Francesca ha recentemente pubblicato il suo primo romanzo, “Le sette sfere”.
E, siccome è una ragazza che ha fatto unschooling alle superiori, l’abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza.
Cos’hai fatto appena lasciata la scuola?
All’età di sedici anni ho lasciato la scuola, per fare unschooling e dedicarmi alle mie passioni, ai miei interessi e per ritrovare me stessa.
L’esperienza di rimanere a casa è stata molto importante per me. Abitando in campagna ho avuto la possibilità di stare molto a contatto con la natura, spesso in solitudine e in silenzio, anche se amo molto cantare.
Quella solitudine mi ha permesso di svuotare la mente, di fare spazio e eliminare ciò che non mi serviva e che minava la mia identità. Come il forte giudizio su me stessa, l’autosvalutazione e la poca fiducia nelle mie capacità.
Ma come si può riappropriarsi di tutto ciò stando da soli? Direte.
Ovviamente avevo le mie attività, ma stando spesso in solitudine ho imparato a stare con me stessa, ad apprezzarmi, a guardarmi dentro e ad ascoltarmi, stupendomi poi di sentire un forte e profondo movimento dentro di me.
Quali esperienze di apprendimento hai fatto durante l’unschooling?
Per due anni sono stata educatrice volontaria in un progetto chiamato “Educare nel Bosco” della cooperativa di Bolzano Canalescuola. È stata una delle esperienze più formative che ho fatto. Assieme a mia mamma, ho accompagnato bambini dai 3 ai 6 anni nel bosco, dal lunedì a venerdì. Durante questi due anni ho imparato a prendermi cura dei più piccoli, ma soprattutto a come approcciarmi a loro, lasciando la libertà di espressione, lasciando il bambino libero di sperimentare, di “sbagliare” e relazionarsi agli altri bambini senza intromettermi. Stando quindi un passo indietro e dando fiducia. Ognuno ha il proprio modo di apprendere e di camminare nel mondo.
Quando nasciamo abbiamo un semino dentro di noi. Questo semino ha tutto ciò che gli serve per crescere e affermarsi, per fiorire e risplendere. Non serve impartirgli lezioni su quale parte far crescere i rami, o di che colore dovrebbero essere le foglie. Basta solo che cresca in un ambiente sano, privo di giudizi e imposizioni. Un ambiente che gli permetta di germogliare, dove abbia lo spazio per crescere e allungarsi e colorirsi. Dove non ci sia competizione, perché ognuno è diverso e unico. Ciò che più ci dovrebbe importare è fare in modo che questo semino, che è dentro ognuno di noi, non venga represso o modellato.
Così è cresciuto anche il tuo seme?
Mi sento di dire che durante l’unschooling il mio semino è germogliato e il primo stelo si è alzato, in trepidante attesa di crescere.
E un’esperienza che ha reso possibile tutto ciò, è stato sicuramente l’Atelier ideato dall’educatore Arno Stern: il Closlieu. Mia mamma, dopo essere diventata praticien ha aperto un Closlieu nel 2013 e io l’ho frequentato per sei anni.
Il Closlieu è un luogo dove ognuno può esprimersi, attraverso i colori, senza nessuna direttiva. Non c’è giudizio, non c’è nessuno che dice cosa si deve disegnare e quindi ci si trova lì, davanti al foglio bianco. Nonostante il non giudizio (sia positivo che negativo) sia una regola, quando ci si trova a dipingere in una stanza con altre persone, sia grandi che piccole, si sentono addosso tutti gli sguardi. Con il tempo questa “paura”, che diviene poi nella vita condizionamento, si affievolisce fino a scomparire. Non ha importanza cosa si sta facendo, se quello che si sta dipingendo è bello o brutto, è giusto o sbagliato o se non piace a nessuno. Quando finalmente ci si libera dal giudizio ci si può esprimere e godere l’esperienza, che è ciò che conta.
L’unschooling ti ha dato anche la possibilità di coltivare le tue passioni?
I cavalli
La mia più grande passione, sin dalle elementari, sono i cavalli. Negli anni di unschooling ho partecipato a vari corsi, in Toscana e a Milano, presso centri di equitazione e addestramento cavalli. Ho assistito a lezioni di docenti di università specializzati nello studio del comportamento del cavallo, ho studiato libri di etologia, approfondendo guardando video, leggendo articoli sul web e su riviste. Nel frattempo, ho frequentato vari maneggi e un allevamento in cui ho potuto sperimentare e mettere in pratica ciò che avevo studiato e visto ai vari corsi.
Ma ciò che più mi interessava, e che mi interessa tutt’ora, non era divenire una brava amazzone o addestratrice, bensì riuscire a creare una relazione positiva con questa magnifica creatura che è il cavallo.
