Per famiglie alle prese con la pre-adolescenza

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All’inizio di questo nuovo anno di homeschooling/unschooling, vi propongo una riflessione su un tema che sto esplorando già da un pò: la pre-adolescenza. Questo articolo scaturisce soprattutto dall’esperienza sul campo come mamma e dalla lettura di alcuni libri dei quali vi parlerò qui di seguito.

Piccola premessa riguardo la pre-adolescenza

La pre-adolescenza, rispetto all’adolescenza vera e propria, è un periodo evolutivo meno conosciuto e meno studiato, forse perchè considerato un momento transitorio, una fase di passaggio che dura relativamente poco. La tendenza è quella di identificarla con gli anni della scuola media (o scuola secondaria inferiore) e cioè dai 10-11 anni fino ai 13-14. Ovviamente le età sono indicative perchè ogni ragazza e ragazzo ha le sue peculiarità, la sua storia e il suo background socio-culturale.

Due libri sull’argomento

Fino a qualche tempo fa ignoravo (o volevo ignorare!) alcune caratteristiche tipiche di questa età. Il mondo dell’infanzia e della fanciullezza è molto più “rassicurante” per noi genitori..Poi un giorno la nostra “piccola” o il nostro “piccolo” iniziano a porre delle domande e a fare delle richieste un pò diverse..E i genitori capiscono che qualcosa sta cambiando. Superato lo “spaesamento” iniziale, si inizia a confrontarsi con altri genitori, a cercare nel proprio passato dei riferimenti e a leggere sull’argomento.

Nel corso delle mie letture, mi sono imbattuta in due libri di Alberto Pellai:

-“L’età dello Tsunami. Come sopravvivere a un figlio pre-adolescente”, scritto in collaborazione con Barbara Tamborini, Edizioni De Agostini 2017

– “Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di Internet”, Edizione aggiornata De Agostini 2021

Li ho trovati entrambi molto interessanti ed esaustivi tra quelli presenti sul tema nel panorama letterario in lingua italiana.

La lettura di questi due libri è stata per me il seguito dell’approfondimento fatto sul tema del “digitale” con un altro libro dell’autore, per il quale rimando ad un mio precedente articolo “Educare nell’era digitale: opportunità e rischi” – prima parte

In questo articolo vi parlerò soprattutto del primo libro che ho citato.

“L’età dello tsunami”

Così Pellai definisce la pre-adolescenza per dare l’idea dei cambiamenti e dell’energia che si mette in moto in questo periodo della vita. Questa energia riguarda, oltre i fisiologici cambiamenti corporei, una nuova carica emotiva che spinge verso l’autonomia e la ricerca (per ora inconsapevole) di una nuova identità, preludio all’adolescenza vera e propria. Di fronte a questo “tsunami” a noi genitori è richiesta altrettanta energia, pazienza e soprattutto comprensione.

Scrive infatti l’autore nel suo libro che di fronte alle sfide della pre-adolescenza, non bisogna “nè spaventare, nè spaventarsi” ma piuttosto prendere in carico ogni singola situazione ed aiutare i nostri figli a passare dalle emozioni al pensiero. Impresa non sempre facile ma necessaria!

Nel cervello di un pre-adolescente, infatti, è attiva soprattutto la parte emotiva che corrisponde al cosiddetto sistema limbico, sede appunto delle emozioni. L’impulsività e la mancanza di autocontrollo derivano dal fatto che questa parte del cervello prevale sulla parte cognitiva che corrisponde alla corteccia pre-frontale. Qui ha sede il pensiero e l’auto-riflessione.

Il collegamento tra la parte emotiva e la parte cognitiva avviene tramite connessioni neuronali che si sviluppano allenando il cervello a passare da una parte all’altra quando ciò è richiesto nelle situazioni di vita quotidiana. E qui entriamo in gioco noi genitori!

Narrazioni

“Il tesoro più grande che possiamo regalare ai nostri figli è la capacità di costruire narrazioni, ossia di usare le parole per raccontare cosa sta accadendo nella loro vita” (pag.193)

Con questa frase Pellai inizia un paragrafo molto importante, a mio parere, che potete trovare nel terzo capitolo del libro intitolato “Che genitori siete?”

