
“La bellezza del gioco sta nel suo essere relazione, fantasia, complicità, libertà.
…L’uomo gioca solo quando è uomo nel pieno significato della parola ed è completamente uomo solo quando gioca.” (Schiller)
“L’uomo è fatto per essere un giocattolo, strumento di Dio, e ciò è veramente la migliore cosa in lui. Egli deve, dunque, seguendo quella natura e giocando i giochi più belli, vivere la sua vita, proprio all’inverso di come fa ora.” Platone, Leggi,VII
Scriveva Winnicot : “è nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé.”
Perchè il gioco libero è importante durante tutta l’infanzia e adolescenza?
Il gioco libero, cos’è?
“Il gioco è esperienza naturale, fondamentale per la crescita del bambino. La quantità e la qualità delle sue esperienze, che lo accompagnano, lungo tutto il corso dell’infanzia, fino all’adolescenza, sono un fattore decisivo per la formazione della sua personalità. Esperienza naturale, viene prima di quella culturale, poichè il gioco ha una ragione biologica mentre l’apprendimento di leggere e scrivere è un fattore culturale indotto. Dunque nella scuola non vi è nulla di “naturale”. R. Farnè
“È un dato di fatto che il bambino gioca a prescindere dal fatto che ci sia un adulto che gli “insegna” a giocare, egli è naturalmente predisposto al gioco. (Huzinga 1973) … il gioco è più antico della cultura (…)
Gli animali non hanno aspettato che gli uomini insegnassero loro di giocare. Quindi il gioco come bisogno naturale; Groos descrive i giochi degli animali sulla base di 9 categorie di comportamenti ludici, la teoria che emerge è quella del gioco come pre-esercizio o esercizio preparatorio per lo sviluppo delle competenze”. R. Farnè
Questo però si contrappone nella nostra società moderna ad una “crisi del gioco”, in tutte le sue forme di libertà e accrescimento per l’appunto verso un autonomia.
Inoltre a partire dalla progressiva industrializzazione c’è stato un notevole cambiamento del gioco naturale, perchè sono subentrati giochi condizionati, ovvero meno liberi.
Oggi giorno emerge sempre più un controllo da parte dell’adulto nell’esperienza ludica verso il cucciolo d’uomo, l’idea che possa godere del gioco da solo o con altri liberamente è impensabile.
Riprendendo alcuni contributi di molti Autori (Farnè, 2015, Gray, 2015, Huizinga, 1970), si deduce che:
“tra le riflessioni proposte sembrano emergere tre possibili categorie di gioco: gioco libero, gioco autonomo e gioco eterodiretto”. Simone Digennaro
- Il gioco libero: rappresenta la più ampia forma di spontaneità e di autogestione possibile: il bambino è nel pieno controllo delle componenti del gioco, governa le dinamiche in maniera autonoma, in rapporto con i partecipanti, senza nessuna imposizione da un soggetto esterno, all’interno di uno spazio anch’esso ricettivo, adattabile e plasmabile, e nell’ambito di uno schema di regole e di simboli che appartiene alle categorie sociali e comunicative dei partecipanti. In queste condizioni avviene la massima espressione della sperimentazione libera del bambino che rimane libero di esplorare, adattare, modificare, ecc.
- Il gioco autonomo: si caratterizza per un minore grado di libertà e per uno spazio di gioco comunque circoscritto. Si tratta di una concessione che un soggetto adulto offre al bambino, per il quale, all’interno di un contesto generalmente controllato e governato da un adulto, viene delineata un’area, una cornice, in cui viene concessa libertà di azione. Evidentemente, si tratta di un processo concettualmente diverso: in questo caso viene accordata l’autonomia e la possibilità di poter giocare in confini ben definiti.
- Infine, abbiamo il gioco eterodiretto, che è la forma più controllata: il gioco assume una funzione strumentale e il bambino viene posto all’interno di una struttura definita a priori, indotto a giocare secondo degli schemi ben precisi in vista di obiettivi più o meno esplicitati.
Applicando i ragionamenti sin qui proposti a questa schematizzazione, si può concludere che il gioco libero si è, al giorno d’oggi, completamente polverizzato; si è ridotto anche il tempo che viene concesso al gioco autonomo, mentre si è giunti a un utilizzo sempre più massiccio del gioco eterodiretto.
“Si fa presente: diritto dell’infanzia” vedi (Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, in tale ottica, il 20/11/1989 l’ONU ha approvato la “Convenzione di New York sui “Diritti dell’Infanzia”, entrata in vigore il 2 settembre 1990 nonché ratificata dall’Italia con la legge del 27 maggio 1991, n.176, e dunque vincolante per il nostro Paese), il cui art. 31 solennemente sancisce:
“Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, a dedicarsi al gioco ed attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica” Edio Costantini,
Inoltre a partire dalla progressiva industrializzazione c’è stata un notevole cambiamento del gioco naturale, perchè sono subentrati giochi condizionati ovvero meno liberi.
Quali sono i giochi liberi?
- ricerca
- caccia
- recitazione
- combattimento
- corsa
- esplorazione in natura
- giocare a palla
- fare finta di…
- parole incrociate, etc…
Cosa c’entra il gioco con la didattica?
Dai 6 anni in poi vige l’obbligo d’istruzione; per l’inquadramento normativo dell’istruzione parentale, si veda questo link.