Equitazione?
Nel tempo ho abbandonato sempre di più l’idea di equitazione per giungere infine a una conclusione: i cavalli stanno benissimo senza di noi. Siamo noi che li abbiamo confinati nei box, lontani dai loro simili e dalla natura perché siamo noi che in realtà abbiamo bisogno di loro: essi ci riconducono al momento presente e se si è in grado di cogliere i segnali che ci mandano, guardandoli e ascoltandoli, possiamo vederci riflessi nei loro comportamenti.
Nel frattempo sono anche diventata Istruttrice di Base di Equitazione ma non ho voluto proseguire in questa modalità perché non aveva senso per me, che ricercavo una relazione più rispettosa della natura del cavallo.
Mi sono fatta coraggio e a settembre del 2021 ho comprato una puledra di un anno e mezzo. Ora vive con me e la mia famiglia, in campagna. Oltre ad Althea (nome che le ho dato e che deriva da greco àlthos, che vuol dire guarire) ho anche un asinello che le tiene compagnia, Orfeo.
Althea fino ad ora mi ha insegnato moltissimo e ogni giorno è un mettersi in discussione e provare, provare e provare e sbagliare e ricominciare. Un viaggio che non ha fine, come è l’apprendimento.
Cucito e pasticceria, modellismo,
Prima di avere Althea mi sono dedicata a molte altre attività che non definirei passioni, ma interessi momentanei.
Mi sono dedicata al cucito, grazie a una macchina da cucire di mia nonna, alla cucina, in particolare alla pasticceria, ed ho creato molti dolci (soprattutto perché mi piace mangiarli!).
Musica, canto e teatro,
Per due anni ho frequentato un’accademia di musica dove ho continuato, dopo i tre anni delle medie, a studiare violino. Mi sono dedicata poi al modellismo, realizzando diversi modellini di casette in stile fantasy medievale, approfondendo con ricerche storiche.
Un’altra mia passione è cantare, anche se non ho mai frequentato corsi o lezioni. Ma ho potuto sperimentare il canto in un’esperienza vissuta assieme ad altri ragazzi.
Poco dopo essere uscita da scuola ho iniziato a frequentare altri homeschooler della mia età. Insieme, grazie al progetto ideato da due di loro, abbiamo iniziato a vederci periodicamente per allestire un musical. Avevamo le battute da imparare a memoria, le canzoni, l’allestimento delle scene e dei costumi. Ognuno aveva il proprio ruolo e ci divertivamo moltissimo.
Mettevamo impegno in ciò che facevamo, studio e serietà.
Grazie al gruppo che si era creato sono riuscita a cantare davanti a delle persone, cosa che prima non avrei mai fatto. Ho acquisito sicurezza in me stessa e soprattutto ho avuto la possibilità di stare con miei coetanei e confrontarmi con loro.
Lettura
Dopo un po’ di tempo che sono uscita da scuola, ho recuperato la mia passione di leggere e scrivere.
Quando andavo a scuola infatti, mi è sempre piaciuto scrivere i temi, sebbene il tempo fosse ridotto a due ore e dovessi scrivere quello che ci suggerivano, in più leggevo tantissimo, anche durante le lezioni in classe.
Uscita dal percorso scolastico ho avuto un periodo in cui non volevo nemmeno vedere un libro e ho ricominciato a leggere solo dopo qualche tempo per lo più fantasy e romanzi.
Leggendo molto e immergendomi nelle storie e in svariati stili di scrittura, da Tolkien a C. S. Lewis, ho sempre desiderato un giorno poter scrivere un libro mio.
Scrittura, editing e pubblicazione
E a novembre del 2020 questo mio sogno ha iniziato a prendere forma in una storia. L’idea mi è venuta in seguito ad un sogno che avevo fatto: mi è arrivata un’immagine, e sono partita da lì. Non c’è stata molta programmazione o progettazione all’inizio, ma poi, quando le pagine hanno cominciato a diventare trenta, cinquanta e così via, mi sono ritrovata a scrivere appunti, a fare ricerche sul medioevo, sui pianeti e sull’universo.
Alla fine avevo riempito un quaderno intero. Scriverlo è stata un’avventura che mi ha permesso di affinare il mio linguaggio e lo stile di scrittura in modo completamente autonomo. Sono felice di aver avuto la possibilità di seguire questo percorso e grazie soprattutto al sostegno dei miei genitori oggi mi ritrovo a seguire il mio desiderio di lavorare nella natura e con gli animali, sto infatti proseguendo nella mia formazione che mi permetterà di aprire una fattoria didattica.
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