Secondo l’autore, la capacità di narrare la nostra storia, dando un significato agli eventi della nostra vita, ha un impatto sul modo in cui saremo in grado di trasmettere questa capacità ai nostri figli. Scrive ancora Pellai:

“La possibilità..di rileggere il passato e le esperienze vissute si basa sulla capacità di trovare, quando raccontiamo l’accaduto a noi stessi e agli altri, una buona sintesi tra la descrizione dei fatti e i pensieri e le emozioni che abbiamo provato in quel momento..La capacità di parlare di sè e della propria storia in questo modo è la cartina di tornasole del livello di equilibrio e di benessere di una persona. Rivela consapevolezza e capacità di mantenere il controllo sul passato, per usarlo nel modo migliore nel presente.” (pag.194-195)

Questo concetto mi ha fatto molto riflettere e mi ha dato una spinta ulteriore a mettere in pratica queste “narrazioni” come mamma di un pre-adolescente! In effetti  sentirsi raccontare cosa sta succedendo dentro di sè (probabilmente stai provando queste emozioni, forse stai pensando che..) può aiutare i nostri ragazzi ad abbassare la “temperatura emotiva” e a creare connessioni con quella parte del cervello cognitivo di cui parlavo prima.

Naturalmente non vuol dire che sia sempre facile, anzi! Di fronte ad alcune “esplosioni emotive” dei nostri ragazzi, per noi genitori è spesso ardua impresa mantenere la calma e trovare la giusta concentrazione per iniziare a narrare quanto sta avvenendo..Questo dipende molto da noi, dal nostro stato emotivo e cognitivo, e da quanto siamo stati abituati a nostra volta a creare connessioni (ed equilibro) tra i due livelli.

“Quando eravamo piccoli” scrive Pellai rivolgendosi a noi genitori “qualcuno ci ha aiutati a costruire questa competenza? Se la risposta è no, la bella notizia è che non è mai troppo tardi per imparare!”

Sintonia per costruire sicurezze

Questo è il titolo di un altro paragrafo del capitolo terzo che mi sembrava interessante da condividere. Entrare in sintonia con i nostri figli è un’altra “strategia” suggerita nel libro. Come mamma direi che anche in questo caso non è sempre facile! Ma vediamo cosa scrive l’autore:

“Ai genitori capita spesso di discutere anche in modo molto acceso con i figli preadolescenti. Il conflitto è una dimensione sana entro cui sviluppare la capacità di confrontarsi con le diversità altrui. L’importante è sapersi riconciliare dopo una rottura, ritrovare la giusta sintonia. Noi adulti siamo i principali responsabili della costruzione di questa competenza relazionale.” (pag. 200)

“Il motto per ogni genitore è dunque: essere presenti, sintonizzati, entrare in risonanza con le esperienze dei figli. Quando ci raccontano fatti o pensieri che hanno acceso la loro centralina emotiva, quando sono travolti dall’entusiasmo o dalla rabbia, la prima cosa da fare è mettersi sulla stessa linea d’onda,sentire quello che sentono, metterci nei loro panni, per mostrare che siamo capaci di parlare la stessa lingua.” (pag. 201) 

E invece ci si trova spesso a parlare due lingue diverse e se non si pone rimedio a questa incomunicabilità, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente con l’arrivo dell’adolescenza vera e propria..

Di fronte all’impeto travolgente di nostra figlia o di nostro figlio, credo abbiamo due possibilità: esplodere anche noi (perchè proprio non ce la facciamo più!) e innescare un’escalation sull’onda delle emozioni..OPPURE fare un profondo respiro, prenderci un attimo di tempo per attivare il nostro cervello cognitivo e provare a com-prendere quello che sta succedendo.

Entrambe le possibilità saranno per noi faticose in quanto comporteranno un gran dispendio di energia, ma la seconda apre sicuramente la strada verso quella sintonia di cui i nostri pre-adolescenti hanno bisogno per procedere oltre.

“Non spaventatevi per ciò che i ragazzi vi sottopongono, non partite subito alla carica mettendo divieti ed esponendo subito il vostro punto di vista. Allenateli, piuttosto, a creare un dialogo aperto in cui sappiano di poter dire tutto. Questa è la base per costruire una fiducia reciproca, per far nascere nei figli il piacere di raccontarci cosa vivono, sapendoci capaci di appassionarci, di interessarci al loro mondo e alle loro sensazioni. (pag. 201)

Con questo ultimo estratto dal libro vi saluto e vi consiglio di aggiungerlo alla vostra lista di letture!

Buone anno a tutti!

Mamma Antonella

Mamma homeschooler, socia LAIF e autrice del blog “Percorsi di apprendimento”

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Ricordiamo inoltre che il Canale Youtube LAIF offre numerosi video tratti dalle serate informative organizzate dall’associazione LAIF

Immagini: Licenze Creative Commons

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