“Ora, nonostante la maggioranza di fanciulli frequenti una scuola, si registra sempre più una sorta di precarietà formativa, come analfabetismo funzionale”(3) in una buona percentuale di italiani, collocando l’Italia ai primi posti fra i paesi OCSE, in questa preoccupante graduatoria. Si veda il rapporto PISA, oppure si potrà consultare https://www.invalsi.it/invalsi/ri/pisa2018/docris/2019/Presentazione_Risultati_PISA2018.pdf.
Si nota, studiando i vari report, che in varie competenze, l’Italia è ben lontana dai maggiori Paesi dell’Unione Europea
I dati hanno fatto emergere anche diverse criticità. Il punteggio di 537 conseguito in media dall’Italia consente al nostro paese di posizionarsi al di sopra di altri maggiori paesi Ue, come Francia e Germania, nel 2021.(4)
Ma la tendenza alimentata dalla situazione emergenziale passata, nel nostro e in altri paesi, indica un peggioramento delle capacità alfabetiche tra i bambini delle elementari.
Chiaramente il mio è un discorso generico, meditato anche da una serie di valutazioni, vedi i punti sopra elencati da una semplice indagine.
Questo però non significa che l’Italia sia pre-destinata a divenire analfabeta funzionale, ma semplicemente ad evidenziare un fenomeno da tenere in considerazione, in vista di una piccola comunità che coopera per il bene proprio e l’altro in relazione con il tutto sia nel presente verso un futuro di pari dignità sociale.
Ora la domanda è cosa c’entra tutto ciò col gioco? Se alla capacità di lettura e matematica e altre materie collochiamo il gioco e le sue potenzialità, quali sarebbero i risultati, condotti sui nostri quindicenni?
Ad esempio: si fa presente il gioco degli scacchi o del tennis, nascondino o costruzioni, ancora la sabbia, c’è ne sono diverse di abilità che aiutano certamente ad affinare competenze ad emozioni.
“Inoltre abbiamo uno studio molto importante eseguito il secolo scorso in Gran Bretagna da Iona e Peter Opie (1969), dove bambini dai 6 ai 12 anni hanno giocato senza figure come insegnanti, genitori, educatori, adulti, poichè nulla era necessario se non i giocatori stessi.”(8).
Unschooling, cos’è?
Questo concetto è stato elaborato in particolare da Johon Holt (2004): propone un modello pedagogico che rifiuta il sistema scolastico, affidando il processo educativo alla libertà e alla responsabilità dei soggetti stessi, in un contesto dove l’esperienza di apprendimento è autogestita e non regolata da apparati istituzionali e da programmi o esami annuali.
“Dunque il gioco è cibo per la mente, non si tratta di tornare alle origini ma di non perdere le nostre radici.”(3)
Ovviamente è necessario il lavoro didattico, affinchè ci sia un ritorno alla curiosità, alla libertà esplorativa serenamente e non condizionata, con il giusto modo di osservazione in riferimento di una serie evolutiva a favore del cucciolo d’uomo, per una famiglia che viaggia al pari passo con la cultura, contribuendo nel sociale per un arricchimento ed un valore aggiunto nelle comunità.
Qual è il divario sociale nei giorni nostri?
L’impatto sociale delle disuguaglianze purtroppo è sempre più evidente: si vedano ad esempio il coefficiente HYPERLINK “https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/ILC_DI12/default/table?lang=en” di Gini (10), che misura le disuguaglianze dei redditi e i dati diffusi dall’ISTAT.
Per cui è fondamentale in dignità e rispetto che di pari passo generano un miglioramento sociale per il presente ed il futuro dell’umanità nostra.
“Un antropologo ha mostrato un gioco ai bambini di una tribù africana…
Mise un cesto di deliziosi frutti vicino a un tronco d’albero e disse loro: Il primo bambino che raggiungerà l’albero avrà il cesto.
Quando ha dato loro il segnale di partenza, è rimasto sorpreso dal fatto che stessero camminando insieme, tenendosi per mano finché non hanno raggiunto l’albero e hanno condiviso il frutto!
Quando ha chiesto loro perché l’hai fatto quando ognuno di voi poteva prendere il cestino solo per lui!
Hanno risposto con stupore: Ubuntu
“Cioè, come può uno di noi essere felice mentre gli altri sono infelici?”
Ubuntu nella loro civiltà significa: (io sono perché noi siamo)”.
Ricerca di Grazia Matteucci, del canale Ludodidattica
Riferimenti bibliografici:
(1) Edio Costantini, Il gioco è un bene educativo, Editore Azienda Grafica Stampanova Per CSI Marche
(2)Simone Digennaro The end of play. The disappearance of the free play and its effects on children’s wellbeing Pensa Multimedia Editore 2019-12-31
(3) R. Farnè Play Literacy articolo scritto per la rivista STUDIUM EDUCATIONIS Anno 2015
(4) https://www.openpolis.it/la-crescita-dei-divari-nelle-competenze-alfabetiche-dei-bambini/
(5) https://www.openpolis.it/parole/cose-lindice-di-gini/
Vorrei ringraziare:
- la mia famiglia prima su tutto,
- LAIF a cui sono molto riconoscente, per l’impegno ed il notevole contributo che ci dona, con competenza, semplicità in armonia con il tutto
- tutti coloro che contribuiscono al trasmettere valori anche dal punto di vista giuridico ed il relativo rispetto delle fonti stesse,
- le persone che conosco e hanno voglia di fermarsi a pensare che il vero cambiamento parte prima su tutto da noi.