anno “scolastico” sta per finire anche per noi homeschoolers ma qualche mese fa non avremmo certo immaginato di concluderlo con una gita “scolastica”! Ebbene sì, una gita con tanto di maestre, genitori e compagni di classe … se vi suona un pò strano, mettevi comodi che vi raccontiamo come è andata!
Premetto che mio figlio ha quasi 10 anni e che questo è il nostro terzo anno di istruzione parentale (“scolasticamente” stiamo per concludere la quarta primaria).
Premetto anche che all’età di 6 anni, lo abbiamo iscritto alla classe prima. Ha frequentato per metà anno in presenza e per metà in didattica a distanza, per via della pandemia. Poi è iniziato il nostro viaggio di homeschoolers, con diversi “bagagli” a seguito: aspettative, timori, entusiasmo, pazienza e tanta creatività. Quest’ultima in particolare è servita per organizzare ogni giornata e renderla piena di “significati” utili alla crescita di tutti. Mio figlio invece è partito più leggero, con quella “leggerezza” tipica dei bambini che non è superficialità. Al contrario, è voglia di vivere ogni momento fino in fondo senza appesantirlo con “se” e “ma”…
In questi tre anni abbiamo dedicato particolare cura alle RELAZIONI. Lo abbiamo fatto un pò per necessità, un pò per garantire a mio figlio quella “socializzazione” che a detta di molti sarebbe il principale punto debole del “fenomeno homeschooling”. Ebbene dopo aver seminato diversi semi, sono spuntate diverse piantine; non un campo direi, ma un piccolo orto con piante scelte ed uniche, che hanno reso il nostro viaggio più bello e interessante!
Condividere scelte diverse
Tra queste piantine, c’è una famiglia in particolare che abbiamo conosciuto in quei sei mesi di scuola in presenza e che abbiamo continuato a frequentare, pur avendo fatto scelte diverse. E in questi anni, mentre i bambini giocavano al parco o in riva al lago, noi mamme ci confrontavamo su queste scelte con curiosità reciproca.
Nella maggior parte dei casi il mondo della scuola e quello dell’homeschooling fanno ancora fatica a comunicare: diffidenza da entrambe le parti, scarsa (in)formazione, timori di essere giudicati possono essere alcuni dei motivi. Anche noi lo abbiamo sperimentato, soprattutto per quanto riguarda l’esame di idoneità di fine anno (vedi articolo “Aprire porte dove ci sono muri”). Tuttavia in questo articolo vorrei testimoniare anche che comunicare “alla pari” è possibile!
Ci vuole anzitutto curiosità, una sana curiosità, libera dal (pre)giudizio; poi ascolto reciproco e rispetto per quello che si è piuttosto che per quello che si fa. Questo vale da entrambe le parti ovviamente, sia per le famiglie che hanno scelto di mandare i loro figli a scuola, sia per quelle che hanno optato per l’istruzione parentale. Devo ammettere che in questi anni anch’io ho espresso diversi “giudizi” sul mondo della scuola, ma lavorando nel campo educativo (e anche scolastico) ho sempre sperato e creduto nella possibilità di un dialogo. Probabilmente è stato anche questo mio desiderio che ci ha portato in gita insieme alla classe che mio figlio avrebbe dovuto frequentare!
Insieme si può
Così quando quella mamma (che nel frattempo era diventata mia amica) mi ha detto: “Perchè non venite in gita con noi al museo egizio di Torino?”, ho sentito che il dialogo e la condivisione avevano portato i loro frutti! Premetto che la gita era stata organizzata non direttamente dalla scuola, ma dalle famiglie dei bambini di classe quarta, che avevano invitato anche le maestre. Probabilmente se fosse stata organizzata dalla scuola, sarebbe stato difficile parteciparvi, ma non si sa mai… io comunque non potevo lasciarmi sfuggire questa possibilità! Mio figlio all’inizio era un pò titubante così abbiamo un pò discusso insieme i pro e i contro. Alla fine anche la sua curiosità ha prevalso e quindi siamo partiti con bagagli leggeri!
Devo dire che è stata proprio una bella giornata: il museo era molto interessante ma mio figlio era interessato ancora di più a stare con gli altri. Tanto che il giorno dopo mi ha detto felice “Mamma hai visto? Tutti si ricordavano di me!” Anch’io ho lasciato andare un pò di timori iniziali e mi sono sentita subito a mio agio. Alcune mamme infatti le avevo già incontrate al di fuori dell’ambiente scolastico e anche le maestre sono state molto cordiali. Un paio di mamme mi hanno chiesto come andava la nostra esperienza di “scuola a casa”: ho sentito che erano sinceramente interessate ed io felice di condividere!
Mentre scrivo e rivivo quella giornata insieme, un pensiero mi assale: non sarebbe bello creare più spesso delle occasioni di incontro tra chi apprende a scuola e chi apprende al di fuori della scuola? Sì perchè l’apprendimento in realtà è un continuum e va oltre queste differenze… Come i Bambini (consentitemi la maiuscola iniziale) che sono per natura inclusivi, aperti al nuovo e curiosi. Qualità preziose che abbiamo tutti il dovere di preservare come loro educatori!
Tornando alla realtà
Sì ok tutto bello ma una rondine non fa primavera… molti di voi staranno pensando.
Sì è vero, ma una rondine può essere un inizio di primavera, un inizio di un nuovo pensiero, di un nuovo atteggiamento, di un nuovo sentire. Oppure quella rondine può semplicemente continuare a volare nel cielo libera e non curante degli sguardi altrui. Ma attenzione: la libertà non è questione di “dentro” o “fuori” le mura scolastiche. Io credo sia un valore che vada oltre e risieda piuttosto nella qualità delle RELAZIONI che intraprendiamo e che “ci nutrono”.
Questa ovviamente è la nostra esperienza ma se c’è una cosa che ho imparato in questi tre anni di istruzione parentale è questa: siamo esseri profondamente sociali e per crescere abbiamo bisogno di relazioni autentiche, tanto da bambini che da adulti. Abbiamo bisogno di “cibo buono”, semplice e genuino, non abbuffate di “social”, non condivisioni virtuali, ma pochi e scelti ingredienti reali. Credo inoltre che in questa “sobrietà” possiamo trovare una libertà inaspettata e che possiamo testimoniarla innanzitutto ai nostri figli.
Ma stavamo parlando di gite scolastiche “condivise”, quindi auguro anche a voi incontri di scambio e confronto positivo con chi ha fatto scelte diverse… E… se vedete volare una rondine, ricordatevi che magari è un inizio!
Mamma Antonella
Mamma homeschooler, socia LAIF e autrice del blog “Percorsi di apprendimento”
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